Macchine divine

Non so voi ma il video che potete vedere qui sopra mi ha fatto molto pensare e fatto venire i brividi.

Si tratta di un marchingegno fatto di LEGO che attraverso 25 diverse macchine sposta delle palline di plastica da una piattaforma all’altra per poi farle ripartire dal punto di partenza. Eccezionale, direte. Bellissimo e geniale aggiungerei io. Ma c’è qualcos’ altro che stuzzica le mie meningi qua.

Questa è una macchina il cui unico fine è quello di… esistere. Non c’è alcun fine qui se non quello di funzionare. La macchina come fine a se stessa. L’unico fine qui è esterno alla macchina e cioè quello del suo creatore: mostrare che era capace di una cosa straordinaria.

E qui arriva la metafisica e la teologia. Per chi ci crede questa potrebbe essere la più grande dimostrazione della creazione divina. Gli dèi ci hanno creato per… il loro piacere o per dimostrare a se stessi che erano in grado di farlo. Mi spiace citare Prometheus che ho disintegrato recentemente con una recensione ma l’androide David mi aiuta a centrare il punto. “Perché gli uomini mi hanno creato?” chiede l’androide David ad un essere umano. “Perché potevamo farlo.” la risposta.

Questa teologia corrotta, che vede la divinità creatrice come un “ingegnere” annoiato che plasma macchine senza fine mi pare alquanto lovecraftiana ma degna di nota. Meglio di altre teologie come quella cristiana che vedono fini dove secondo me non ce ne sono. Ecco, se fossi religioso potrei credere in un dio del genere che ha creato per noia.

Per chi, come me, non crede nell’intervento divino questa macchina rafforza la mia convinzione che la vita non ha bisogno di fini se non quello di esistere.

E mi ha fatto pensare ad un’altra macchina che assomiglia molto all’essere umano nella sua forma più divina (e con questo intendo sovranimale, straordinaria nel Regno Animale, frutto di una scelta libera dell’individuo), cioè quella del suicidio*, una macchina il cui unico fine è quello di spegnere se stessa.

La chiamano useless machine -la macchina inutile- ma a me “inutile” non piace, sembra quasi un dispregiativo. Forse queste macchine ci dicono più di quanto pensiamo. Sono macchine filosofiche, macchine che ci dicono chi siamo e il nostro posto nell’universo, forse.  Macchine che ci insegnano sulla nostra esistenza più di quanto dei libri scritti da pastori nomadi del deserto hanno fatto migliaia di anni fa. Macchine divine per l’appunto.

*Ma a questo punto se perfino una macchina è capace di suicidarsi l’uomo non è poi così unico allora. Forse anche noi abbiamo un marchingegno interno che se attivato ci porta al suicidio. Dov’è la scelta allora? Vedete: questa macchina che gli ignoranti bollano come “useless” dice tanto sulla nostra natura.

11 commenti

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11 risposte a “Macchine divine

  1. Bell’articolo! Ti consiglio di guardare questo video, che quasi mi commuove e credo sia molto attinente. http://www.youtube.com/watch?v=5fXN7x7a5So
    Ho scritto qualcosa sulle macchine qui
    http://accidentale.wordpress.com/2012/05/14/homage-to-new-york/

  2. francesco.p

    Machina ex Deo.

  3. Nel campo delle pure ipotesi, ognuna ha la propria dignità.
    Hai mai pensato che l’uomo potrebbe essere unicamente una risorsa di energia vitale per una qualche specie aliena? Una sorta di allevamento di polli in batteria, solo che lasciati pietosamente inconsapevoli della loro reale funzione.

  4. Per Numero Sei,

    grazie! Sì in effetti il tuo post complementa il mio per certi aspetti. 😉

  5. Per Lector

    certo! Ci penso spesso a dire la verità. Leggo molta fantascienza e questi temi sono molto gettonati.

  6. Kirbmarc

    Mi piace questa riflessione su un intelligenza creatrice superumana che crea l’universo solo per il piacere di farlo…anche se a dire il vero questa teologia mi lascia sempre con la domanda sulle origini di questa superintelligenza.

    E un’idea simile alla filosofia epicurea: gli dei esistono ma sostanzialmente non si interessano del mondo, come un artista o ingegnere che passa da un vecchio a un nuovo progetto, e si dimentica l’universo in soffitta.

    L’inquietante idea di lector mi sembra meno probabile:noi esseri umani siamo incredibilmente inefficienti come fonte di risorse nutritive. A meno che gli alieni-allevatori non ci usino come cavie da laboratorio, per testare il nostro progresso scientifico come noi testiamo l’abilità dei topi di percorrere un labirinto.

    Anzi, ora che ci penso le idee di Fabristol e di lector potrebbero essere combinate nell’ipotesi di una razza di dèi scienziati che crea l’universo come un esperimento scientifico! Se non mi ricordo male c’è una bella short story di Asimov al riguardo.

    Fabri, la macchina che si spegne da sola è una metafora eccezionale nel dibattito sul “libero arbitrio”. Personalmente credo che tutte le nostre “libere” scelte in realtà siano il frutto di una sistema altamente complicato (e ricorsivo) di “macchine” cablate nel nostro cervello.

    Non sono del tutto d’accordo con l’aggettivo “sovranimale”: credo che la differenza fra noi Homo Sapiens e gli altri primati nel campo della consapevolezza e della “libertà” delle scelte sia quantitativa più che qualitativa.

  7. Con quel sovranimale volevo dare un tocco di unicità all’essere umano, e l’unicità è il suicidio. Il suicidio è l’unica pratica a mio parere che ci distingue dal resto della biosfera. Anzi forse possiamo spingerci a dire che l’uomo è solo un animale che può decidere di uccidersi. Ma, dopo questo post e quel video questa unicità mi pare sovrastimata! 😉

  8. Mi pare esistano altri esempi. Mi risulta, infatti, da disordinate letture, che almeno lo scorpione in determinate circostanze pratichi il suicidio. Ma non ho approfondito.

  9. Vero: se in situazione di impossibilità di fuga, si punge da solo e muore. Alcuni video su youtube – a dirla tutta abbastanza irrispettosi e crudeli – lo confermano. Certo non è dato sapere se sia un comportamento cosciente.

  10. Mi sembra strana questa storia dello scorpione. Non ne vedo il motivo evolutivo e soprattutto gli animali che usano il veleno per uccidersi sono immuni al loro stesso veleno. Mi documenterò…

  11. Questa delle macchine inutili è un bel tormentone. Sono stato sabato a Torino ad una manifestazione sensoriale in cui tra le altre cose c’era un tizio che presentava le sue macchine inutili. Quella che mi ha colpito di più è un misuratore di lingua per formichieri, molto complesso aggeggio che estrae l’essenza di formiche da un formicaio per attrarre la bestia ad infilare la lingua in un cannello misuratore che esegue poi la difficile operazione. Un’altra macchina interessante è l’accavallavacca, macchina teorica e solo virtuale in quanto progettata al solo fine di avere il nome che è la più lunga parola bifronte .
    Un saluto.

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