Lovecraft non abita a Pyongyang- La straordinaria letteratura fantascientifica nordcoreana

new002553-L2_rescaled-152536722Il più grande laboratorio del mondo, ovvero la Corea del Nord (CdN), non manca di stupirmi ogni giorno che passa. La CdN è un posto straordinario per lo studio – loro malgrado – della società umana sotto tutti i punti di vista. Per esempio non posso che rimanere affascinato dalla strada alquanto singolare che la fantascienza nordcoreana ha intrapreso dagli anni 50 fino ad adesso. L’isolamento, l’influenza dei primi autori russi, le ragioni ideologiche di stato hanno creato un genere fantascientifico unico al mondo. Purtroppo non ho accesso ai testi originali ma questo interessante articolo ne descrive le caratteristiche peculiari:

Per prima cosa la fantascienza nordcoreana è superpositivista e vede il futuro in termini di progresso tecnologico e sociale, esattamente come Asimov o i primi autori sovietici. Questo in aperto contrasto con la nostra fantascienza occidentale che negli ultimi 20 anni ha sfornato quasi esclusivamente opere postapocalittiche o con risvolti faustiani dove la tecnologia prende il sopravvento sugli uomini. Ancora più recentemente ci troviamo inondati da malvagie multinazionali che perdono il controllo di virus mortali, di organismi geneticamente modificati, di cloni, di robot ecc. L’uomo perde continuamente il controllo delle proprie creazioni e in generale si ha la sensazione che l’uomo non dovrebbe giocare con la natura. Paradossalmente proprio nel momento in cui l’uomo ha avuto finalmente per la prima volta preso il controllo della natura. In CdN invece sono rimasti agli albori della fantascienza positivista e hard Sci-Fi. In questo senso la letteratura fantascientifica nordcoreana è come una macchina del tempo che ci fa vedere un uomo che non esiste più (e ovviamente uno scrittore e un lettore che non esistono più).

Antropocentrismo. In poche parole la fantascienza nordcoreana è estremamente antropocentrica. Lo stesso Kim Jung Li afferma:

“The Juche Idea implies solving all problems by regarding man as the basic factor. In a capitalist society, everything serves money, not man; capitalists know nothing but money. But in our society man is most highly valued and everything serves man. Man is the master of everything and decides everything. Man conquers nature, and man transforms society. The Juche Idearequires that everything should be made to serve man, to serve the people.” (CW, Vol.27, p.309).

Tant’è che non c’è spazio per gli alieni – tema ubiquitario nella letteratura fantascientifica mondiale. L’uomo è solo di fronte al suo destino ma è totalmente in controllo di questo destino. Lovecraft non è mai arrivato a Pyongyang evidentemente. Motivo? Non esistono prove certe dell’esistenza di creature extraterrestri. Ma uno dei punti fondamentali della fantascienza è proprio quello di creare ipotesi sul futuro, anche quelle più improbabili. Ma allora che tipo di fantascienza ci troviamo a dover descrivere? In effetti la fantascienza nordcoreana non privilegia la scienza e il progresso come fini a se stessi ma come strumenti per descrivere valori cari alla tradizione coreana o al regime. Per esempio la ricerca scientifica è fatta da gruppi di ricerca che lavorano in gruppo e mai dal singolo scienziato-genio. Al contrario, l’individualismo così come l’ambizione personale è spesso fonte di problemi nelle trame. La cooperazione è il valore da esaltare in un contesto di tradizione didascalica tipica del confucianesimo.

Quindi la letteratura fantascientifica nordcoreana non è altro che uno strumento in mano al potere per la propaganda di regime. Sono infatti la norma gli attacchi continui ai nemici del regime come gli Stati Uniti o la Corea del Sud. Tant’è che lo stesso Kim Jong Il in un discorso del 1988 esortò i suoi sudditi a scrivere fantascienza per il regime. Questa passione di regime non deve stupire visto che esistono altri esempi di dittatori appassionati di fantascienza come Gheddafi e Saddam (che scrivevano brevi racconti di fantascienza). In un certo senso un dittatore vive in un sogno poiché proietta la sua rivoluzione verso il futuro, un futuro che egli stesso crea a suo piacimento. Son sicuro però che non abbiano mai trattato di fantascienza distopica a la 1984. Sarebbe stato infatti un altro genere, un’autobiografia.

4 commenti

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4 risposte a “Lovecraft non abita a Pyongyang- La straordinaria letteratura fantascientifica nordcoreana

  1. Pare che la BBC sia riuscita ad entrare nell’Università locale, dopo trattative durate oltre un anno e mezzo, e che tale università sia anche di valore. Speriamo di arrivare a vederlo in Italia..

  2. I nordcoreani stanno evolvendo verso un organismo-comunità.

  3. Kirbmarc

    A questo punto voglio proprio leggere un romanzo di fantascienza nordcoreano. Dovrebbero essere la versione appena un po’ piu’ seria di questo:

  4. Ah aha bellissimo!! Ma dove l’hai trovato?

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