Non é bello cominciare con un post cosi’ triste ma visti i tempi sono giustificato. Magari in futuro quando faro’ un nuovo blog e guardero’ questo primo post potro’ capire cosa stava succedendo nell’Italia del 2008.
La storia é questa.
Un’amica spagnola con cui ho parlato l’altro giorno mi ha fatto scendere in uno stato di tristezza infinita. Lei ha fatto l’Erasmus a Parma e ora si trova qui a Bristol per pochi mesi. Parla benissimo l’italiano e le piace la cultura italiana, ma rimase profondamente delusa per quel periodo di pochi mesi.
L’idea che aveva dell’Italia, cioé quel paese stereotipato che hanno un po’ tutti gli stranieri pieno di cultura, arte, passione, era diversa dalla realta’ che aveva vissuto.
Mi ha descritto l’Italia come un paese “decadente”, “vecchio” e “retrogrado”. Si chiedeva come era possibile che un paese cosi’ vecchio, mentalmente, culturalmente e politicamente potesse ancora essere nel G8.
“E pensa che ero nel ricco Nord!” mi ha detto.
Il suo paese, la Spagna, sta conoscendo un periodo di rinascita culturale, politica ed economica senza eguali. Il mio ha intrapreso una curva discendente, amministrato dal vecchio e dal criminale, chiuso come un guscio di riccio al futuro e al nuovo.
E tutto questo si rispecchiava nei nostri visi.
I suoi occhi erano pieni di vita, il sorriso largo e sicuro e tanta voglia di tornare in patria. Io ero appena uscito da una discussione tra connazionali su cosa fare al nostro rientro.
Per la prima volta ho provato gelosia per un altro popolo. Non ho mai provato gelosia per scandinavi, germanici o anglosassoni perché sono consapevole che la storia di tutti questi paesi é differente e peculiare. Non si possono comparare Italia e Svezia.
Ma Italia e Spagna si’. E’ li’ il problema: quelli che definivamo come i nostri cugini minori ci hanno superato e ora il loro paese rappresenta un’attrazione irresistibile per molti miei connazionali.
Tutto questo é veramente sconfortante.
ci stavo pensando giusto ieri sera guardando Report (alle 21.30 su raitre) mentre faceva una comparazione tra Italia e Spagna per quanto riguarda i trasporti pubblici sul lungo tragitto (treni ad alta velocità e aerei)… nel caso alla fine del mio corso di studi (ingegneria chimica) riuscissi a trovare un posto nella vicina Spagna, non sarebbe male… (una curiosità, per caso hai notizie sullo stato dell’industria chimica in quell’affascinante e promettente stato? grazie 🙂 )
ora aggiorno il link al tuo blog! ciao!
OT, accidenti, spero di non incontrare quel cerambicide… 😉
Sarei curioso di sapere cosa ti ha detto esattamente sull’Italia e su Parma. Io ho vissuto li un mese ed è la città più elegante, culturalmente aperta, e soprattutto organizzata che abbia mai visitato. Quindi mi spiace che proprio li si sia trovata male. Mi piacerebbe approfondire, sapere di più….
Cmq sul fatto che la Spagna ci abbia superato non è una cosa dell’altro giorno, anch’io ieri ho guardato Report e capisco benissimo l’invidia che hai provato nei confronti degli Spagnoli.
Per Luca
Lei è di Barcellona. Forse una delle città più “vive” in Europa e al mondo e forse anche per questo vedeva l’Italia come vecchia. Parlava male soprattutto dell’università che non le pareva a livelli altissimi e della politica italiana in generale. Non ha fatto cenno all’organizzazione della città di Parma.
Per Filosofo
Mi dovrò proprio vedere questa puntata di Report, lo state nominando tutti.
Per Raser
Quel cerambicide è un raro esemplare di cerambus bushensis. Insomma “entomologia preventiva”…
A parte gli scherzi è un’opera di Bansky che la posizion al Natural History Museum di Londra senza che nessuno se ne accorgesse e rimase lì per giorni. 😉
ah ho capito.
Cmq certo che se prendi come termine di paragone Barcellona, tutto sembra fermo. Ma si può paragonare con poche città in Europa, anche se poi come vivibilità non è che sia il massimo!
P.S. Non guardare Report, non è una trasmissione che fa per te, già ce l’hai a morte con l’Italia se inizi a seguire report non ci torni davvero più 😉
giusto per controbilanciare, anche se proprio non sono il pervicace difensore di una imprecisata qualità nazionale: sono stato, anche da solo, in zone parecchio malfamate, sia in italia che all’estero (ho fatto l’erasmus a siviglia e passavo in piena notte a piedi e da solo nelle zone degli zingari senza aver mai avuto problemi, per dire della spagna). m’è capitato solo a barcelona di dover menare un borseggiatore in metro.
comunque è vero, c’è più vita in spagna. non è solo una questione di “crescita” o “progresso” o “giovinezza” (e menarla su con quella storia che loro erano sotto franco fino al ’75 o ’73 – perché la movida postfranchista ormai è solo una roba per turisti).
Stando a Report, quanto a infrastrutture e trasporti l’Italia non è minimamente paragonabile alla Spagna, due pianeti diversi.
Pensa che per alcune linee basta un ritardo di 5 minuti per avere il rimborso del biglietto, e i tempi di percorrenza sono quasi la metà dei nostri.
Se, per esempio, in Italia per fare 400 chilometri in treno ci vogliono circa 4 ore, in Spagna ne bastano, se non ricordo male, 2,5.
Per chi è giovane, l’Italia deve essere solo una remota provincia europea nella quale tornare nei periodi di festa: l’Europa la vostra patria.
Intendiamoci, non dico che fuori da questo paese tutto sia bello e funzionante, una sorta di paradiso in terra, non è così: la vita è dura dappertutto, le ingiustizie e le miserie non hanno confini.
Ma bisogna tener presente che per i prossimi anni da noi dominerà il corporativismo, non l’economia di mercato; domineranno i lacci clericali alla scienza, non la libertà di ricerca. Conteranno sempre di più le relazioni sociali e lo status socio-economico, non certo le capacità e il merito.
In queste condizioni o avete un posticino pronto per voi che vi aspetta, o è meglio andarselo a cercare altrove.
Scusate il pessimismo cosmico, ma io abito a Roma, non so se mi spiego… 🙂
mah, il mercato immobiliare spagnolo, da quello che ho letto, sta per collassare, quando avverrà staranno peggio di noi, no aspetta, siamo l’italia, dimenticavo.
mi sa che staremo peggio noi comunque.
Anch’io frequento periodicamente la Spagna e ci ho vissuto. Posso dire che ormai è diventato un topico: esempio di tutto quello che non va: l’Italia; esempio di tutto quello che funziona: la Spagna. Ho pure visto quella puntata di Report, e mi ha preso una sensazione mista di rabbia, invidia e tristezza. Rabbia, perché non c’è settore in cui non siamo un laboratorio della decadenza, invidia per i miei amici all’estero, tristezza per quello che siamo diventati. Per il momento tengo duro e cerco di costruirmi una vita qua. Finché reggo…
anche l’italia dopo una dittatura ventennale ebbe il suo boom economico negli anni ’50 e ’60. La spagna, con le debite differenze, si trova in quella stessa situazione. Non avendo alcuni handicap come un fortissimo partito comunista e 20 mln di cittadini in meno potrebbe reggere meglio nel lungo periodo, inoltre hanno colonizzato mezzo mondo: ciò comporta un’espansione dei potenziali mercati.
Ma, comunque sia, dille alla tua amica che la garrota e l’autodafé sono cose che non ci sono (almeno per gli ultimi due secoli) appartenute.