Finalmente ho finito di scrivere una serie di impressioni sul romanzo La rivolta di Atlante, o Atlas shrugged in inglese, di Ayn Rand, il romanzo su cui si basa il titolo dell’altro mio blog. Potere darci un’occhiata qui per capire anche le ragioni che mi hanno spinto ad aprire il blog Who is John Galt.
Buona lettura e spero che vi possa spingere a leggerlo.
Giusto in questo periodo Massimo Pigliucci sta pubblicando una serie di articoli decisamente critici su Ayn Rand:
http://rationallyspeaking.blogspot.com/2010/11/about-objectivism-part-iii-ethics.html
Manca la parte finale, sulla politica dell’Oggettivismo.
Non conosco la Rand ma dalla descrizione di Pigliucci sembra un po’ una stenterella della filosofia…
Sì avevo letto i primi due post mesi fa.
Mah, a me pare che Pagliucci non porti argomenti molto razionali contro Rand. E lo ammette all’inizio dicendo che non può sopportare la sua filosofia e i suo i seguaci.
Non sono un oggettivista e non sono un filosofo però i suoi commenti non mi hanno portato a nulla. E, tra l’altro, nei commenti molti giustamente cercano di spiegargli alcune parti delll’oggettivismo che lui non ha compreso.
Non nego che la Rand fosse un po’ esaltata (e forse con qualche problema) ma non posso non ammettere che molta della sua filosofia è interessante e originale per me. Tocca delle corde che erano già presenti in me ma che ora hanno avuto una rappresentazione filosofica.
Questo sarà il mio autoregalo di natale.
Lo prendo su Amazon, naturalmente.
Sono andato a documentarmi sull’oggettivismo della Rand. Mi sembra di capire che fondi un sistema filosofico su ciò che comunemente in filosofia è chiamato “atteggiamento naturale” e cioè la convinzione della realtà del mondo esterno e di tutto ciò che consegue. Per quanto mi riguarda, se il realismo metafisico (che di tale impostazione è la logica conseguenza) è sicuramente vigente nella vita di tutti i giorni (nessuno dubita del mondo quando si rade al mattino o quando va al bagno), esso è particolarmente insoddisfacente sul piano epistemologico. Detto questo, al momento non ho tempo per il libro, ma credo che me lo leggerò, pur non essendo un libertario.
A tal proposito volevo sapere cosa pensa Fabristol dei teorici dello stato minimo.
Per Corrado
se lo compri su Amazon utilizza i link della mia recensione, mi raccomando! 😉
Per Asmenos
Sì la filosofia della Rand ha alcune falle ma alcune parti del suo pensiero sono originali e avvincenti. Ripeto: non c’è bisogno di essere oggettivisti o di capire l’oggettivismo per farsi piacere la Rand. E poi quale filosofia non ha falle? Comunque vorrei studiare l’argomento più a fondo e in futuro farci dei post, perché al di là della ricarudta politica ha il suo fascino.
Su cosa penso io dei teorici dello stato minimo: se intendi i liberali classici a me non mi sembrano né pane né pesce. Nel senso che si muovono tra i due mondi ma i loro risultati mi sembrano mediocri. Tra l’altro storicamente i liberali si sono sempre associati a personaggi scomodi o dittatoriali. PLI, repubblicani ecc con berlusconi per esempio…
Se intendi invece i libertari minarchici diciamo che mi ci ritrovo abbastanza anche se io sono uno sperimentalista come Parri Friedman. A mio parere non si può cambiare la società attuale in una libertaria. Le società libertarie possono essere create solo con libertari. Significa che devono essere fondate ex-novo dall’emigrazione dei libertari in un nuovo territorio, isola o pianeta. Lo so è un po’ settario ma è anche l’unico modo per farle funzionare. Sulle neocolonie e sul seasteading project ne parlerò più approfonditamente in altri post in futuro.
Mi hai e mi ha incuriosito, penso che lo prenderò entro fine anno. Avevo giusto bisogno di uno spunto letterario.
Scusa l’OT. Ho scritto un piccolo post su università e ricerca. Sarei interessato ad avere un altro parere. Grazie
Sam
ciao Sam
certo volentieri. ti rispondo domani!
Stamattina riflettevo su uno stato anarchico e libertario, complice una seconda visione del video che hai postato pochi giorni fa che spiegava in termini semplici il concetto stesso di autodeterminazione, anarchia, libertarismo.
Pensando agli”Agenti” mi sono detto… cazzo… è proprio una cosa ingiusta!
Però poi mi sono chiesto come può essere gestita e limitata la legge del più forte tra i privati cittadini.
Mi spiego: se non esiste un’autorità che abbia anche la forza di imporre una legge, chi impedisce a li mio vicino di casa, due volte più grosso di me, di spaccarmi la faccia perchè pensa che l’abbia guardato male?
In un paese perfetto ovviamente non succederebbe, ma nella realtà è stato ideato un modo di organizzare le cose in modo che ci si autodetermini, non si abbiano”gli agenti” e contemporaneamente sia garantito il rispetto e i diritti di ognuno?
La domanda non è ironica e mi piacerebbe saperne di più.
Co.
Ne parliamo dopo le feste. Per ora tanti auguri! 😉
Non mi piace il Natale…
Però ti auguro un sacco di belle cose a prescindere!
🙂