Sulle piume del T-Rex e il Technicolor dell’antichità classica

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Jurassic World è uscito da poco nelle sale di tutto il mondo attirando subito critiche su critiche dal mondo scientifico (al di là dei soliti eccessi tipici da blockbuster hollywoodiano). Mentre la maggior parte del mondo si chiedeva come fosse possibile per una donna correre nella jungla per chilometri con tacchi a spillo, i paleontologi si chiedevano come fosse possibile nel 2015 rappresentare alcuni dinosauri (T-Rex e Velociraptor) senza piume. Il primo Jurassic Park fu rivoluzionario sia per il cinema che per la popolarizzazione dei dinosauri. Una pietra miliare del cinema e della paleontologia. Finalmente i dinosauri venivano rappresentati come animali a sangue caldo, attivi, intelligenti, dinamici e come i progenitori degli uccelli moderni (oggi sappiamo che la cosa è più complicata di quello che si pensava allora tanto che oggi ci si chiede qual è il confine tra essere dinosauro e uccello e se alla fine non stiamo parlando della stessa cosa).

Jurassic World al contrario è stata una vittoria dell’abitudine sulla novità e sull’accuratezza scientifica. Si è deciso di non aggiornare l’immagine dei dinosauri iconici con l’aggiunta di piume perché questo è quello che il pubblico si aspetta da un dinosauro. Il solito mostro rettiloide squamato, non un progenitore di un pollo. Da qualche parte ho letto commenti come: “Il pubblico non è ancora pronto per i dinosauri piumati.” Ricordatevi questa frase perché ritorna fra un po’.

E ora arriva la parte sull’antichità classica. Per secoli ci siamo immaginati le antiche Roma e Grecia come luoghi adornati di un bianco813266302148042132 candido. Statue greche pallide dagli occhi vuoti, colonne dei templi svettanti al cielo come bianche dita marmoree. La realtà invece è ben più complessa e oggi sappiamo che tutte le sculture e quasi tutti gli edifici pubblici classici erano dipinte. E i colori erano incredibilmente brillanti e gli antichi spendevano una quantità incredibile di soldi ed energie per avere le basi per i colori più rari e stravaganti: dall’Afghanistan all’Egitto, dalla Spagna a Cipro, il mercato delle basi cromatiche era uno dei più fiorenti dell’antichità. Gli antichi sceglievano il marmo non per il suo colore bianco ma per la possibilità di creare superfici lisce e non porose. Altri tipi di pietre infatti sono incredibilmente porose e assorbenti e non sarebbero forse state adatte per la pittura. Gli occhi delle sculture classiche sembrano quelli di ciechi, vuoti, senza pupille. Il motivo era che le pupille venivano dipinte. Fu il Rinascimento a ricreare il mondo antico in modo sbagliato e noi siamo eredi di quell’errore di interpretazione. E paradossalmente furono proprio i rinascimentali ad essere stati ad un passo dal capirlo: Michelangelo scolpisce le pupille del David perche si rende conto che copiare i classici avrebbe reso la sua scultura con lo sguardo vuoto.

true-colors-of-greek-statues-4Per noi abituati all’austerità e semplicità del mondo classico come un mondo bianco e asettico, puro e incontaminato, però tutta questa orgia di colori pare eccessiva e per certi versi pacchiana, oggi si direbbe kitsch. Eppure sarebbe stato facile dedurre tutto questo se non avessimo posto uno spartiacque ideologico tra l’arte e architettura pagane e quelle cristiane. Sarebbe bastato infatti andare a vedere di quanti colori le statue dei santi cristiani venivano e vengono adornate oggi per renderci conto che la verità si trovava ad un palmo dal nostro naso. Gli artisti e le maestranze del mondo pagano infatti non sono state eliminate da un giorno all’altro dopo l’avvento del cristianesimo nell’Impero Romano. La cosa è stata graduale e tecniche e simbologia sono stati passati da una religione all’altra senza soluzione di continuità.

Cosi come con i dinosauri anche per le sculture classiche avremmo potuto sospettare la verità semplicemente guardando agli eredi odierni. In un certo senso faceva comodo distinguere tra l’arte precristiana e quella cristiana in termini cromatici per evidenziare lo spartiacque tra un mondo e l’altro. E fa comodo distinguere i dinosauri dagli uccelli per lo stesso motivo: un meteorite ha distrutto tutto e ha fatto da spartiacque e lo stesso vale per l’avvento del Cristianesimo, un meteorite che ha cancellato la cultura classica. Ma la cosa è ben più complessa sia per i dinosauri che per il mondo classico. E’ vero sono stati due meteoriti a finire questi due mondi ma il cambiamento da un mondo all’altro è durato migliaia di anni nel primo caso e centinaia di anni nel secondo; anzi per alcuni siamo ancora vivendo in un mondo postclassico, tanto che molti vedono il cattolicesimo come una semplice evoluzione del paganesimo classico ibridato con l’ebraismo e i culti misterici orientali.article-1305025-0ADF09D9000005DC-279_634x606

E, come con i dinosauri piumati, ho sentito la stessa frase ripetuta meccanicamente (l’ultima volta in un documentario della BBC): “Il pubblico non è ancora pronto per le sculture dipinte classiche”. Quanti musei naturali rappresentano i dinosauri con le piume e quanti musei archeologici le sculture classiche con i colori? Quasi nessuno.

Sembra che una volta che la mente umana si sia abituata ad un accostamento storico, ideologico, iconografico non si possa cambiare. E gli studiosi sembra che preferiscano tenere all’oscuro il pubblico per evitare lo shock collettivo. Ma che cosa davvero potrebbe succedere se dovessimo introdurre queste verita’ al grande pubblico? Rivoluzioni? Isterie collettive? Suicidi di massa? Non credo.

La domanda quindi è: siamo pronti ad accettare i dinosauri piumati come i polli e le sculture classiche come i santi cattolici delle sagre paesane?

 

 

9 commenti

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9 risposte a “Sulle piume del T-Rex e il Technicolor dell’antichità classica

  1. Pingback: alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 10.09.15 | alcuni aneddoti dal mio futuro

  2. Molto bello questo post.

  3. Grazie mille Lector. 🙂
    In genere questi post generano poco interesse ma mi diverto a scriverli.

  4. Per difendere Jurassic World (se proprio si vuole…) si potrebbe dire che era necessaria ‘continuità’ con la vecchia trilogia, e che in un breve dialogo si lascia intuire che gli animali sono prodotti geneticamente in maniera di assecondare il pubblico e non per forza assomigliano ai veri dinosauri.

    Per quanto riguarda la rappresentazione dell’antichità classica: i musei cominciano a fare il loro lavoro (con simulazioni o anche proiezioni di luci sulle statue; il restauro della pigmentazione sarebbe comunque metodologicamente forzato). Io credo che uno possa abituarsi all’idea di una Roma tutta colorata visitando Pompei, di cui quasi ogni centimetro è affrescato o mosaicato.

  5. @ Zago

    no, semplicemente avevo in mente di scrivere un post sui dinosauri piumati e mentre guardavo un documentario della BBC sulle sculture dipinte antiche mi è venuta in mente la connessione tra i due.

  6. @ cachorro

    sulla continuità si è discusso molto ma c’è da dire una cosa che viene ribadita perfino in J World: i dinosauri ricreati nel paco non sono mai stati resuscitati come tali e quali dal passato ma sono stati anche modificati geneticamente inserendo geni di animali odierni (mi pare anfibi) per riempire i buchi. Ecco, avrebbero potuto giocare su questo per dire: “Dalle ultime scoperte abbiamo capito che i dinosauri erano uccelli quindi abbiamo utilizzato geni di uccelli per riempire i buchi.” 😉

  7. Paolo

    Allora onore a Jerry Calà che ci ando vicino col suo Chicken Park!

  8. Matteo

    Interessantissimo accostamento, complimenti!
    Per quanto riguarda I dinosauri di JW mi sento in dovere di spezzare una lancia a favore.
    Purtroppo nel mondo paleontologico moderno la “moda” (perdonate il termine) dei dinosauri piumati sta avendo risvolti eccessivi e spesso anti- scientifici
    È vero che sono esistiti dinosauri piumati, ma perlopiù erano limitati ai componenti della famiglia dei maniraptora come il velociraptor (di cui orami fanno parte gli stessi uccelli moderni).
    La presenza di piumaggio o protopiumaggio in altri dinosauri era molto più limitata, abbiamo moltissimi esempi di impronte fossili della pelle dei dinosauri
    Che appunto risulta essere squamosa come da sempre rappresentata, un ottimo esempio è il famoso carnotauro, fu ritrovato con il calco delle scaglie dalla testa alla coda dal quale fu possibile ricavarne una realistica
    rappresentazione della pelle (e nessuna piuma).
    Ora..Il t.rex è un parente prossimo del carnotauro quindi non ci sono ancora prove per considerarlo piumato come un pollo, anzi è una forzatura.
    È possibile invero che avesse un protopiumaggio in giovane età per aiutarlo a mantenere la temperatura.
    Rimanendo nella famiglia del t.rex l’unico esemplare piumato accertato è lo yutiranno cinese, che tuttavia era molto più piccolo e probabilmente aveva sviluppato o mantenuto il piumaggio
    per adattarsi al clima freddo della regione (similmente a mammut ed elefante). Per il resto non esistono evidenze di piumaggio nei tirannosauridi (al massimo del contrario)
    Discorso diverso nei grossi erbivori dove la presenza delle piume è molto improbabile, anzi solo nel 2007 è stato ritrovato un esemplare di adrosauro
    conservato in maniera eccezionale, si erano fossilizzate persino le parti molli pelle (squamosa) compresa.

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