Vengo dalla luna

E’ un momento di totale straniamento per me col resto degli esseri umani. Non riesco più a sincronizzarmi con gli altri della mia specie sia per quanto riguarda la logica che per le questioni etiche. Mi sembra di essere un eretico in Arabia Saudita circondato da gente che applaude alle esecuzioni pubbliche e che non fa altro che annuire alle più strampalate leggi basate sulla Sharia.

Non capisco perché due adulti non si possano accordare liberamente sullo scambio che vogliono fare: lavoro in cambio di denaro. E non possano concludere questo accordo pacificamente senza l’intervento di una divinità che tutto vede e provvede.

Non capisco perché il datore di lavoro debba pagare un’indennità ad una persona che ha licenziato, non importa per quale motivo sono fatti suoi. La compagnia è sua ed è lui la fonte della ricchezza e solo lui può prendere decisioni a riguardo. Lo dico da lavoratore dipendente: se mi dovessero licenziare accetterei la cosa senza chiedere l’intervento dei picciotti di turno. Il mio diritto allo stipendio decade nel momento in cui il datore di lavoro non mi accetta più. Allo stesso modo di come il mio diritto all’affetto coniugale decade nel momento in cui mia moglie mi dovesse chiedere il divorzio.

Non capisco perché siamo maturati abbastanza per accettare la dissoluzione dei contratti matrimoniali ma non per quelli lavorativi.

Se mi dovessero licenziare non accetterei mai i soldi rubati ad altri individui con la forza, andrebbe contro la mia morale. Elemosina, furto, violenza per me sono tutti atti immorali. Una società basata sul furto e sulla violenza contro gli innocenti è immorale e dovrebbe far parte della storia barbarica che ci saremmo dovuti lasciare alle spalle insieme alla schiavitù e al genocidio.

Non sono un idealista e non penso che questa società da un giorno all’altro possa cambiare ma almeno vorrei seminare il dubbio sulla coscienza degli altri. Ormai da anni per ogni decisione che prendo penso sempre: quanta violenza è stata compiuta per farmi avere questo “servizio” o “diritto”? Quanti innocenti sono stati derubati per darmi questo? A volte non si può fare altro che accettare certe cose perché si è parte integrante del sistema e non si ha scelta ma a mio parere è giusto fare i conti con la propria coscienza ogni volta.

Siamo riusciti a costruire questi processi mentali di causa-effetto per molte cose: dalla guerra (se compro questo oggetto da questa compagnia che produce mine avrò sulla coscienza la morte di innocenti?) all’ambientalismo (se butto l’olio usato nel fiume quelli a valle avranno acqua inquinata?), dal vegetarianismo (se mangio carne accetto che altri esseri soffrano per me) alla nostra salute (se fumo o bevo troppo alcool posso ammalarmi) ma non siamo ancora riusciti a farlo per la tassazione (usando questo servizio accetto che tutti gli altri vengano derubati del loro lavoro). Che rimane ancora un tabù, un dogma della fede per cui chi lo contesta viene messo alla pubblica gogna o incarcerato.

Non esistono pasti gratis, non esistono diritti gratis, c’è sempre qualcuno che paga per i capricci o i privilegi che chiediamo. I diritti positivi sono delle illusioni che derivano dalla cieca fede alla religione a cui tutti siamo stati educati fin da bambini.

E sono disgustato dalle persone che superficialmente mi accusano di essere un orco, io che non alzerei le mani contro nessun altro essere umano, io che non ruberei dalle tasche degli altri neppure con la scusa che sono stati altri a farlo per me. Le stesse persone che fanno finta di niente mentre milioni di persone ogni giorno vengono schiavizzate, munte e uccise dalla minoranza di turno. Chi è l’orco, quello che dice agli scagnozzi di fare violenza contro gli altri o quello che non torcerebbe un capello al proprio vicino?

E’ giunto il momento di fare una rivoluzione delle coscienze: non possiamo continuare a vivere in queste condizioni usando lo stato per aggredire le persone, non possiamo più permettercelo. Lo dobbiamo alle nostre coscienze prima di tutto, altrimenti non ci possiamo arrogare il diritto di definirci diversi dagli altri animali di questo pianeta.

45 commenti

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45 risposte a “Vengo dalla luna

  1. Un commento sulla questione del contratto lavorativo: sembra quasi che la presenti come una relazione tutta centrata sul datore di lavoro. Il contratto di lavoro è una situazione teoricamente alla pari tra due parti; nel caso del lavoratore non specializzato e pochi datori di lavoro, il dipendente è debole, ma nel caso di un lavoratore altamente specializzato e molti datori di lavoro, è l’esatto contrario!
    Questo per dire che: abbiamo firmato un contratto, questo contratto prevede diverse cose tra cui magari la durata indeterminata e altre condizioni. Non mi pare una cosa così assurda e inconcepibile da un punto di vista libertario.

  2. Sul resto del post, non commento perché il discorso si fa troppo generale e chissà dove arriveremmo… (temo da nessuna parte)

  3. Non capisco Ivo: quello che sto contestando è che il contratto e le regole sono state scelte da una terza parte, ovvero lo stato. E’ ovvio che se le due parti firmano un contratto scelto da loro questo deve essere rispettato. Ma questo non è il caso: il datore e il dipendente non hanno alcuna scelta. O così o niente altrimenti sei in nero. Punto.

  4. Roberto

    La questione non è o bianca o nera, ci sono anche molti toni di grigio in mezzo. Il discorso è troppo lungo e complesso e non credo riuscirei a spiegare bene il mio punto di vista.
    “La compagnia è sua ed è lui la fonte della ricchezza”: ecco, la seconda parte di questa tua affermazione non è poi così scontato sia giusta.

  5. Devi imparare ad accettare la realtà così com’è, da semplice osservatore. Interagiscono troppe variabili in un contesto del tutto caotico, per poter azzardare una qualsiasi previsione. Alla fine, la risultante di queste interazioni, come al solito, sarà completamente diversa dalle attese delle singole parti in gioco. Ognuna di loro gioca un ruolo, senza tuttavia conoscere le regole della partita. L’effetto sarà puntualmente del tutto casuale, per cui è impossibile dire se un determinato atteggiamento sia effettivamente il più favorevole per chi lo pone in atto. Inutile farsi il sangue cattivo. Ogni comportamento che l’individuo o il gruppo di appartenenza decide di assumere (il contestare, il rubare, il dissimulare, il comportarsi correttamente, l’aderire a un sindacato, eliminare l’articolo diciotto e così via) è perfettamente legittimo, in quanto nessuno a priori può dire se esso si tradurrà in un danno o in un vantaggio per colui o coloro che lo abbiano assunto o, di converso, per i suoi o i loro avversari.

  6. (avevo scritto un commento lunghissimo, mi sa che si è perso, mannaggia: ci riprovo).

    Boh, fabri, non so che dirti, in effetti mi sembri stralunato. In tutti i post libertari che ho letto, da te e da Yoshi, fate sempre l’assunzione che tutte le tipologie di contratto, di acquisto/vendita di oggetti, di lavoro, di nolleggio, ecc, siano tutte equivalenti: libero scambio tra individui seri, responsabili, e allo stesso livello. Stretta di mano e via, senza tanti fronzoli e ostacoli.

    Ci sono un sacco di assunzioni nascoste dietro questa affermazone che però non esplicitate mai. La maggior parte dei post che scrivete sono collezioni di improperi verso lo stato, le sanguisughe, l’ingustizia delle tasse, ecc. magari presi da esempi concreti. Ma alla fine, dopo lo sfogo, non dite mai con che cosa si sostituisce ‘sto maledetto stato canaglia, e come possa esistere una società e una economia completamente anarchiche. E se qualcuno vi fa notare qualcosa, rispondete “non capisco, è così semplice”. No, per me non è affatto né semplice e neanche scontato. Sarà colpa delle incrostazioni socialiste, che ti devo dire. E non ho sinceramente voglia di imbarcarmi nello studio di tonnellate di tomi dall’aspetto sinceramente poco invitante. E se ho poca voglia e poco tempo io, mi figuro altri meno usi alla lettura.

    Quindi, prima di buttarci a fare la rivoluzione, vogliamo vedere il cammello, almeno una piccola parte. Prova a rispondere a queste domande:

    Che garantisce che il contratto verrà rispettato da entrambe le parti? Chi paga le spese per far si che il contratto venga rispettato? chi paga le spese dell’avvocato per controllare che il contratto non sia una truffa? Chi ci garantisce che il controllore è onesto e non appattato con l’altra parte? I monopoli sono un problema? Che succede se c’è una carestia? ci affidiamo alla provvidenza delle elemosine volontarie dei vicini? ognuno per se’? Dai, fatemi capire, anche solo intuire cosa c’è dietro.

    (e non mi dire che con lo stato sarebbe uguale: non vale come risposta, se devo fare la rivoluzione la devo fare per il meglio non per l’uguale).

    Ecco, se la risposta non ci va nei commenti, capisco e aspetto con pazienza qualche post chiarificatore.

  7. Snem

    La storia può aiutarti a capire.

  8. “Ma alla fine, dopo lo sfogo, non dite mai con che cosa si sostituisce ‘sto maledetto stato canaglia, e come possa esistere una società e una economia completamente anarchiche.”

    Un paziente malato di cancro chiede al medico: “Ma una volta che mi avrete tolto il tumore con cosa lo sostituirete?”
    Il prete dice all’ateo: “Ma una volta che avete ucciso le divinità con cosa le sostituirete?”

    “Che garantisce che il contratto verrà rispettato da entrambe le parti? Chi paga le spese per far si che il contratto venga rispettato? chi paga le spese dell’avvocato per controllare che il contratto non sia una truffa? Chi ci garantisce che il controllore è onesto e non appattato con l’altra parte?”

    Già chi le paga queste cose adesso? Ricordati: there is no free lunch in the world. Non mi verrai a dire che queste cose sono gratis? L’assurdità statalista vi ha fatto credere che per pagare un servizio abbiate bisogno di dare i soldi prima a qualcun altro che vi faccia credere che è gratis. Nel mio mondo io pago l’avvocato. Nel mondo attuale io pago lo stato e tutti quelli ce ci mangiano e poi meno dell’1% andrà a pagare l’avvocato.

    “I monopoli sono un problema? Che succede se c’è una carestia? ci affidiamo alla provvidenza delle elemosine volontarie dei vicini? ognuno per se’? Dai, fatemi capire, anche solo intuire cosa c’è dietro.”

    I monopoli non sono un problema di per se stesso. I monopoli sorgono quando lo stato privilegia certe compagnie amiche dei governanti e non permette ai piccoli di crescere. Un mondo senza monopoli è meglio ma non sta scritto da nessuna parte che dobbiamo eliminarli.

    Un’altra cosa: non esiste alcuna rivoluzione della società da compiere nella nostra filosofia. La rivoluzione presuppone che qualcuno sale al potere e dirige la società come vuole lui. Non vogliamo cambiare la società, vogliamo essere lasciati in pace dalla società.
    E’ molto complicato da comprendere appieno e leggendo i tuoi commenti è come se leggessi me stesso anni fa quando commentavo nei blog libertari.
    Una cosa che mi ha aiutato a capire è questa: lo stato è come una megacorporazione privata, non è un agente neutrale, arbitro, superpartes ecc. Non esiste la proprietà pubblica (tra l’altro è un ossimoro), la proprietà come dice il nome può essere solo di qualcuno. E le cose che non sono degli individui sono della megacorporazione. Il pubblico non esiste, è una mistificazione, un’illusione linguistica e concettuale.
    Ora, segui questo passaggio: ammettiamo che a capo di questa corporazione ci sia Steve Jobs. Non è cambiata molto giusto? L’entità è la stessa ma il padrone è un imprenditore, con tutte le strutture ancora intatte. Tutto, ogni cosa è rimasto uguale a parte il proprietario.
    Ora ammettiamo che Jobs venda una parte di queste strutture ad altri imprenditori più piccoli. Prima divide queste strutture in modo geografico poi i singoli imprenditori spezzettano ancora di più queste proprietà fino a che esisteranno delle compagnie che offrono servizi specializzati.
    All’inizio al cittadino comune non cambia molto, poi le compagnie incominciano a competere per avere più clienti e lì arriva il cambiamento: la tassa non è più estorta con la forza per offrire un servizio ma viene pagata scegliendo la compagnia migliore. Qualsiasi servizio che lo stato fa può essere fatto da qualsiasi altro privato. Infatti lo stato non è altro che una enorme, inefficiente megacorporazione che non può migliorarsi perché non ha competitori in nessun campo. Puoi scegliere la cittadinanza Apple o Nintendo o Sony e ognuna di queste compagnie cercherà di offrirti i migliori servizi per attrarre più cittadini possibili. Anche il welfare ovviamente come fanno molte compagnie già ora (Google, Facebook ecc. hanno programmi pensionistici privati, asili nido, mense ecc.). Il diritto della proprietà privata diventa policentrico. Questo è solo un sunto veloce, per il resto spero di avere tempo di potermi spiegare in futuro.

  9. Per Lector

    il tuo è eggio del laissez fair è nichilismo! 😉
    Vorrei avere dei punti morali fermi e fare scelte, non semplicemente avere il massimo di guadagno da qualsiasi situazione. Altrimenti troverei utile uccidere le vecchiette e rubargli la pensione! 🙂

  10. Purtroppo, nella pensione delle vecchiette, oggi come oggi, rischi di trovarci veramente poco, altrimenti la cosa sarebbe seriamente da valutare …. 😀
    Infatti, io sarei tendenzialmente nichilista. Nel senso di Max Stirner. Non esistono punti morali fermi, poiché questi si tradurrebbero inevitabilmente in assoluti, al pari di quelli della religione o del marxismo. La morale è tendenzialmente un frutto del patto sociale e regge finché regge il rapporto sinallagmatico. Quando l’equilibrio si sbilancia troppo a favore (o a sfavore) di una delle parti, il contratto si rompe e la morale corrente viene sovvertita.
    La nobiltà godeva dei propri privilegi in quanto, al suo sorgere, garantiva la sicurezza di un territorio dalle irruzioni di predoni saraceni e ungari e ne amministrava la giustizia. I suoi abusi venivano tollerati dalla generalità del popolo, esclusivamente in ragione di tale funzione sociale. Quando detta funzione venne meno, la nobiltà assunse un ruolo che veniva avvertito esclusivamente come parassitario; parassitismo che provocò la reazione (lenta ma inesorabile) delle classi che più si sentivano defraudate da questo onere privo di corrispettivo, mano a mano che ne assumevano coscienza. Ne scaturì la Rivoluzione Francese e l’abbattimento di tutta la morale e la tradizione precedente, che oggi nessuno – spero, a parte Joseph Ratzinger – si sognerebbe di voler recuperare.

  11. Snem

    Bello il feudalesimo 2.0 con l’iPad, la xbox y la Wiiiiiiiiii….
    La chiave sta tutto nel “puoi scegliere”: garanzie che sia cosí?

  12. Corrado

    Il discorso della fine del contratto non la condivido molto:
    in primis, fatta eccezione per alcuni casi particolari, è il datore di lavoro che ha in mano tutto il potere. Il che significa che mi licenzia perchè lavoro male(e là ci sta benissimo) ma anche solo perchè gli sto antipatico, perchè dico a voce alta che il suo protetto fa degli illeciti, perchè si è alzato male.
    Questo significa che magari io che mi sono fatto un mutuo, senza colpa mi trovo come l’Aretino Pietro. Oppure significa che devo stare zitto e baciare il piede del Padrone all’ingresso della fabbrica.
    Magari quella fabbrica ho contribuito io a tirarla su, facendomi il mazzo, oppure con le mie intuizioni, però da oggi a domani mi trovo col culo per terra perchè ho turbato l’ordine cosmico del Padrone.

    Se poi ti riferisci al sussidio di disoccupazione, beh per come la vedo io ogni mese io pago il premio di un’assicurazione che dice che se perdo il lavoro riceverò per tot mesi una quota della media degli ultimi stipendi. Dire che questo è ingiusto è come dire che chiedere che l’assicurazione RC auto non copra i danni che faccio ad un altro veicolo: pago ogni mese(o ogni anno) tot per avere questa garanzia casomai ci siano dei problemi.
    Se ci sono problemi, esigo il pagamento.
    Che poi questo non sia ottimale, sono d’accordo. Permettetemi di non pagare le tasse, e in quel caso provvederò da solo ai miei servizi. Ma fino a che sono costretto a pagare, il poco che posso raschiare lo pretendo!

  13. Dave

    “Leggevo poco, qualsiasi fossero i miei interessi. E in quel poco che leggevo mi annoiava trovare svariate teorie, tutte contraddittorie e tutte ugualmente suffragate da convincenti argomentazioni, tutte ugualmente probabili e funzionanti secondo una selezione dei fatti che aveva l’arroganza di rappresentare tutti i fatti. Se alzavo dai libri i miei occhi stanchi, se rivolgelvo al mondo esteriore la mia turbata attenzione, vedevo una cosa sola, che mi negava l’utilita’ di leggere e di pensare, strappandomi uno ad uno tutti i petali dell’idea dello sforzo: l’infinita complessita’ delle cose, l’immensa somma, la prolissa irraggiungibilita’ di quei pochi dati che sarebbero necessari per la formulazione di una scienza” cit. F.P.

  14. “Bello il feudalesimo 2.0 con l’iPad, la xbox y la Wiiiiiiiiii….
    La chiave sta tutto nel “puoi scegliere”: garanzie che sia cosí?”

    Ti rispondo con una domanda: adesso hai scelta e hai garanzie che sia così? Ogni volta tutti ci contestano che nel nostro “mondo fatato” non si potrà scegliere, che sarà tutto un monopolio, che un gruppo prenderà il potere e lo utilizzerà per comandare sugli altri, che i deboli soccomberanno contro i potenti…. Ma non vi rendete conto che le accuse che fate non sono altro che il mondo in cui vivete ORA. Tutti hanno paura del monopolio in una futura società senza stato, ma noi viviamo già all’interno di un MONOPOLIO.
    Inconsciamente nelle critiche non fate altro che rappresentare il peggio del mondo in cui viviamo ora.

  15. “in primis, fatta eccezione per alcuni casi particolari, è il datore di lavoro che ha in mano tutto il potere. Il che significa che mi licenzia perchè lavoro male(e là ci sta benissimo) ma anche solo perchè gli sto antipatico, perchè dico a voce alta che il suo protetto fa degli illeciti, perchè si è alzato male.”

    E quindi? E’ una sua decisione. Come è una tua decisione di uscire da un ristorante che non ti piace e poi senti il cameriere che ti rincorre e ti dice “Guardi che non può uscire per futili motivi a meno che non sia per motivi economici.”
    O vuoi lasciare la tua ragazza ma lei chiama un giudice e dice che non la puoi lasciare per futili motivi e il giudice dovrà decidere per il reintegro nella coppia.
    O non ti piace il modo in cui la persona che hai pagato per tagliarti la siepe ti taglia la siepe. Gli dici che non vuoi che lui tagli la siepe per te in futuro perché non ti piace il modo in cui lavoro. Il giorno dopo arriva un giudice e ti dice che devi accettare il reintegro del giardiniere.

    Perché per tutte i rapporti della nostra vita le scelte vanno bene e sono giuste ma per il lavoro in un’azienda di otlre 15 dipendenti ci deve essere la tutela? Se è immorale licenziare per futili motivi allora perché non lo è per le aziende al di sotto dei 15 dipendenti e perché non lo è per i servizi che tu “licenzi” ogni giorno scegliendo. Quante volte avrai “licenziato” compagnie di telefonia, negozi, ristoranti ecc. Però con loro il contratto scade nel momento in cui il loro servizio non ti piace.

  16. Snem

    Ehi! Sei tu il libertario (ed io il suddito). Sei tu che devi dimostrare le tue teorie di libertà 😉 E non vale una dimostrazione in negativo: è forse vero questo perché quell’altro non è vero? È una fallacia logica per l’illusione della simmetria (libertarismo Vs. socialismo?)
    Quindi, puoi scegliere? Credi di si, come tutti gli altri.

  17. Corrado

    Credo che non sia la stessa cosa: Quando vado dal mio giardiniere io faccio un contratto per prestazione d’opera. Lui fa il suo lavoro, lo pago, fine contratto. Se lui fa il suo lavoro bene ma a metà strada io decido che non voglio che lo faccia più non è che lo posso licenziare. Il contratto era per quella prestazione tutta intera. A meno che sia motivato… mi manca di rispetto, lavora male, ruba le mie cose…
    Idem per il ristorante: non mi piace, per qualunque motivo, pago quello che ho mangiato(faccio quindi un negozio giuridico per ogni cosa che acquisto) e me ne vado. Non è che siccome ho mangiato metà della pastasciutta me ne vado e non la pago o la faccio pesare e pago in proporzione a quanto ne ho mangiata. Fine del contratto, a quel punto posso anche non tornare più.
    Se esco senza pagare e il cameriere mi insegue, ha tutte le ragioni.
    In caso contrario basterebbe dire che non mi piace il lavoro svolto per non pagarlo a prescindere dal fatto che lo gradisca o meno.

    Se ho un contratto da 6 mesi invece che per una prestazione non vedo perchè debba valere qualcosa di diverso: per quei sei mesi il posto di lavoro sarà mio. Alla fine il datore di lavoro deciderà se confermarmi o meno, ma nel frattempo non è che siccome si alza storto mi licenzia su due piedi.

    Se poi si arriva a un indeterminato e io mi comporto con perizia, produco quanto è richiesto dal contratto, non vedo perchè debba essere licenziato.
    Se mi hai fatto un contratto del genere evidentemente hai valutato di assumermi perchè per te ne vale la pena e perchè prevedi che la mia opera ti sia utile per un tempo abbastanza lungo. Se poi non ti conviene più tenermi, nessuno vieta di fare riduzione del personale. Se lavoro male, mi licenzierai con giusta causa.
    Non vedo seriamente il punto.

    La questione fidanzata è ovviamente provocatoria ma per nulla attinente in quanto non ci sono rapporti economici in ballo. Ma se vogliamo metterla su questo piano direi che è giusto che la ragazza riceva una percentuale di quanto le ho versato come stipendio per essere fidanzata con me, escluse ovviamente le donazioni e i premi produzione) e che possa venire con un giudice a impormi di pagare. Visto che di solito pago zero per stare con una ragazza, sono disposto a darle anche il 100% di questa cifra a tempo indeterminato e una buona uscita di una mensilità per ogni anno in cui siamo stati assieme.

    Riguardo la questione nazioni corporative invece posso anche essere d’accordo… alla fine non è molto diverso dalla minestra che dobbiamo mangiare ogni giorno.
    Il discorso dei 15 dipendenti non lo capisco. Guarda che anche se ho un negozio e ho un commesso a tempo indeterminato vale la stessa garanzia. Al massimo non gli danno la cassa integrazione(ecco, a quello sono contrario).

  18. “Credo che non sia la stessa cosa: Quando vado dal mio giardiniere io faccio un contratto per prestazione d’opera. Lui fa il suo lavoro, lo pago, fine contratto. Se lui fa il suo lavoro bene ma a metà strada io decido che non voglio che lo faccia più non è che lo posso licenziare. Il contratto era per quella prestazione tutta intera. A meno che sia motivato… mi manca di rispetto, lavora male, ruba le mie cose…”

    Gli esempi sono provocazioni assurde, per il semplice motivo che in tutti gli esempi che ho fatto le due parti non firmano un contratto statale che li lega a condizioni e a tutele statali. Quello che voglio dire non è che ORA l’imprenditore debba stralciare i contratti dei dipendenti e li licenzi quando vuole. Il contratto è stato firmato, stop. Deve rispettarlo. Sto dicendo che quel contratto dovrebbe essere redatto (in un mondo ideale) dalle due parti senza obblighi di legge.
    Quando ho firmato il mio di contratto sapevo benissimo a cosa andavo incontro e cosa rischio quando infrango le regole. Per esempio, nella mia situazione io potrei essere licenziato in qualsiasi momento. Ed è giusto che sia così. Se nel contratto ci fosse stato scritto “devi leccare i piedi al manager ogni 20 giorni” non l’avrei mai firmato. Altro esempio assurdo per dire che un imprenditore ha tutto l’interesse a far sì che nel suo contratto ci siano certe tutele se no nessuno lavorerebbe per lui.
    Se poi mi licenzia per nessun motivo in particolare e questo è concesso dal contratto cazzi suoi: perderà credibilità, altri lavoratori lasceranno il lavoro perché non si sentono in un ambiente sicuro. Qui in UK l’ho già visto questo film: ho visto gente scappare da una compagnia perché il CEO era uno stronzo. La compagnia ha perso ottimi lavoratori e nel lungo termine fallirà.

  19. Emanuele

    C’è una cosa che non manca nel mondo d’oggi, che pure si sta avviando a un periodo di crisi per l’esaurimento di alcune risorse materiali indispensabili: la carne da macello. L’imprenditore, che sia il proproetario della fabbrichetta del nord-est o della multinazionale sa che con un mercato sempre più libero non avrà mai problemi a trovare manodopera, anche super specializzata. Le conseguenze sono evidenti.

  20. Corrado

    Probabilmente quanto dici tu funziona bene in un contesto in cui esiste un mercato del lavoro. Esiste una reale flessibilità. Esiste la possibilità di avere un peso in una qualunque trattativa. Credo che questo non sia vero in Italia. Il discorso Co.Co.Co. o Co.Co.Pro. credo sia emblematico. La nuova schiavitù legalizzata. Il datore di lavoro ha tutte le garanzie e nessun rischio. E questo è valido non solo per i call center ma per qualunque tipo di impiego.
    Credo che ci siano delle garanzie minime che debbano essere date anche al lavoratore. Ovviamente siamo distanti anni luce da certi casi di strapotere in cui abbiamo un imprenditore che neppure può licenziare.
    In soldoni credo che prima di arrivare a una situazione ideale che descrivi tu, da toccare ci sia ben altro prima: in primis la tassazione sul lavoro in modo da rendere effettivamente possibile lo sblocco delle occupazioni. Poi, una volta che si ripristina una situazione di equilibrio tra domanda e offerta di lavoro, allora possiamo lasciare che sia un contratto tra cittadini.

  21. Vi invito a leggere questo post sulla mia esperienza qui in UK con i villaggi privati. Soprattutto per quelli che mi chiedono come può funzionare una società senza stato.

  22. Corrado

    Su queste cose sono d’accordo anche io. Penso anche io che un privato o un gruppo di privati possa fare meglio di un comune. Però innanzitutto la cosa non pè garantita e ovviamente rivendere una casa comprata in un quartiere mal gestito non è la stessa cosa di cambiare ristorante. Se si parlasse di case in affitto in cui io pago un tot all’anno o al mese e questo include anche i servizi, allora sì, ovviamente finisco l’anno e cambio. Ma se io mi faccio un mutuo magari di 30 anni e il quartiere è gestito a c.d.c. non è così facile.
    Non lo è neppure nel pubblico, mi dirai. Sì, vero. Ma qua si discute di migliorare la situazione, non di rimanere uguali. Oltretutto pur stando in un quartiere privato sono comunque obbligato a pagare le tasse comunali, provinciali, regionali e statali oltre alla quota per i servizi. E pagherò per servizi che non voglio, che non avrò e che non mi servono per fare sì che siano altri ad usufruirne.

    In secondo luogo il mio discorso puntava principalmente alla questione lavorativa: non credo che si possa pensare di togliere ogni garanzia al lavoratore se non il suo peso nel mercato del lavoro se prima non si creano delle condizioni per un’efficace ripresa del mercato del lavor stesso. Inizia a detassare il lavoro dipendente, a creare una situazione dinamica in cui c’è bisogno di forza lavoro e conviene produrre invece che fermare le macchine, e allora posso anche accettare che in questa nuova situazione, in cui il lavoratore ha un suo peso, ognuno si faccia il contratto che preferisce.

  23. antoniobianchetti

    solitamente entravo nel tuo blog per leggere le recensioni che facevi molto bene ai film di fantascienza, ma su questo argomento volevo dire la mia perchè bisogna fare alcune precisazioni. Io sostanzialmente sono d’accordo con Corrado anche perchè il tuo “villaggio ideale” è a tutti gli effetti un “piccolo stato” tutelato a sua volta da uno “stato più grande” che sta intorno a lui, o meglio, che tutela i privati che l’ hanno costruito. Questo villaggio continua ad esistere perchè la gente che ci abita lavora, ma nel momento in cui il lavoro incomincia a mancare, magari inizialmente per .alcuni di loro e che probabilmente saranno anche aiutati dagli altri, ma poi, il lavoro viene a mancare per molti e poi per tutti A questo punto l’ equilibrio viene a mancare, e il “villeggio ideale” rischia di diventare un “villaggio fantasma”. Lo Stato più grande che le sta intorno cercherà, con i suoi limiti, di prevenire questo problema per evitare che l’ ordine costituito diventi un grosso problema sociale. La Costituzione italiana è basata proprio su questo concetto: se un individuo non lavora non sarà mai un essere libero; ed ecco che con questo ideale lo Stato si impegna per garantire questa libertà. Arriviamo così al fulcro del discorso da dove era partito: l’indennizzo ad un dipendente licienziato “senza giusta causa”. L’ esempio del “famoso giardiniere” è sbagliato perchè lui lavora per me e per altre migliaia di persone, io soltanto per il mio imprenditore, che è più bravo di me, è più intelligente, e per queste doti ha aperto un industria ma ha bisogno di dipendenti validi per portare avanti il suo progetto e li assume. Lui vivrà in un “villaggio per ricchi” con le piscine, le Ferrari e magari anche le barche e un eliporto, e così facendo fa lavorare altre industrie e altri dipendenti, e a me va bene così, perchè con il mio stipendio, mi posso permettere un “villaggio normale” e vivere la mia vita. Ma se ad un certo punto mi licenzia (ripeto senza giusta causa) solamente perchè si accorge che con il corso degli anni ho maturato per la mia bravura degli aumenti di stipendio, e lasciandomi a casa assumerebbe un giovane con uno stipendio più basso, così facendo sbaglia nei miei confronti, perchè il mio lavoro fatto nel corso degli anni, e ripeto fatto bene, ha contribuito anche al suo di benessere. La vita è sempre un dare e avere, non dico che io sarò legato a vita con il mio imprenditore, ma se non mi vuole più, se mi vuole mandare via mi indennizza (e su questo punto inizierebbe un altro discorso ma la fare troppo lunga e allora mi fermo).

  24. antoniobianchetti

    Scusa Fabristol, ma ogni volta che cerco di tornare indietro per correggere gli errori di battitura come quello dell’ ultima riga, mi si blocca il commento e non riesco ad andare avanti. Forse è il mio PC perchè anche il mio testo postato è apparso dopo un giorno. Vedo se riesco a concludere, e se il discorso rimane spezzato chiedo venia. Volevo dirti che nei paesi nordici come in UK i dipendenti validi sono considerati una risorsa (giustamente lo hai precisato: se fossero mandati via l’ azienda fallirebbe). In Italia invece, spesso sono un peso perchè devono andare avanti i più malleabili. Le tue idee anarchiche mi piacciono ma, in qualsiasi tipo di società, sia libertaria che socialista o democratica, ci deve essere sempre qualcuno che faccia rispettare le regole, perchè alla fine c’è sempre chi se ne approfitta e fa quello che vuole. Nel film “The Village” di Shyamalan un gruppo di persone gestisce una bellissima idea per portareavanti la propria utopia, anche se

  25. “Lo Stato più grande che le sta intorno cercherà, con i suoi limiti, di prevenire questo problema per evitare che l’ ordine costituito diventi un grosso problema sociale.”

    Per rispondere ti faccio due domande:
    1) in che modo lo stato previene che una persona possa ricevere un compenso perché non lavora?
    2) ora nel tuo mondo a quanto è salita la disoccupazione? Non pensi che con più del 50% del nostro lavoro che va in tasse DOVREMMO già vivere in un paradiso in terra con tutti che lavorano, tutti che hanno una casa ecc.?

  26. antoniobianchetti

    prima concludo il discorso spezzato (probabilmante è un segno del destino… merito di essere licenziato !) …”anche se per farla continuare devono dire alle nuove generazioni una bugia basata sulla paura e sull’ omissione (quante ce ne dicono nella nostra vita fin da piccoli: L’ uomo nero, Dio (?), la religione ecc. ecc.). Ma oltre le mura al confine del bosco c’è sempre qualcuno o qualcosa che controlla l’idea. Poi qualcun’altro prende coraggio e decide di scavalcare il muro e sarà lui, appresa la verità, se ritornare nel “villaggio” per continuare una vita normale, o superare lo “stato” che controlla e andare oltre (e questo potresti essere tu

  27. 1): dandogli un sussidio per il tempo necessario (in base all’età) fino a che non trova un altro lavoro.
    2): bella domanda (non hai tutti i torti), innanzitutto, bisogna differenziare le tasse dalle imposte, ma è sempre il solito discorso, nei paesi nordici le tasse creano dei servizi che funzionano, in Italia è uno strumento che usato in maniera sbagliata diventa un problema. Però vedi, negli USA dove il sistema è quasi come dici tu, i problemi non li hanno risolti, anzi…

  28. tanto per

    lavora per i privati e capirai l’importanza del contratto collettivo codificato

  29. Corrado

    bada bene antoniobianchetti che io non penso ci debba essere uno stato che gestisce le cose, o se ci fosse dovrebbe essere limitato a poche cose(tipo la difesa, per dire…).
    Dico che però ci dovrebbero essere dei paletti minimi per ogni contratto in modo da evitare che i pescecani si mangino tutti i pescetti e poi si rimanga senza nulla.
    Un esempio è quello del licenziamento senza giusta causa. Una regola minima che vale per tutti potrebbe essere che il lavoratore che viene licenziato senza motivo o nonostante la sua aderenza alle condizioni contrattuali e la sua produttività negli standard o superiori, riceva un’indennizzo pari a tot per ogni anno di lavoro oltre a tutti gli arretrati di ferie, scatti di stipendio etc. Questo perchè se l’azienda funziona è anche per quel lavoratore.
    Questo non vuol dire che ci debba poi essre lo stato o i sindacati. Semplicemente si risolverebbe con il diritto privato presso un giudice di pace. Se poi questo datore di lavoro non desse nessuna garanzia semplicemente starebbe proponendo un contratto nullo. Un po’ come se io chiedo soldi a qualcuno e questo mi chiede l’interesse del 50%…

  30. Per tantoper

    lavoro per privati.

  31. “1): dandogli un sussidio per il tempo necessario (in base all’età) fino a che non trova un altro lavoro.”

    La domanda era un trabocchetto. Il sussidio come lo paghi se non rubando ad altre persone? Ciò che si vede e ciò che non si vede, diceva Bastiat. Vediamo la mano che dà il sussidio ma non vediamo la mano che punta la pistola sulla tempia degli altri cittadini.

    “2): bella domanda (non hai tutti i torti), innanzitutto, bisogna differenziare le tasse dalle imposte, ma è sempre il solito discorso, nei paesi nordici le tasse creano dei servizi che funzionano, in Italia è uno strumento che usato in maniera sbagliata diventa un problema. Però vedi, negli USA dove il sistema è quasi come dici tu, i problemi non li hanno risolti, anzi…””

    PErdonami ma gli USA sono ben lontani dal sistema a cui penso io! Gli USA sono un paese socialista, imperialista e sono ben lungi dal libertarismo che propugno io. Quello che c’è in USA si chiama crony capitalism, ovvero un mix di libero mercato, grandi industriali in combutta col congresso e tanto protezionismo.

  32. antoniobianchetti

    Guarda Corrado che forse mi sono spiegato male, quando parlo di “stato”, intendo qualcuno che controlla gli equilibri e faccia solamente rispettare le regole. Non ho ampliato il discorso sul licenziamento perchè hai ragione tu in riguardo agli anni lavorati ecc. ecc. ma ti dirò di più. Perchè devo essere licenziato? e se avessi il diritto di essere reintegrato in azienda? Poi deciderò io se lavorare in un posto dove non mi vogliono più, o cambiare lavoro…

  33. la prima domanda potrà anche essere un trabocchetto, ma ritorna sempre il controllo dell’ equilibrio di un’ intera società. Tutti pagano qualcosa e tutto funziona. Perchè in Svizzera, in Danimarca, in Svezia, dove si pagano moltissime tasse, i servizi funzionano e i cittadini sono rispettosi delle regole ? Ti farò due piccolissimi esempi: in Italia anni fa quando chiedevo ad un fumatore di smettere perchè mi dava fastidio il fumo, se era giudizioso spegneva la sigaretta, ma se era maleducato mi sputava negli occhi inventandosi le scuse più idiote. Poi, hanno fatto una legge, e ora, MIRACOLO, è normalissimo vedere le persone fumare fuori dai locali, Se prima andavo in banca o in farmacia, mi trovavo sempre un sacco di gente appiccicata al mio culo che spiava quello che facevo. Poi hanno deciso di tirare “una riga gialla” che non doveve essere oltrepassata e, MIRACOLO, ora posso fare le mie operazioni in santa pace. Purtroppo gli uomini hanno molti difetti e spesso vanno corretti con delle leggi. Anch’io sono incazzato nero di quello cge sta succedendo ora

  34. scusa (i soliti problemi), stavo dicendo che ora sono incazzato perchè in Italia sta succedendo proprio il contrario di quello che invece andava fatto: Hanno reintrodotto l’ ICI, aumentato le trattenute in busta paga (addizionali “regionali” e “comunali”), aumentato l’IVA al 23%, aumentato le accise sulla benzina. Stanno assassinando le piccole imprese, costringendo i piccoli commercianti a chiudere perchè accerchiati dalle multinazionali. E questa la chiamano ripresa… questo è il baratro. E’ qui che hai ragione. Tanti dicono che Monti ha il gradimento della società, ma dopo vent’anni di politica dove si potrebbe stilare un vero e proprio bestiario

  35. e ora la finisco… dopo il “porcellum” e il “mattarellum”, dopo il “cielodurismo” e “Wlagnocca”, dopo le “meteorine e le patatine”, le “orgettine e le orsoline, il “bugabunga”, le corna e i “cucù, le berzellette sconce e i sorrisi cretini. Ma se anche dopo tutto questo in parlamento si insediava “pinocchio”, lo avrebbero osannato come il salvatore.

  36. Corrado

    Devi essere licenziato perchè ci sta che il datore di lavoro possa non volerti più: magari ha un figlio da sistemare. Mica è un ergastolo, è un contatto per darti un posto di lavoro.
    Un po’ come quelli che fanno lo sbaglio di dare una casa in affitto a qualcuno e poi anche se hanno necessità della casa devono fare i salti mortali per rientrarne in possesso(spesso anche se non pagano, se hanno figli o anche una finta invalidità è un casino anche in presenza di sfratto esecutivo)!

    In Svizzera e Danimarca le cose funzionano perchè esiste una mentalità quadrata e tutti la applicano. Questo però non tiene conto del fatto che se entrasse qualche elemento di disturbo che non si adatta alle regole, manderebbe in vacca buona parte del buon lavoro svolto(vedi tra l’altro i problemi del Turchi in tedeskia che sono legati anche a questo). Inoltre per avere una programmazione del genere c’è da limitare una serie di libertà personali, in primis il fatto che se io non voglio essere coinvolto in un processo assistenzialistico non posso comunque evitarlo ma devo comunque sottostare e pagare anche per servizi di cui non usufruirò mai. Potrei ad esempio non concordare su come lo Stato spendeil 70% delle tasse che mi porta via: supponiamo che per me siano più importanti politiche indirizzate al miglioramento dell’istruzione invece che il potenziamento delle infrastrutture industriali. Il mio parere non conta nulla. Deciderà qualcun altro per me e io nonostante me li sia guadagnati non posso decidere che fine fara la gran parte dei miei soldi. Per riprendere l’esempio di Fabrizio come se tu comprassi un gelato e poi il padrone del ristorante lo desse non a te ma a un funzionario che ne da un cucchiaino qua e uno là agli altri avventori fino a che a tavola te ne arriva un terzo. Quando chiedi spiegazione ti dirà che quelli ne avevano bisogno. Bisogno su decisione di chi? E perchè devo soddisfare io i loro bisogni? Perchè devo produrre per il gelato degli altri? allora mi conviene stare seduto senza lavorare e aspettare che gli altri producano per il mio.

    Esempio limite: vado a vivere in una bicocca a 20km dal più vicino centro abitato(tipo il nonno di Heidi) e mi guadagno da vivere facendo un telelavoro tramite un pc collegato a un telefono satellitare, ho le mie caprette, le galline e un paio di conigli, coltivo un orticello, produco da solo la mia energia tramite un impianto eolico e fotovoltaico. Una volta al mese prendo lo zaino percorro una mulattiera e arrivo al limite della civilizzazione dove acquisto i beni che non posso produrre e torno a casa. Oppure addirittura non lavoro ma produco solo nel settore primario e poi baratto le cose che mi servono coi miei prodotti.
    Diciamo che ho anche la fobia degli ospedali per cui non utilizzerò il SSN.
    Cosa succederà?
    Che comunque nonostante io non utilizzi quei servizi dovrò pagare per la manutenzione delle strade, degli acquedotti, per la sanità pubblica, per l’istruzione di figli che non ho e non avrò mai, delle ferrovie e mille altre cose.

    Ora… dove sta la mia libertà di rifiutarmi di usare un servizio e di pagarlo? Perchè io devo pagare, per dire, le spese per le cure oncologiche di persone che hanno deciso di fumare tutta la vita(dai 1200€ a boccione in sù)? O le interruzioni di gravidanza di persone che hanno scopato senza preoccupazione(dai 1800€ in sù)? Perchè devo pagare per delle strade che non userò mai e che probabilmente sono state appaltate all’amico del sindaco che fa un lavoro a cazzo offrendo un prezzo bassissimo in gara d’appalto per poter poi guadagnare veramente con la manutenzione? E perchè lo Stato deve decidere che cosa sarà di me se, per caso, mi sento male e qualcuno mi trova, mi recupera in extremis e finisco attaccato a una macchina per 20 anni anche se io non voglio e l’ho lasciato scritto?
    E ci sono un milione di altri esempi non patrimoniali legati alle libertà morali e personali che ora dopo un turno di notte e una mattina a studiare non mi vengono in mente.
    La questione fumo di sigaretta, o linea gialla non necessitano dello stao: si tratta di convenzioni tra cittadini: se un locale decide che non si fuma al suo interno e un altro sì, io decido che là non ci vado più e vado dove non si fuma. Chi fuma va con gli altri fumatori. Se io esco con un fumatore o mi adeguo io accettando il fumo, o si adegua lui andando a fumare fuori.
    Se una filiale bancaria mette la linea gialla e un’altra no, a parità di condizioni andrò in quella che la mette, e siccome è una cosa gratuita e poco problematica verosimilmente quasi tutti si adegueranno: se non è stato fatto prima è solo perchè nessuno ci ha pensato, un po’ come il numerino eliminacoda al supermarket che pur non essendo obbligatorio ormai è quasi ubiquitario.
    Il discorso Monti è uguale a quello di Obama: un’ottima operazione di marketing e ormai che l’imperatore è stato acclamato nessuno può dire che è nudo oppure si sfascia tutto e la corte si trova in mutande anch’essa, per cui tutti quelli che dall’imperatore hanno da guadagnare gli fanno la ola e il popolo minuto, che in Italia ha picchi di disinformazione da medaglia d’oro, a pensare che finalmente le cose andranno meglio! Pia llusione.

  37. Ribadisco: leggete “L’unico e la sua proprietà” di Max Stirner e vedrete che duecento anni or sono qualcuno aveva già detto tutto quello di cui state parlando. Poiché Stirner stava dalla parte della verità e aveva inquadrato perfettamente la natura del problema, Marx lo giudicò talmente pericoloso che impiegò quasi 100 pagine del suo libro “L’ideologia tedesca”, scritto con Engels, nel tentativo di deridere e screditare così il filosofo, che aveva già involontariamente definito tutti i motivi che avrebbero condannato il comunismo al fallimento.

  38. antoniobianchetti

    Primo finale – prologo: “…l’uno per cento che costituisce la classe dominante e sfruttatrice, e che oggi controlla le economie del mondo, non muterà con le attuali regole del gioco. Ci mentiranno, creando l’ illusione del cambiamento, e metteranno una faccia davanti dopo averci fatto altre promesse…” John Trudell, nativo americano. Brano tratto dal discorso del “Raduno della sopravvivenza delle Black Hills – anno 1980

  39. antoniobianchetti

    Secondo finale – svolgimento: Andy Warhol disse che nel futuro ognuno di noi avrebbe avuto i suoi 15 minuti di popolarità. Banksy ora ha risposto che in questo futuro, chissà se ognuno di noi avrà in suoi 15 minuti di anonimato. Qualcun’altro ha detto che nel futuro ognuno di noi sarà popolare con i suoi 15 amici. Consigli per la lettura: “Una sola moltitudine” Ferdinando Pessoa e i suoi eteronimi (Adelphi 22 euro)

  40. antoniobianchetti

    Terzo finale – conclusione: “…i governi monopolistici nazionali saranno sostituiti dai governi transnazionali dominati dalle grosse lobby economiche. I piccoli imprenditori saranno costretti a cessare le oro attività dalla concorrenza delle Corporation che potranno permettersi di chiudere in perdita per gli anni necessari ad acquisire il resto del Mercato. E inizierà l’ era della nuova schiavitù, perchè il mercato non ha fallito. Il mercato esige esattamente questo: creare un enorme manipolo di disoccupati per calmierare le pretese degli occupati che così accetteranno di buon grado di sacrificarsi, di rinunciare a tutele e diritti, di farsi sfruttare, escludere precarizzare, di accettare passivamente ogni disagio personale e familiare . Il mercato imporrà le sue regole fintanto che la morale corrente (ovvero il pensiero di ognuno di noi) gli attribuirà immanenti connotazioni divine, o semplicemente naturali…” Argante Pittis – discorso fatto nel 2001 – P.S. Anch’io ho appena fatto il turno di notte, e mi sto preparando al prossimo… ciao

  41. Quarto finale – postfazione: “Mancano 26 anni. Circa. 9600 giorni. Se uno vuole essere preciso. 230422 ore e 45 minuti. Se poi uno vuole esagerare.
    Ventisei anni, novemilaseicento giorni, duecentotrentamilaquattrocentoventidue ore e quarantacinque minuti per la fine del mondo. Quella vera. Quella che toglie il sonno agli scienziati della Nasa, quella che non hanno previsto i Maya, e che anche i russi, da qualche giorno, ritengono probabile.
    Il 13 aprile 2036, la domenica di Pasqua, alle 22,45 un asteroide di 320 metri di diametro, e di 200 miliardi di tonnellate di peso, si abbatterà sulla terra. Si chiama Apophis (meglio conosciuto come 99.942) ed è una vecchia conoscenza di studiosi e astronomi di mezzo mondo. Sono anni che lo tengono sotto controllo. Anni che tentano di calcolare con precisione le probabilità di impatto sulla terra. E anni che litigano sui pericoli reali di una minaccia del genere.
    Poi, proprio in questi giorni, a sorpresa, è arrivato l’annuncio: il rischio che l’asteroide possa schiantarsi sul nostro pianeta è più che reale. Bisogna fare qualcosa. (http://www.gialli.it/2036-un-asteroide-si-abbatte-sulla-terra)”

  42. quelo che dice argante pittis era quello che pensava di poter fare la standard oil, fallendo, perchè in realtà le cose funzionano all’opposto, le multinazionali non possono fare dumping perchè perdono troppi soldi se lo fanno, una piccola impresa con sufficienti liquidità invece può far perdere un boato di soldi a una multinazionale operando in perdita per un po’ di tempo.

  43. Dal punto di vista teorico hai ragione, nella pratica i rapporti di forze sono troppo sbilanciati a favore del datore di lavoro, almeno negli ultimi tremila anni, in futuro vedremo.

  44. dante calzolari

    L`unica cosa certa è che la forza è certamente dalla parte della maggioranza. E certamente non sono i ricchi (e ancora meno gli straricchi) E si può sostenere che la minoranza controlla con le armi e il terrore la stragrande maggioranza ? Nella discussione bisogna tenerne conto. (Si può vedere cosa dice Hayek) Fabristol aiuto..

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