Bisogna censurare Marylin Manson perché incoraggia violenza tra i giovani

Da più parti leggo che i mandanti morali dell’atto di Brievik sono i cristianisti europei, anche quelli di casa nostra, Fallaci, Ferrara e Pera in testa. E’ un’operazione molto pericolosa quella che si sta facendo, cioè quella di cercare i mandanti tra chi nel bene o nel male parla d’Europa, di multiculturalismo ecc. Potranno essere tutte puttanate quelle dette da Pera o dalla Fallaci ma hanno tutto il diritto di dirle e non devono di certo preoccuparsi se un pazzo scatenato le utilizza per farne una strage (a meno che non siano loro stessi a chiederla, come fanno molti imam di casa nostra). Con questo voglio dire che per quanto io sia nemico delle ideologie fallaciane o periane o ferrariane o cristianiste in genere non me la sento di riversare la responsaiblità di quello che è accaduto in Norvegia su questi autori. Sarebbe come fare lo stesso errore dei preti che chiedono di annullare i concerti metal o censurare i dischi di musica metal perché potrebbero incitare i giovani alla violenza (vedi titolo che riprende le parole di un prete). Idem coi videogiochi. E’ una china pericolosa perché dà la responsabilità di un atto violento di un pazzo, non al pazzo stesso ma alla cultura da cui si è nutrito.

Ho passato anni e anni a sentire professori, preti, giornalisti e politici accusare l’heavy-metal, i giochi di ruolo, la fantascienza, i fumetti, i videogiochi di fomentare violenza e non ho alcuna intenzione di diventare come uno di loro.

Questa volta è successo ai cristianisti (tra l’altro Brievik era ben lungi dall’essere un fondamentalista cristiano, leggetevi il suo testo giornalisti!), la prossima potrebbe toccare a noi. Chissà, un giorno qualche pazzo che legge il mio blog andrà a far saltare una fabbrica di farmaci omeopatici o un monastero cattolico o un ufficio di Equitalia.

Potrebbe succedere a chiunque di essere letto o ascoltato da un pazzo che utilizza le vostre parole come giustificazione per la sua pazzia. Per la cronaca Brievik si sarebbe potuto nutrire di qualsiasi filosofia per fare quello che ha fatto: islam, comunismo, cattolicesimo, puritanesimo ecc. Il fatto è che Brievik era semplicemente un pazzo. Punto.

E state pure attenti alle citazioni che ha utilizzato: potreste cadere nel simpatico errore di accusare il campione del liberalismo John Stuart Mill di essere un fondamentalista cristiano antislamico e nazistoide antelitteram

10 commenti

Archiviato in giornalismo di merda, Italia provinciale, politica

10 risposte a “Bisogna censurare Marylin Manson perché incoraggia violenza tra i giovani

  1. Sinceramente non sono d’accordo. Posto che non voglio mettere nessun limite alla libertà di parola (sia quella di Marcello Pera o degli imam fondamentalisti), bisogna fare dei distinguo.
    Non si può incolpare Jodie Foster perchè tale John Hinckley, fan squilibrato, cercò di accoppare Ronald Reagan per fare impressione su di lei. E una legittima dialettica politica (magari particolarmente accesa, come in Italia qualche anno fa e negli USA ai tempi dei tea parties) potrà ispirare un folle a tirare una statuina del duomo in testa a Berlusconi o a provare a uccidere una deputata democratica.

    Quando però parliamo di movimenti politici xenofobi, le cui idee sono in buona parte coincidenti con quelle dell’attentatore norvegese (eccetto ovviamente la giustificazione morale di assassinare decine di ragazzini a sangue freddo), parliamo di gruppi che accolgono al loro interno molte persone prone alla violenza, che flirtano con le associazioni neofasciste, che invocano misure discriminatorie, che invitano alla proiezione su un capro espiatorio delle paure, insicurezze e incazzature.

    Il rapporto tra l’islamofobia dell’estrema destra europea e gli attentati in Norvegia non è quello che c’è tra Marilyn Manson e gli assassini di Columbine.

  2. nomedelblog

    sono d’accordo con Cachorro, il rapporto tra idee e atti non è sempre lo stesso: per esempio, un atto violento può nacere sia da una ideologia violenta che da una pacifica. ma se si può discutre e fare distinguo sulla responsabilità “culturale”, all’atto pratico non si può addebitare la responsabilità morale di un Brievik a una persona che non ha mostrato (non ancora, magari, e solo accidentalmente, ma questo non si può sapere, e nel dubbio non si limita la libertà a qualcuno) di avere quel “quid” che potrebe portarlo a collegare idee e atti.

  3. Hai ragione solo in astratto. iN QUESTO CASO non si tratta di Marilyn Manson e del suo vezzo borghese di epater le bourgeois ( o come diavolo si scrive).
    La mixofobia deve far fuori il nemico letteralmente. L’eterofobia è violenza implicita; non ha bisogno di scoppiare. Esclusione o eliminazione. Il leghismo coerente di questo norvegese non è più cruento di chi lascia morire i migranti nei CIE , nel Mediterraneo o nei cantieri.

  4. Io più che altro analizzerei bene le motivazioni. Quelle di Brievik non erano quelle di uno psicotico (anche se ovviamente filtrate da una personalità con componente sadica, narcisista e con mania di grandezza): voleva difendere un’identità culturale che considerava minacciata, proteggersi dall’invasione esterna, sacrificarsi per la sua comunità. Sono esattamente le stesse motivazioni dei terroristi di religione musulmana.
    Non dico che si possa comparare l’estremismo islamista alla destra islamofoba europea: il primo ha fatto migliaia di morti e anima associazioni paramilitari in tutto il mondo, la seconda agisce nell’ambito delle regole democratiche. Inoltre, l’11 settembre ha eccitato le fantasie dei militanti jihadisti, che hanno tentato di ripeterlo, mentre penso che il 99,9% dei seguaci dei vari LePen, Wilders e Borghezio (sperèm) sia inorridito dagli eventi successi in Norvegia, al di là dall’assurdo tentativo di attribuirli al multiculturalismo.

    Però non si può neanche dire che Breivik era un pazzo che avrebbe potuto fare la strage indifferentemente in nome della civiltà giudaico-cristiana, del marxismo, di Marilyn Manson, per vendicarsi della fidanzata o per obbedire alle vocine che sentiva in testa.

  5. nomedelblog

    “Il leghismo coerente di questo norvegese non è più cruento di chi lascia morire i migranti nei CIE , nel Mediterraneo o nei cantieri.”

    c’è di buono che poi quando leggo queste cose, anche se sono troppo stanco per ribattere, e troppo ignorante per farlo bene e con le dovute parole in francese, mi consolo dicendomi che, aldilà o meglio prima delle ideologie e di tutto il contorno, resta il fatto che come me, e come il commentatore di sopra e come tante persone che professano idee vicine alla destra xenofoba , al mondo la maggioranza è costituita da persone buone e compassionevoli che, di fronte al fatto reale, sifarebbero ammazzare per salvare decine di ragazzini innocenti. anche se poi alcune di queste persone sostengono tesi secondo le quali l’unica differenza tra il norvegese e il vicino leghista è che il primo è “più coerente”, oppure che se non c’erano gli islamici il tizio norvegese forse non l’avrebbe fatto e quindi.

  6. Kirbmarc

    “(eccetto ovviamente la giustificazione morale di assassinare decine di ragazzini a sangue freddo)”

    E’ questo il punto. Pera, la Fallaci e Ferrara possono essere personaggi sgradevoli, ma non incitano alla violenza. Idem per Borghezio o Le Pen. Sono xenofobi e razzisti? Certo. Le loro idee sono irrazionali, retrograde e illiberali? Senza dubbio. Hanno responsabilità, dirette o no, nella strage? Assolutamente no.

    La colpa della strage ricade su Breivik, l”esecutore materiale e su eventuali complici o finanziatori (se ce ne sono). Al limite, chi incita esplicitamente alla violenza può essere considerato parzialmente responsabile (e comunque in maniera indiretta). Non vedo come si possano attribuire responsabilità a degli autori che si limitano a esprimere opinioni xenofobe, a meno che non si voglia usare la tragedia come scusa per censurarli.

    La libertà di opinione dà diritto di parola a tutti, anche alle persone irrazionali, retrograde e razziste. Se si comincia a limitare la libertà di un gruppo, qualunque gruppo, anche il più sgradevole, si limita la libertà di tutti.

  7. Non è Marylin Manson o il rock ‘n roll il problema, il problema è la società che non si cura delle menti malate che girano libere di fare danni. Sto tizio pare che per la legge norvegese tra 30 anni uscirà e sarà di nuovo libero di andare in giro a fare stragi.

  8. “La libertà di opinione dà diritto di parola a tutti, anche alle persone irrazionali, retrograde e razziste.”

    Questo per me è sacrosanto. Ma penso che sia legittimo giudicare le idee espresse dalla Fallaci, ma soprattutto da Borghezio (che è un uomo politico e non un semplice intellettuale) anche dalla loro possibilità di armare i violenti; sto parlando di giudizio intellettuale di una posizione ideologica, non di responsabilità su atti altrui. Breivik ha portato alle estreme conseguenze una retorica diffusissima nell’Europa degli ultimi anni che ha ingigantito gli effetti dell’immigrazione islamica e che si fonda su pregiudizi xenofobi e sfrutta efficaci archetipi come quello dell’assedio o quello della minaccia occulta (la quinta colonna): ingredienti per la politica (per intenderci, penso lo stesso anche di tanti discorsi massimalisti di sinistra):

  9. Scusate l’assenza ma sono impegnatissimo in questo periodo.
    Non sono d’accordo con chi dà responsabilità di background culturali per il caso norvegese. Primo perché le responsabilità sono individuali e non di un gruppo, a meno che il gruppo non inciti alla violenza come nel caso degli imam musulmani. Ci sono imam che urlano nelle strade di Londra chiedendo di decapitare gli infedeli e nessuno si lamenta (ci sono i video su youtube). Chissà perché…
    Secondo, noi vediamo questo episodio filtrato con le lenti italiote. Il movimento antijihad scandinavo o britannico o olandese ecc. non ha niente a che vedere con quello cattolico nostrano di pera, magdi allam ecc.
    E’ un movimento secolarizzato, spesso ateo con nessun legame col cristianesimo. Basta leggersi Gates of Vienna da cui Brievik prendeva ispirazione.

  10. La responsabilità delle nostre azioni ricade sempre sia su di noi, in maniera individuale, che sulla società, in percentuali che variano: se compro una macchina veloce e vado a 300 all’ora, la responsabilità della velocità dipende da me (quasi tutta), mentre la scelta della macchina dipende dalla società, che mi impone modelli di successo (ma anche un po’ mia perchè mi adeguo). Così come per la strage di Oslo, è vero il Brievik potrebbe essere pazzo, ma è anche vero che è riuscito a procurarsi tutte quelle armi. A questo poi si aggiunge, secondo me, una dinamica di strumentalizzazione da parte di chiunque: basti vedere i titoli del Giornale dopo la strage (contro i musulmani) o il servizio del Tg1 su Call of Duty. Ognuno ci vede un po’ quello che vuole in queste cose, l’importante però, è essere consapevoli che questo accade.
    (E poi : “la seconda agisce nell’ambito delle regole democratiche” mi sembra un ossimoro…)

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