Guardando a questa mappa dell’Impero Romano alla sua massima estensione ci rendiamo conto di quanto l’Europa di oggi sia stata plasmata 2000 anni fa dalle scelte dei vari imperatori che si sono succeduti al trono di Roma. Se i romani avessero vinto alla battaglia di Teutoburgo a quest’ora la Germania non esisterebbe come la immaginiamo oggi e la divisione tra popoli latini e germanici sarebbe molto più spostata a nord o a est. Se invece di costruire il Vallo di Adriano le truppe romane fossero riuscite a penetrare nelle highland scozzesi a quest’ora quella che noi chiamiamo Scozia sarebbe indistinguibile per cultura e lingua dal resto del Regno Unito (e non si chiamerebbe Regno Unito). E così via.
Insomma le nostre nazionalità e tutti i confini che gli uomini considerano sacri non sono altro che il frutto di una decisione presa 2000 anni fa. Il caso, la necessità o la volontà di un imperatore o generale hanno decretato la natura odierna di quelle che chiamiamo nazioni oggi. Eppure, nonostante questo concetto sia palese nello studio della storia ci sono ancora persone a questo mondo -adulti oserei dire, e perfino con una certa istruzione – che considerano la propria appartenenza ad una nazione come qualcosa di speciale e unico. Inutile far loro presente che sarebbe bastato che l’Imperatore Augusto avesse fatto avanzare le truppe un po’ più in là di un fiume e ora la nazionalità di cui si vantano non esisterebbe e sarebbe sostituita da un’altra. Un’altra per la quale si celebrerebbero le stesse lodi.
Famiglia, nazionalità, religione, lingua, sono tutti frutti del caso e dipendono da milioni di fattori e da milioni di scelte di singoli individui durante i millenni passati. Come si possa considerare la propria nazionalità o cultura o religione speciale, unica o la migliore rispetto a tutte le altre per me è un mistero. O semplicemente un retaggio della nostra natura tribale, un istinto iscritto nei nostri geni che ci fa credere che il nostro gruppo sia il migliore e che tutto il resto sia inferiore.
E questo è particolarmente e oscenamente disarmante in quei paesi multietnici come il Libano, la Nigeria o la ex-Yugoslavia. Per esempio anni fa parlavo con uno studente nigeriano il quale si vantava del suo cristianesimo pentecostale, l’unico vero per lui. Nel villaggio affianco sono protestanti anglicani, nell’altro ancora musulmani e quelli più interni ancora animisti. Ora, il fatto che ogni villaggio abbia una religione in particolare non è stato il frutto di una decisione volontaria presa dagli abitanti del villaggio, né una benedizione o punizione del dio ma semplicemente del colonialismo europeo a macchia di leopardo in Nigeria. Sulla costa fu più facile convertire forzatamente al cristianesimo, all’interno no. A seconda dei missionari poi ci sono state conversioni diverse, ed ecco quindi il motivo dei pentecostali, battisti, anglicani, cattolici ecc.
L’uomo nazionalista o religioso è così egocentrico che pensa che il mondo sia stato fatto per lui e intorno a lui. Il nazionalismo così come la religione sono due facce della stessa medaglia: l’istinto tribale a considerare il proprio clan come quello privilegiato, benedetto, speciale e migliore. Un comportamento che in tutti i libri di psicologia viene comunemente considerato come infantile.
Così, a caldo, mi viene da dire che spesso è stato una causa scatenante di guerre per la supremazia della nazione o della religione che secondo ciascuno era “la migliore” (immagino sia la stessa cosa che intendevi tu, per estensione).
Non so se lo definirei infantile: sicuramente stupido, probabilmente futile.
Ognuno nella vita ha bisogno di credere in qualcosa: in certi casi è più facile affidarsi alla propria terra, o religione piuttosto che credere in se stessi.
Correggimi se sbaglio.
Grazie per lo scritto stimolante 😉
J
In effetti mi sono sempre chiesto che cosa sarebbe successo se i Romani si fossero spinti piu’ a nord. C’e’ da dire che per il modello economico romano la Germania oltre il Reno era improduttiva, quindi Varo o non Varo penso che si sarebbero fermati piu’ o meno dove si sono fermati, anche se magari avrebbero colonizzato in maniera piu’ massiccia la Ruhr, i Paesi Bassi e la Saar e oggi ci troveremmo una lingua romanza al posto dell’Olandese.
Ma allora di cosa possiamo andare fieri se tutto è correlato ad aventi esterni accaduti migliaia di anni fa? Non posso nemmeno essere orgoglioso che mia figlia sia una grandissima scienzata, perchè se magari avessimo subito l’egemonia di un’altra cultura (i cui ipotetici rappresentanti furono respinti nel 551 nella fantomatica battaglia di Pinco Pallo) non avrebbe mai potuto nemmeno studiare.
Paolo il punto è proprio questo. Andar Fieri – Esser Orgogliosi di qualcosa che non dipende da noi… Io posso esser CONTENTO di esser italiano, e non siberiano o subsahariano( perchè il clima è migliore, il cibo più vario, perchè il mio paese mi dà maggiori opportunità e cosi via) e posso esser FIERO di aver scelto di studiare avendone avuta l’opportunità e aver portato a termine gli studi ( il fatto di averne l’opportunità non significa che farlo non richieda sacrifici) . Posso essere ORGOGLIOSO di scelte che ho fatto, non per scelte che altri, alla mia nascita o 2000 anni fa, hanno fatto per me, tantomeno per il puro caso di esser nato in un posto piuttosto che in un altro…
Infatti quello che devi fare è pensare non in base al popolo in cui per accidente sei nato ma in base a te come individuo. Per esempio orgoglioso di un tuo singolo comportamento. Filtrare, scegliere tra le cose giuste e quelle sbagliate di una cultura e non prendere il pacchetto completo che ti è stato dato alla nascita. Ma questo può capitare solo se ti “scontri” con un’altra cultura. Solo così puoi capire cosa è buono e cosa no della cultura in cui sei nato. Quello che non mi piace è il pacchetto completo e accettare questo passivamente.
Ti cito una canzone che mi piace molto:
“torna al tuo paese, sei diverso!”
impossibile, vengo dall’universo!
la rotta ho perso
che vuoi che ti dica
tu sei nato qui
perche’ qui ti ha partorito una fica
in che saresti migliore
fammi il favore compare
qui non c’e’ affare che tu
possa meritare
sei confinato
ma nel tuo stato mentale
🙂