Come si fa la Storia

In questi giorni sono un po’ assente da internet e dalle faccende italiane perché sono totalmente assorbito dai fatti egiziani. Ogni giorno quando torno a casa accendo Al Jazeera English Live e seguo la battaglia in piazza Tahrir. Forse la battaglia più importante degli ultimi anni al mondo. Tahrir è storia e sarà ancora di più storia se i tanti semplici eroi che la occupano rimarranno là. Da loro dipende l’esito di centinaia di milioni di uomini in tutto il medioriente e in tutto il mondo e il futuro della storia nell’area.

Se siete tra quelli che come me avete seguito la rivoluzione egiziana su Al Jazeera vi sarete resi conto di aver assistito a uno straordinario pezzo di storia umana. Milioni (letteralmente milioni di persone) che si sono riversate sulle strade e sulle piazze per chiedere al tiranno di andarsene. Cio’ che ha colpito di piu’ sono state la straordinaria e bellissima autorganizzazione, la civilta’, la maturita’ di uomini e donne, poveri e borghesi, musulmani o copti. Milioni di persone che si aiutavano a vicenda per raggiungere un unico obiettivo: spodestare il tiranno. Nonostante le cazzate che vi dicono nei giornali occidentali, grazie ai commenti e alle menzogne delle cancellerie mondiali, l’unica violenza e l’unico caos che si sono visti provengono dal governo. Tutta la violenza e la brutalita’ provengono esclusivamente dallo stato. Mubarak ha scatenato i suoi uomini contro folle inermi e assolutamente pacifiche. E qui bisogna tristemente notare come la polizia in tutto il mondo ha l’esclusivo compito di infiltrarsi nelle proteste per creare disordini: dalla Tunisia all’Egitto, dall’Italia agli USA. Le forze di polizia fanno parte dell’economia del mantenimento del potere delle minoranze al governo: servono per illudere le persone che senza un governo c’e’ solo il caos e la violenza. Eppure abbiamo visto come per settimane gli egiziani hanno vissuto senza lo stato, organizzandosi per tutti i loro bisogni e l’unica cosa che hanno ricevuto dallo stato sono stati proiettili e manganelli.

Che popolo coraggioso questo egiziano. Che eroi, semplici persone da cui prendere esempio. Ognuno di loro vale cento dei nostri debosciati protestanti occidentali, questi sì pronti a distruggere vetrine, banche e a mettere a ferro e fuoco la proprieta’ altrui per il solo gusto della protesta. Per poi il giorno dopo andare a guardarsi il Grande Fratello o la partita di Champions e votare cani e porci alle elezioni.

Questi egiziani, che voi nei media occidentali chiamate estremisti, violenti, fondamentalisti sono il piu’ grande esempio da seguire per il futuro e fanno vedere la meschinita’ dei nostri governanti preoccupati per i loro interessi piu’ che per quelli dei popoli oppressi. L’Egitto di oggi e’ uno specchio che ci permette di vedere i nostri regnanti nudi. Grazie Egitto. Siamo (quei pochi che sanno) con voi.

7 commenti

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7 risposte a “Come si fa la Storia

  1. Kirbmarc

    La cosa più bella che ho sentito è stata la risposta alla domanda diun giornalista alle squadre di vigilanza del quartiere: “Conoscete la religione di chi abita in questo palazzo?” “No, e non ci interessa”.

    Invece ho letto elogi a Mubarak (“è un dittatore, ma anche no, anzi è un baluardo contro il fondamentalismo” e bla bla bla) su metà degli editoriali di giornali “liberali” come il Corriere e l’Espresso.

    Mi aspettavo propaganda filo-Mubarak dalla stampa del Nano (che ha paura di fare la fine dell’amico egiziano) ma non da chi lo combatte (al limite mi aspettavo la solita giraventola terzomondista).

    Insomma per gli ideologi “progressisti” dobbiamo essere sempre noi a “liberare” gli altri: guai se osano farlo da soli e senza aderire a una linea di partito occidentale.

  2. In Egitto ci sono disordini, la guerra civile nelle capitali e nei paesi occidentali a trovare una posizione comune. Alcuni, come il segretario generale dell’ONU Ban Ki Moon chiede libere elezioni subito, mentre il primo ministro italiano Silvio Berlusconi Mubarak rinforza la schiena. Forse è una buona cosa, perché alla fine deve decidere il popolo egiziano, come procedere lì. Ai miei occhi questo Mohamed ElBaradei solo uno che ora vuole saltare sul treno in movimento alla polvere, a volte velocemente presidente. Lui è nei miei occhi non è la legittimità democratica.

  3. O quando i cristiani copti si sono proposti di difendere i compagni musulmani durante le preghiere del lunedi?
    Ho visto preti copti con imam assieme nella piazza urlare contro Mubarak.
    Ho visto i giudici e i professori universitari assieme alla gente comune in quella piazza. Bloggers e giornalisti. La società egiziana è mlto più complessa e ricca di quanto gli americani o gli occidentali ci vogliono far credere.

  4. maschileindividuale

    beh non è che da noi ci siano chissà quanti che scendono in piazza per rompere la proprietà altrui.
    ci sono tantissime manifestazioni in Italia ogni mese e non succede mai nulla.
    quella dei vandali che assaltano è una minoranza puntualmente ripresa ed esaltata dai media conservatori e/o ultraliberisti (con il culo altrui) di questo Paese.
    piccolo sassolino dalla scarpa: a quanti dicevano che nella cultura musulmana non poteva nascere nulla… che l’Islam porta con se la fine della storia e della lotta per la libertà… beh gli egiziani hanno dato una bella lezione.

  5. Sono arrivato sul punto di chiudere il blog esattamente per lo scarso interesse che questo mezzo, almeno a livello italiano, abbia del tutto ignorato questa che più che una vicenda è davvero un pezzo di storia.

  6. ale

    Anche la rivoluzione iraniana contro lo shah nacque così, anche la società iraniana era estremamente complessa e composita, in piazza ci andavano comunisti, femministe, laici, religiosi. Poi però, una volta cacciato lo shah, prevalsero i religiosi, più organizzati e più capaci di far presa sulle masse. Non so se finirà così anche in Egitto, spero di no – ma lo spero per gli egiziani, non egoisticamente da europeo che si ritroverebbe una repubblica islamica dietro l’angolo. Comunque hai ragione tu: al Cairo si sta facendo la storia e noi tutti dietro al bunga-bunga. E hai ragione pure sul ruolo della polizia in tutto il mondo, purtroppo.

  7. Per Socialista eretico

    Be’ io mi riferivo ai G8 o alle recenti manifestazioni in Piazza del Popolo a Roma.

    Per Gians

    Eh non credo che chiudere il blog per una cosa del genere sia una bella idea. 🙂

    Per Ale

    Questi sono proprio i commenti che si sentano nei media occidentali. Identici, ripetuti a iosa continuamente. Da mal di testa.
    Le due cose sono completamente differenti:
    1) Khomeini e la sua rivoluzione furono attivamente supportati dalle sinistre occidentali per anni in funzione antiamericana. Khomeini salì al potere anche grazie ai comunisti francesi che lo accolsero in esilio in Francia.
    2) legato a questo primo punto c’è il fatto che si trattava della guerra fredda. Cioè l’Iran faceva parte dello scacchiere della guerra e quel governo fu supportato anche dall’URSS in funzione anti-irakena e quindi anti-amerikana.
    3) questa rivoluzione è frutto della generazione di internet, i giovani egiziani parlano inglese e usano i social network come qualsiasi ragazzo occidentale e sono abituati agli stranieri grazie al turismo. In Iran nel 1979 non esisteva internet, esisteva solo la TV di stato gestita poi dai rivoluzionari.
    4) non esistaono slogan antiamericani o antisraeliani in queste manifestazioni come fu in Iran.
    5) i copti rappresentano il 10% della popolazione e hanno potere in molti punti nevralgici dell’economia egiziana mentre i fratelli musulmani sono isolati dal punto di vista internazionale e non hanno alcun supporto dalle sinistre occidentali.
    6) In Iran è successo quello che è successo anche grazie a una specificità persiana del paese: è l’unico paese a maggioranza sciita nella regione e questo ha alimentato il nazionalismo.
    ecc. ecc

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