E’ molto probabile che nei prossimi mesi o anni la tensione e gli attacchi terroristici in medio-oriente aumentino a dismisura. Per un semplice motivo: qualcuno sta cercando di trovare un accordo per la pace ma il 90% dei soggetti in medio-oriente non vuole la pace (arabi o israeliani o persiani che siano). Secondo Hamas Israele non esiste e non può esistere. Quindi come si può fare un accordo con qualcuno che non esiste? Ma soprattutto che senso ha fare un accordo con Abu Mazen (Cisgiordania) quando Gaza è sotto controllo di Hamas, suo nemico numero uno all’interno del mondo palestinese? Anche ammettendo che gli americani riescano a trovare un accordo tra Israele e Abu Mazen, Gaza che fa? Il terzo (incomodo) stato?
E poi ci sono troppi giocatori nello scacchiere: Hezbollah in Libano, Iran, Fratelli musulmani in Egitto, Siria, Giordania, Iraq senza americani, Turchia ecc. ecc. Una polveriera, pronta a scoppiare da un momento all’altro. Paradossalmente sarebbe stato meglio che questi colloqui di “pace” non fossero mai cominciati.
sarebbe stato meglio se all’epoca chi ha provocato la situazione non l’avesse provocata. ma ormai… bisognerà trovare una via d’uscita: magari non sono (questi) colloqui tra uno stato da una parte e il rappresentante di nulla che è abu mazen; ma una via ci sarà. forse.
Io sono giunto all’amara conclusione che l’unica via d’uscita sia che uno ammazzi l’altro. Oppure che una terza parte invada e amministri tutto.
Beh magari John Titor era reale e presto tireranno una bomba nucleare su ognuno di quegli stati, in europa, ecc.
Così rimarranno solo le americhe e qualche altra nazioncina che se ne starà buona buona piuttosto che farsi cancellare dalla faccia della terra come gli altri stronzi impotenti.
Oppure magari piuttosto che niente, è meglio piuttosto. #Imjustsayin
Basterebbe un passo indietro dei coloni ebrei, una sorta di compromesso, anche perchè sappiamo che di fatto anche loro sono di naturalmente mediorientali di nascita.
“d’origine” mi scuso per l’errore.
Aiuterebbe sicuramente se le due parti non fossero fottutamente ideologizzate.
Quando osservo la situazione in Medio Oriente mi viene il dubbio che Dio esista sul serio, ma sia un bastardo che si diverte a giocare a Risiko con i suoi gruppi di soldatini fanatici.
Pienamente concorde con Fabrizio.
Chi ha provocato la situazione?
Parliamo dei Faraoni d’Egitto? Parliamo dei Romani? O dei Nazi? O delle potenze che hanno fatto le divisioni dopo WWII?Parliamo dei fratelli arabi che hanno provato ad arare Israele durante la guerra dei 6 giorni e sono tornati con le pive nel sacco? Di Arafat che ha fatto sparire miliardi di dollari che suddivisi equamente avrebbero reso ogni palestinese milionario in $ riducendo quindi di fatto ogni aggressività, perchè chi sta bene non ha voglia di andare a imbracciare un fucile. O parliamo dei vari capi religiosi che fomentano l’odio e tengono la gente alla fame per poterla manovrare come si fa con le marionette?
Credo che tutti gli attori della tragedia abbiano responsabilità nella situazione attuale, ma ogni nostro intervento non è servito ad altro che a inasprire, a fomentare, a peggiorare.
Molto meglio a sto punto farci i cazzi nostri, lasciarli divertire tra loro e al massimo reagire in maniera drastica se attaccati direttamente.
Dopotutto si fa così per centinaia di conflitti in giro per il mondo, non vedo che differenza ci sia, se non il petrolio!
@ gians: i coloni ebrei fare un passo indietro? quelli sono altrettanto terroristi dei palestinesi. solo che il territorio lo distruggono costruendoci sopra e non tirando bombe. ma è lo stesso.
@Corrado nel tuo elenco hai dimenticato gli israeliani
beh, se fanno un accordo con in cis-giordania e abu-mazen riconosce israele non so per quanto hamas a gaza possa fare finta di niente.
Proposta: e se togliessimo di mezzo dio e i preti?
O se proprio ne vogliamo uno c’è sempre FSM, RAmen.
Hai pienamente ragione, non erano in elenco, non ho riletto il post prima di inviare, ma penso che la frase “Credo che tutti gli attori della tragedia abbiano responsabilità nella situazione attuale” sia sufficientemente chiara da togliere il dubbio.
In ogni caso credo che Israele abbia reazioni eccessive comprensibili(anche se non giustificabili in questa misura) da parte di un paese circondato da nemici che nel migliore dei casi non riconoscono la sua esistenza.
Faccio solo notare che nel caso di Israele non si tratta semplicemente del “diritto ad esistere” ma più precisamente del “diritto ad esistere al posto di qualcun altro”; che è una cosa un pò diversa.
Domanda: Chi riconoscerebbe il “diritto ad esistere” a qualcuno che da un giorno all’altro, d’accordo con il tuo abusivo padrone di casa, entra in casa tua e dichiara che da quel momento in poi è casa sua? Anche tenendo conto che quel qualcuno ha, fino al giorno prima, sofferto tanto, anche se non per colpa tua?
C’è un “peccato originale” all’origine della questione mediorientale che non c’è accordo che potrà mai sanare perché è nato da una palese ingiustizia. E perché per riparare un’ingiustizia bisognerebbe condannare senza mezzi termini chi l’ha commessa. E sappiamo tutti che questo non verrà mai fatto perché ormai si è creata una situazione irreversibile: il nuovo inquilino, Israele, semplicemente adesso c’è, ha preso il posto del vecchio inquilino, ed è pure molto più forte di lui.
Si può giocare con le parole quanto si vuole (e per esempio domandarsi se il problema è iniziato con i faraoni egiziani), ma ciò che molto più di recente è successo è proprio questo e qualsiasi interpretazione o giustificazione di comodo dei fatti non cambierà la realtà.
L’unica possibilità di soluzione sarebbe che una delle parti, quella da sempre più debole, cioè i palestinesi, rinunciasse definitivamente ad una lotta persa in partenza.
Io sono convinto però che se anche domani la stragrande maggioranza dei palestinesi accettasse questa situazione aberrante con un atto ufficiale di sottomissione, e so che si tratta di pura fantascienza, i molteplici ed enormi interessi in gioco non potrebbero in alcun modo permettere che questo accadesse: come è già stato accennato nei precedenti commenti, sono troppi coloro che, per motivi diversi, hanno da guadagnarci a mantenere quel caos.
Filopaolo
A me risulta, poi magari mi sbaglio, che moltissimi dei territori che poi sono diventati Israele siano stati regolarmente acquistati perchè fondamentalmente non valevano un accidenti. Quando poi con grande investimento di fondi sono stati bonificati e resi fertili, allora ci sono state delle lamentele.
Mi risulta inoltre che fino alla guerra dei sei giorni non ci fosse una situazione conflittuale tra Israeliani e Palestinesi che invece convivevano tranquillamente.
Io Non mi stancherò mai di dire che se ogni Palestinese avesse ricevuto in cash la sua percentuale di fondi che il resto del mondo gli ha destinato, facendo però l’errore di darli in mano ad Arafat, questa situazione non l’avremmo.
Come ho già detto, i miliardari non vanno a imbracciare un fucile. Invece La famiglia Arafat vive nello stralusso, e i Palestinesi vanno a lanciare pietre.
Il discorso che fai tu in merito poi al tracciare dei confini senza pensare alle conseguenze, possiamo vederlo anche in Africa e difatti è una guerra continua. In questo sono fondamentalmente d’accordo con te.
Credo sia fuori discussione che Israele se ne vada, e allo stesso modo i Palestinesi sono troppo comodi così… facile carne da cannone e poveracci che fanno pena davanti alle TV mondiali. Molto meglio tenerli alla fame. Per i fratelli arabi, i Palestinesi sono come Michael Jackson: valgono molto più da morti che da vivi!
Era dagli ultimi due decenni dell’ottocento, se non erro, che gli ebrei avevano cominciato a ritornare in Palestina, acquistando pezzi di terra e andandoci a vivere stabilmente. Non è per colpa di questi contadini che hanno avuto inizio i problemi. I problemi sono cominciati quando gli ebrei sparsi per il mondo hanno concepito l’idea della creazione di uno stato ebraico in Palestina a spese di chi già ci viveva, ma per sua sfortuna non era ebreo. E questo d’accordo con le grandi potenze occidentali che avrebbero sostenuto questo progetto in cambio di una funzione di sentinella dell’area mediorientale, che proprio in quegli anni si scopriva strapiena di petrolio, da parte del futuro stato di Israele.
E ciò che oggi appare più che evidente, e cioè che in questo piano le popolazioni palestinese e israeliana sarebbero state condannate per sempre alla disgraziata parte di ostaggi, non sembra aver preoccupato più di tanto i fautori del progetto.
Se, in estrema sintesi, non è andata così ditemi che cosa mi è sfuggito.
Filopaolo, ci sono alcune inesattezze in quello che dici. Per prima cosa le comunità ebraiche hanno sempre vissuto in quella terra così come i cristiani copti, ortodossi e i caldei. Quindi i cittadini della palestina erano anche gli ebrei e i cristiani arabi. I palestinesi non hanno il copyright né hanno mai avuto uno stato conosciuto come Palestina. La Palestina non è mai stata uno stato e i palestinesi non sono mai esistiti come popolo, totalmente indistinguibili da siriani e giordani. Nell’Impero Ottomano, scomparso nel 1918, Israele era all’interno della provincia della Siria per 400 anni! Dopo la dissoluzione dell’impero ottomano gli inglesi presero le province dell’impero e le amministrarono come protettorati. Poi le suddivisero sulla mappa con righello e matita inventandosi dinastie e popoli dal nulla: Siria, Giordania, Iraq ecc. Il popolo palestinese nasce 50 anni fa dalla contrapposizione con la nascita di Israele. Paradossalmente sono stati gli israeliani a creare il loro nemico dal nulla. Se Israele non fosse mai nata la Palestina sarebbe stata spartita tra Siria, Giordania, Libano e Egitto e nessuno si sarebbe mai accorto di un fantomatico popolo palestinese. Allo stesso modo, i popoli irakeno e pakistano sono raggruppamenti umani inventati dagli inglesi. E difatti ci sono problemi pure lì.
Detto questo condanno pure io la politica degli insediamenti israeliana e tutto il resto ma non posso soprassedere su certi bugie che si dicono da 50 anni sulla palestina.
Chiunque avrebbe potuto creare uno stato dal nulla dopo il 1918, perfino i cristiani copti se avessero voluto creare un enclave in Gerusalemme. All’epoca c’erano 81000 cristiani arabi e 60000 ebrei ia in palestina a fronte di 650000 arabi musulmani. Quindi se permetti gli arabi cristiani avevano più diritto degli ebrei di avere un loro stato. Oppure invece di fare questi cazzo di stati si rimaneva come è ora il Libano, ovvero un accozzaglia di musulmani sciiti, sunniti, cristiani, ebrei e drusi.
Infatti… non è che qui in Italia vogliamo fare il “Federalismo religioso”. Che anche loro se ne stiano buoni e “sciiti”!:D
@ Fabristol:
pienamente d’accordo sull’inesistenza fino a sessant’anni fa di un popolo “palestinese”. Infatti io non ho fatto il minimo accenno in questo senso ma mi sono solo riferito in generale a chi viveva lì prima dell’arrivo in massa dei nuovi cittadini “israeliani”, chiamando eufemisticamente le due parti “vecchio” e “nuovo” inquilino.
Eh ok Filopaolo, ma là ci vivevano tanto musulmani quanti ebrei o quasi…
Inoltre se da un lato Israele è stata finanziata dagli USA, le altre potenze sono state sovvenzionate dall’URRS.
E difatti è da questo che è nato, fondamentalmente il problema…
Il punto non è che ci vivessero questi o quelli, almeno non fino a che non li hanno lasciati per conto loro.
Lo stato di Israele sarebbe andato alla perfezione se non ci fossero state iongerenze esterne.
OK. A mio parere l’errore più grande è stato creare uno stato di stampo religioso, cioè uno stato ebraico. Se si fosse costruito uno stato come il Libano, magari federale diviso in cantoni tutto si sarebbe risolto. Ma la furia religiosa da una parte e dall’altra ha creato questa situazione di stallo. L’unica cosa come diceva Juhan più su è togliere il potere ai preti.
@ Fabristol:
il punto è che se decidi di fondare ex novo uno stato ebraico, quale altro collante sociale puoi trovare che non la religione per aggregare un popolo disperso nel mondo attorno ad un mito fondativo sul quale costruire un’ideologia nazionale? (è un problema, questo, che in modi diversi ha riguardato la nascita di tutti gli stati moderni).
Ed è proprio la religione il fattore attorno al quale si sono costituite e vivono anche oggi le comunità ebraiche sparse per il mondo. O no? Israele non poteva nascere che come stato confessionale. Nella dichiarazione Balfour si legge che si vuole favorire “la nascita di un focolare ebraico” non di uno “multiconfessionale”. I fautori del progetto ed i loro sostenitori non avevano dubbi sul carattere del tutto religioso che il futuro stato doveva avere, nonostante sapessero benissimo che in Palestina c’erano anche cristiani e musulmani.
Il simbolo che appare sul passaporto non è neanche la stella di David, ma è la menorah. Come se su quello europeo ci fosse, non una croce, ma proprio il crocifisso.
O forse è facile oggi parlare con il senno di poi?
Per essere precisi la dichiarazione Balfour dice”la costituzione in Palestina di un focolare nazionale per il popolo ebraico”. Mi sembra che la sostanza comunque non cambi.
“OK. A mio parere l’errore più grande è stato creare uno stato di stampo religioso, cioè uno stato ebraico”
Fra tutti i Leviatani i peggiori sono quelli amministrati dai preti.