Sono in viaggio per l’Italia da qualche giorno e il nuovo governo Renzi è sulla bocca di tutti quelli che incontro. Ma, con grande mia sorpresa, non nel modo in cui mi aspettavo. Pensavo di trovare italiani stufi del solito governo delle promesse mai mantenute, gente arrabbiata per il fatto che un governo sia stato loro imposto senza andare al voto. E invece tutti quelli con cui ho parlato parlavano di Renzi come una sorta di salvatore della patria, un uomo della provvidenza, con frasi del tipo “speriamo che questa volta vada bene” oppure “aspettiamo e vediamo come va”. Perfino da chi di sinistra non è e perfino da chi non ha votato PD a suo tempo. Alla radio ho sentito una celebrazione di Napolitano come l’unica ancora di salvezza che ancora tiene in piedi l’Italia. Ho avuto i brividi, letteralmente. Gli italiani sarebbero capaci di accettare chiunque gli fosse imposto come già accadde con Mussolini. E all’epoca ci fu sempre un re che accettò e impose un uomo salvatore della patria. Ieri come oggi il re ha un altro nome, ma sempre di monarca si tratta. E sempre di un uomo imposto dall’alto si tratta. E della passiva accettazione della popolazione si tratta di nuovo, come sempre. Il problema non è la strabiliante somiglianza tra i due eventi ma che questo possa accadere di nuovo in futuro con altri protagonisti ben più pericolosi (un Grillo per esempio). Insomma un precedente che possa essere utilizzato come escamotage dalla casta per perpetuare se stessa ad libitum. Quello di Monti fu un colpo di stato orchestrato dalle potenze europee in combutta con Napolitano, quello di Letta una emergenza dettata da questioni di equilibri di poteri interni al parlamento ma quella di Renzi non sta né in cielo né in terra per il modus operandi e per la totale sottomissione di media e cittadini. Renzi non è il problema, né la casta che cerca di sopravvivere: i problemi sono due, Napolitano che in barba ai limiti della sua carica si atteggia a vero e proprio monarca e i cittadini che accettano il tutto come se fosse la cosa più normale. E ve lo dice uno che nella democrazia non ci crede proprio per niente: tutto questo non è normale.
Condivido la perplessità riguardo l’asservimento dei media italiani alle direttive della politica e l’atteggiamento da sudditi di gran parte della “ggente”.
Tuttavia devi ammettere che da un punto di vista oggettivo nessuna norma scritta sia stata violata e il nuovo premier sta al suo posto del tutto legittimamente, per quanto non sia stato eletto a furor di popolo (ma questo non dovrebbe essere un problema per chi non crede nella democrazia).
Mi sorprende anche il tuo complottismo riguardo Monti e non specificate potenze europee è il giudizio sulla non “normalità”. Che vuol dire “normalità” nella Storia?
Secondo me si stanno semplicemente arrangiando alla meno peggio per mandare avanti la (loro) baracca, in perenne ricerca di nuove facce (di culo) dietro alle quali nascondersi, visto che le vecchie facce non sono più credibili.
Fabri, a me l’accettazione passiva non sorprende, ma non e’ tanto una questione di “italianita’” quanto lo stesso meccanismo psicologico per cui anche tanti mangiapreti in punto di morte diventano baciapile.
La gente se ne strasbatte della democrazia e vuole solo la fine della crisi. Ovviamente le loro speranze sono vane e chiunque sia anche solo un minimo politicamente smaliziato se ne accorge, ma non e’ questo il punto.
La situazione e’ grave. Le tasse sono a livelli folli, le aziende chiudono, il sistema pensionistico e’ prossimo al collasso, il futuro sembra un grande buco nero pronto a inghiottire l’Italia. In una situazione come questa qualsiasi fesso puo’ diventare, agli occhi di chi e’ disperato, il Messia del rinnovamento e della rinascita.
Le crisi economiche possono o scatenare guerre civili o portare al potere un dittatore. La casta lo sa bene e gioca le sue carte per rimanere al potere. E la gente abbocca all’amo perche’ spera in un miracolo economico che dia respiro al paese.
Speranza vana, ma comprensibile. Chi non arriva a fine mese dei grandi ideali della democrazia non se ne fa un granche’, ma di un nuovo lavoro…
Ha ragione Kirbmarc. Il paese è allo stremo; per molti versi si tratta d’una situazione assai simile a quella che nel ’22 portò al potere Mussolini.
Ma il pericolo non sono certo Bossi, Berlusconi, Renzi o Grillo. Questi fanno ridere i polli.
Il pericolo è che dal mucchio esca uno veramente con i “contro”, con le idee chiare e un grande appeal.
A mio avviso, oggi come oggi, uno così sarebbe salutato dalla gente come il Salvatore. Voi non ve ne rendete conto, ma basta veramente un niente perché allo stato attuale delle cose ciò si realizzi.