Sia le democrazie che le dittature usano la propaganda ma lo fanno in modo diverso. Ambedue utilizzano la propaganda per la propria sopravvivenza ma la dittatura la usa in maniera molto più parsimoniosa e con attenzione. Un errore e il castello di carte crolla. In democrazia il castello non crolla per il semplice motivo che il “dittatore” di turno puo sempre incolpare il dittatore precedente o se l’ha fatta proprio grossa puo passare la staffetta ad un altro dittatore per altri cinque anni. E le proprie nefandezze vengono lavate dal sistema. Il dittatore ci mette la faccia, letteralmente e anche iconograficamente viste le statue, i manifesti o le banconote che lo raffigurano. In democrazia se qualcosa va male la si copre semplicemente facendo finta che non esista. Se spunta fuori qualcosa la si continua ad ignorare inventandosi altre cose da sbattere in prima pagina. Quando in democrazia il capo delle forze armate dice che sta vincendo sta mentendo. Se stesse veramente vincendo la cosa sarebbe palese e non avrebbe bisogno di andare in TV a ribadirlo. Il dittatore invece quando dice che sta vincendo e’ quasi sempre da credere.
Quello a cui abbiamo assistito nelle ultime settimane è la dimostrazione di cui sopra. Quando il califfo per mesi diceva che avrebbe preso Ramadi e l’intera provincia dell’Anbar aveva assolutamente ragione. Al contrario le democrazie americana e irakena facevano finta di niente e si inventavano storie incredibili: tipo che l’ISIS stesse perdendo e che in pochi mesi avesse perso il 25% del proprio territorio. La presa di Tikrit per esempio fu un semplice escamotage inventato dagli iraniani come leva sul tavolo degli accordi di Losanna. Fu una manovra politica, non militare. ISIS stette al gioco e si ritirò senza colpo ferire facendo credere al mondo di essere stato sconfitto ma in realta stava spostando le truppe su Ramadi e su Homs. Da Tikrit in poi ISIS ha RADDOPPIATO il proprio territorio in Siria e Iraq. Dell’imminente caduta di Ramadi ne parlavo già qui. Come e’ possibile che un ragazzo in un lontano paesino sperduto del Regno Unito sappia più di un generale americano? Niente sfera di cristallo, tranquilli non sono un veggente. Bastava leggere le fonti arabe e lasciar perdere le fonti occidentali, le quali non sono altro che una propaggine della propaganda americana.
Volete una nuova predizione? Ve lo dico io quello che sta succedendo. Ramadi come Mosul anni prima è stata abbandonata dall’Iraq per motivi politici. Per l’esattezza l’Iran ha spinto Baghdad a ritirarsi per due motivi: il primo è’ quello di creare distruzione nel territorio sunnita e dislocare la maggior parte della popolazione sunnita. Poi fare come con Tikrit, cercare di riconquistarla con l’aiuto delle milizie sciite e iraniane e rimpiazzare in futuro con popolazione sciita. In questo modo l’Iran fa la parte del liberatore ma allo stesso tempo cambia la struttura etnica dell’Anbar, come ha già fatto a Baghdad. Il secondo punto è quello di mettere l’ISIS a diretto contatto con l’Arabia Saudita (l’Anbar confina con l’Arabia). Guarda caso infatti i casi di sconfinamenti stanno aumentando e gli attacchi terroristici interni pure (la seconda moschea in Arabia in pochi giorni è appena stata distrutta ieri). L’Iran vuole tenere impegnati i sauditi su due fronti: Yemen e Anbar. Nel frattempo può stabilizzarsi nel sud del cuore sciita irakeno e sul Qalamoun. Il Qalamoun è una regione montagnosa tra Siria e Libano in cui si sta combattendo una guerra feroce e impegnativa tra Hezbollah e ribelli sunniti (Al Nusra e ISIS). Chi controlla Qalamoun controlla il Libano, la roccaforte sciita d’Occidente. Tutte queste cose le sanno tutti in Medio Oriente ma nessuno ve lo dice nei giornali occidentali.
Nel frattempo Al Nusra (Al Qaeda in Siria) si sta ritagliando un piccolo emirato nel grande silenzio dell’occidente. Motivo? Sauditi e Turchia vogliono creare un emirato in Siria per sconfiggere Assad e Hezbollah. In questi giorni si e’ raggiunto l’accordo segreto tra sauditi, turchi e americani sul futuro della Siria nel dopo Assad. Assad è già morto e i vincitori stanno già pensando al futuro insomma. Come lo sappiamo? Il capo di Al Qaeda in Siria, Al Jolani, ha rilasciato una intervista ad Al Jazeera (foto in alto) in cui dice essenzialmente tre cose: Al Qaeda non vuole colpire l’Occidente, non vuole eliminare le minoranze etniche come Assiri cristiani, Drusi e alawiti quando vincerà e ha come nemico giurato l’Iran. I segnali distensivi di al Jolani sono l’evidenza che ha ricevuto l’OK dai propri burattinai. Questo è abbastanza per l’Occidente e per i sauditi. Al Qaeda diventa il meno peggio rispetto all’ISIS e ci fa un favore combattendo i proxies iraniani come Hezbollah e Assad. Israele infatti sta facendo i salti di gioia perché da mesi sta rifornendo e aiutando i ribelli sunniti sulle alture del Golan e sta bombardando le truppe di Suleimani (generale iraniano che sta guidando Hezbollah su Golan e Qalamoun). Il benestare dei sauditi, dei turchi e degli americani è stato dato nel momento in cui è stata decisa l’alleanza di tutti i gruppi salafiti e di al Nusra, creando la Fatih Army, ovvero l’armata della conquista.
Assad è finito, Idlib è stata conquistata del tutto, Aleppo verrà presa nei prossimi mesi e diverrà la capitale del nuovo emirato. Rimangono solo Latakia, Homs e Damasco, ovvero le roccaforti alawite fedeli alla famiglia Assad. ISIS sta puntando a Damasco e Homs mentre Fatih vuole prendersi lo sbocco al mare di Latakia. Homs sara’ il confine tra il califfato e l’emirato. In tutto questo l’Iran sta cercando di proteggere il Libano conquistando Qalamoun e evitando i missili di Israele.
Ma di tutto questo non sentirete nulla in Occidente. Vedrete solo un generale americano con stelle e mostrine che vi dirà che l’ISIS sta perdendo. Buona propaganda a tutti.