Prima di parlarvi del mio dilemma quotidiano vi racconto il sogno che ho avuto l’altra notte:
Un amico mi viene a trovare in Inghilterra e lo porto a spasso per la città. Mentre vaghiamo tra i vicoli stranamente pieni di negozi di fossili (?) vedo un ragazzo che cavalca un essere stranissimo. Sembra un enorme alano ma con le zampe di una gazzella, il pelo rosso lungo come quello di uno yak e il muso lungo e tubolare come di un formichiere. Rimango shockato dall’apparizione e incuriosito lo seguo. Lo perdo più volte com’è tipico dei sogni per poi ritrovarlo e prima che scompaia di nuovo mi metto a correre e grido al mio amico di preparare la macchina fotografica per immortalarlo. La corsa mi porta in una strada più larga e di fronte ad un palazzo vittoriano, simile a certi college di Oxford, noto una folla di ragazzi. Il pubblico si trova sopra delle scalinate in pietra che portano all’entrata di questo palazzo mentre la vera attrazione sono dei ragazzi sul cortile e in strada che cavalcano bestiole simili a quella che ho rincorso prima, questa volta di colore bianco. I ragazzi che le cavalcano sono vestiti eleganti e le ragazze hanno dei vestiti bianchi simili a quelli che un tempo si usavano per la Prima Comunione. Hanno pure delle ghirlande di fiori che mi ricordano la festa di Santa Lucia che si festeggia in Svezia. Mi avvicino ad un ragazzo del pubblico che sta fumando una sigaretta e gli chiedo in inglese: “Cosa stanno cavalcando?”. Il tipo mi risponde sempre in inglese che sono cani molto speciali. C’è una pausa e poi mi chiede se sono della polizia, gli chiedo perché poi come se avesse capito all’istante che non lo ero mi dice avvicinandosi a me: “Sono speciali anche per altri motivi. Li usano per trasportare sotto il pelo… cose.” E mi indica sorridendo la sigaretta. Capisco che intendeva marijuana.
“Ah.” faccio io e scendo le scale per ricongiugermi con il mio amico quando mi sento strattonare al colletto. Mi giro e una donna, un genitore dei ragazzini, mi dice: “Chi ti ha mandato qui? Cosa hai chiesto prima a quel ragazzo?”
“Niente!” faccio io e cerco di divincolarmi. “No tu resti qui con me.” E vedo che si gira per chiamare qualcun’altro. Capisco di essere nei guai per un malinteso ma non riesco a fuggire. Ad un certo punto sentiamo un’esplosione da dentro il palazzo e la donna mi lascia per salire le scale borbottando qualcosa su un complotto ai suoi danni.
***
Il sogno finisce qui. Niente di che, ne ho fatto di migliori. Quello che mi ha sconvolto di questo ma anche di altri sogni e il fatto che mi sento come dire… sdoppiato. Non come attore del sogno ma come regista. Mi sono sorte queste domande:
1) come fa il mio cervello a nascondermi i pensieri degli altri attori se sono io stesso a creare gli attori e i loro pensieri?
2) come potevo essere così sorpreso dall’atteggiamento della donna se io stesso l’avevo creata?
3) i personaggi mi danno risposte alle mie domande come fossero indipendenti dal mio pensiero. Cioè non sono dei doppioni del mio carattere o alter ego ma veri e propri attori con personalità diverse e opposte alle mie.
Sono giunto alla conclusione che mentre sognamo ci sono diversi registi, diverse parti del cervello che non comunicano tra di loro ma che interagiscono per creare una scena credibile. Ci sono compartimenti stagni, moduli a cui abbiamo poco controllo che si aprono per creare storie avolte logiche e coerenti a volte fantastiche e incredibili.
Trovo sconvolgente che giratomi di spalle un attore del mio sogno mi abbia preso per la collottola e io ne fossi sorpreso e che mi abbia detto cose di cui non sospettassi nulla. Non vi è mai capitato nulla del genere? E come ve lo spiegate?
Eddài, Fabristol, questa volta stai complicando una cosa semplice!
Per come mi figuro le cose, i sogni sono una giustapposizione di esperienze primarie elementari da cui il cervello cerca di trarre un filo logico e un minimo di coerenza.
E le esperienze elementari non sono la ratio dietro le azioni di un personaggio, ma sono, ad esempio, la sorpresa di essere colti alle spalle, la meraviglia per un essere fantastico, l’eccitazione di corrergli dietro, et cetera.
Che è poi quello che accade da svegli, con la differenza che da svegli le esperienze elementari non sono generate “a caso” ma vengono dal mondo esterno.
Credo sia un’abitudine preesistente.
Si è abituati a non conoscere il pensiero altrui. Questa convinzione è talmente radicata che, anche nel sogno, si tende a ignorare la volontà altrui. Il cervello lavora usando la coscienza abituale, cioè quella sensoriale, inibendo qualsiasi altro tipo di “comunicazione tra le parti”.
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Il sogno è un pastiche di esperienze che hai avuto durante la tua vita (esperienze che includono i media). I personaggi dei sogni semplicemente un aggregato di atteggiamenti di persone che hai incontrato e delle reazioni che hai avuto.
Bel sogno, comunque. Voglio uno di quelli yak-formichieri, con o senza “sorprese”. XD
Io spesso negli incubi mi ritrovavo ad una sorta di “Dead End” ed il sogno si bloccava malamente. In poco tempo ho sviluppato un meccanismo mentale per cui quando vedevo che “tirava una brutta aria” riuscivo a modificare il corso degli eventi in qualche modo. Dopo diversi cambi di storia, mi sono ritrovato ad un punto in cui non potevo più fare niente e sentivo come una voce fuori campo che mi derideva, stile “Master of puppets/grande fratello”. Da allora appena capisco di essere in un incubo che sta per volgere al termine, riesco a svegliarmi a comando per evitarlo. Questa é la mia esperienza… J
Mah, a me è capitato di sognarmi come uomo, e pensavo (credo) come un uomo oltre a comportarmi da tale. Niente in confronto a quella volta in cui ero una animale simile alla lepre, e correvo a quattro zampe nel loro modo tipico: ricordo ancora la visione del terreno che scorreva velocemente sotto di me e a volte ho nostalgia di questo correre (non “fuggire”, ricordo), era piacevole e gratificante.
Anche io resto sbigottito da sogni analoghi, sia per l’apparente autonomia delle personalità che incontro nel sogno, sia per un altra cosa che a volte mi turba: spesso i miei sogni sono ambientati in contesti di cui non ho esperienza e riguardano questioni di cui non mi interesso e di cui non quasi nulla. Come fa il mio cervello a manipolare conoscenze di un argomento che non dovrei avere e di cui non mi sono mai interessato?
Mmm, però mi sembra che non abbiate risposto al mio dubbio più grande. Va bene che sono personaggi che vengono dalle mie esperienze passate ma perché io sono ignaro di quello che mi staranno per dire? E’ come se fossi un regista, ho scritto lo script e poi mentre stiamo riprendendo un attore si mettesse a leggere una parte scritta da me ma di cui non ricordo.
Forse il mio disagio nasce dal fatto che la maggior parte delle volte io sono il regista dei miei sogni. I miei sogni spesso sono come un film. A volte fermo tutto se per caso va male e torno indietro come se schiacciassi un bottone per tornare indietro con un video. Riprovo la scena, a volte l’abbandono perché non mi piace e ricomincio. In questi sogni è raro che io interagisca con altre persone, semplicemente osservo ciò che avviene. Fin qui va bene perché è come inventare una storia e provare vari scenari. Quando invece sono un protagonista del sogno e interagisco con altri attori questo mi fa paura proprio perché non ho controllo dei loro script.
Ripeto la domanda: come faccio a creare una situazione, una storia dentro il cervello di un personaggio prima che entri in scena senza che io lo sappia? Dovrei almeno essere al corrente che ho appena fatto entrare in scena qualcuno. Almeno quello!
Secondo me l’analogia del regista non funziona al 100%, e credo che queste cose succedano (intendo il fatto che siamo ignari di ciò che sta per succedere nei nostri sogni) perché ci illudiamo di poter controllare il nostro inconscio e dirigere la scena anche nei sogni, ma in realtà non è affatto così. Il nostro ego non è il regista dei sogni. Il fatto che tu nella maggior parte dei tuoi sogni sia in effetti il regista e abbia tutto sotto controllo significa che hai un forte desiderio di controllo/autocontrollo, persino nella tua vita onirica, ma ovviamente (ed è un bene che sia così) non riesci sempre a tenere le briglie. Se conoscessimo sempre la scena e le batture successive dei nostri sogni, dove sarebbe il divertimento? E l’effetto terapeutico dei sogni? Personalmente nei sogni che faccio non so mai che cosa sta per succedere. Certo, in alcuni casi sono in grado di controllarli e dirigerli, credo che con un po’ di attenzione e sforzi tutti riusciamo a farlo, ma molto spesso mi sento piacevolmente abbandonato e trasportato da questa straordinaria energia onirica che travolge tutto ma al contempo ci rigenera e nutre la nostra mente. Sogni d’oro! 🙂
@fabristol, mi pare invece che un po’ di risposte siano arrivate. Provo a riformulare meglio la mia, che comunque non differisce molto da altre espresse nei commenti.
Il sogno potrebbe essere “semplicemente” una sequenza, più o meno casuale, di emozioni/sensazioni/esperienze “elementari” e nel sogno, non molto diversamente da quanto accade nella vita reale, si cerca di trovare un filo logico fra di essi, una progettualità nelle azioni delle altre persone, un nesso casuale fra eventi esterni.
Ti è mai capitato di svegliarti nel bel mezzo di un sogno per un rumore del mondo reale, che però si inseriva perfettamente nella trama del sogno, addirittura *senza* rappresentare un elemento improvviso e inaspettato? Tipo (semplifico molto) un rumore di una porta che sbatte che nel sogno diventa un colpo di cannone, che nel sogno però non era improvviso, ma ben inserito e prevedibile nella trama? Credo che qui entri in gioco un meccanismo di ricostruzione di una “logica” a posteriori, che nei sogni ha molta facilità di accadere perché (non ricordo dove l’ho letto) la scala temporale degli accadimenti onirici è estremamente più veloce (misurata in secondi di wall-clock-time) di quella reale…
Insomma, per riassumere, ti stai facendo delle domande sbagliate, per questo non trovi una risposta soddisfacente a quelle domande.
Mi feci la stessa domanda dopo un sogno che feci qualche anno fa. La mia inquietudine nacque da un personaggio che iniziò un’azione mentre io stavo a quardare senza assolutamente sapere come andava a finire. Quando l’azione terminò capii che il personaggio aveva iniziato l’azione con in mente quella e solo quella conclusione (che io non potevo sapere e che non avevo concepito). Era insomma indipendente da me, non avevo nessun controllo su di lui. La mia conclusione fu che il regista dei nostri personaggi lavora indipendentemente dal regista del nostro io. Il nostro cervello è potente e versatile. Ed è in grado di sdoppiarsi senza problemi. E forse sarà proprio questo che rende i nostri sogni divertenti e soprattutto utili.
Però, se fosse così come ipotizzo un’altra domanda si porrebbe: C’è un unico regista che guida i nostri personaggi o ogni personaggio ha un suo proprio regista personale? 😀
Più di una volta mi è capitato di sognare che stavo leggendo. Mi sono fatto le stesse domande: chi ha scritto ciò che leggo in sogno? Se l’ho scritto io, perché mi sembra nuovo?