Tutte le abilità umane in un’unica persona

antColonyCoopQuante volte abbiamo sentito frasi del tipo: “Ha un dono naturale per X.”; “Ha un talento naturale.”; “La X abilità scorre nella sua famiglia.” ; “Sono nato per X.”

Ebbene secondo me c’è del vero in affermazioni del genere e vi spiegherò perché. Come Edward Wilson ha recentemente suggerito Homo sapiens dovrebbe essere considerata una specie eusociale, ovvero una specie superorganismo con il più alto grado di socialità che consiste nella divisione del lavoro e nella crescita dei piccoli in maniera comunale. Come tutti gli animali eusociali (api, formiche, eterocefali glabri ecc.) infatti anche negli uomini possiamo discernere varie “caste”, tra queste: leader, militare, fabbro/scienziato, insegnante, operaio ecc. Negli insetti eusociali come api e formiche la casta è decisa da una serie di variabili interne alla colonia, le quali poi spingono la regina a “creare” un certo numero di individui per un certo ruolo (in alcune specie si tratta addirittura di cloni). La regina di un nido di formiche per esempio fa questo a poche ore dalla deposizione delle uova. Se per esempio il numero di operaie maggiori è sceso la regina dà precise istruzioni alle operaie minori attraverso la produzione di feromoni per dare un particolare nutrimento alle larve cosi da compensare il livello troppo basso di una casta. A seconda del nutrimento e ad altri fattori (temperatura, età della colonia ecc.) le larve possono essere destinate a diverse caste. Il genotipo è quasi identico (nelle specie per riproduzione sessuata sono sorelle con il 75% o più di DNA in comune) o perfino identico (in quelle che si riproducono per partenogenesi) per tutte le caste ma lo sviluppo fenotipico dipende dalle decisioni prese dalla regina.

La mia ipotesi è che cosi come gli insetti eusociali sono totipotenti nello sviluppo castale, così lo sono pure gli umani. Ognuno di noi ha il talento per diventare un soldato, un costruttore/creatore, un leader, un artista, un religioso/veggente, un genitore ecc. Questo “talento” è scritto nei geni e le capacità che fanno un soldato quello che è (tribalismo, aggressività, istinto protettivo nei confronti del territorio, sottomissione ai leader ecc.) derivano dalla combinazione di centinaia di geni diversi. Geni che controllano sviluppo fisiologico e quantità di neurotrasmettitori, ormoni ecc. Ognuno di noi ha questi geni ma solo in alcuni questi vengono accesi e creano la combinazione necessaria per creare la casta. Queste caratteristiche vengono spesso attivate o rinforzate dall’ambiente (epigenetica) ma al contrario delle formiche non tutti riescono ad attivare tutti i geni. Questa totipotenza è appunto solo in potenza: tutti sono in grado di guidare un auto ma solo alcuni eccellono nel farlo. Ed ecco che entra in gioco l’eredità familiare, ovvero certi talenti si trasmettono di padre in figlio. Un giusto mix tra genetica e ambiente.

Certo molti di noi passano di mestiere in mestiere e ci pare che si possa diventare tutto ciò che si voglia (la solita storia che ci viene ripetuta del “puoi essere tutto quello che vuoi”) ma in realtà alcuni sono dotati per alcune cose che possono andare bene in diversi lavori dandoci l’illusione che chiunque possa fare qualsiasi lavoro se solo lo vuole: si può essere creativi nel coltivare l’orto ma anche nell’inventare un nuovo motore a reazione; si può essere leader in una comunità religiosa ma anche all’interno di una squadra di calcio ecc. Ma si nasce creativi, si nasce leader, si nasce creatori/costruttori e spesso non ci si rende conto di sprecare il proprio talento in lavori che nulla hanno a che fare con la propria predisposizione. Ora la prova che comunque siamo totipotenti e che queste caratteristiche vengano guidate anche da fattori esterni come la società ce l’abbiamo sotto il naso ogni giorno. Avete mai notato che non importa in quale gruppo voi siate ci sarà sempre un leader che prenderà il comando, uno che spalleggia il leader, un creativo e una varietà di altri ruoli tra cui i sottomessi. Prendete dieci bambini che in classe sono sottomessi dai maschi alfa, vittime di bullismo ogni giorno, e metteteli in un’altra classe. Giorno dopo giorno questo gruppo di sottomessi ricreerà le stesse condizioni di cui erano vittime. Uno o due di loro prenderanno le redini del comando come leader nonostante niente lasciasse ad intendere che avessero questa capacità. (Ho visto questo coi miei occhi tra gruppi di adolescenti nerd e sono rimasto shockato dalla capacita umana di certe vittime di diventare torturatori ma ora sto prendendo la tangente). Il superorganismo necessita anche in piccolo di una serie di divisioni castali per poter funzionare come gruppo.

All’interno di un gruppo le persone compensano certi tratti per formare una società in miniatura allo stesso modo di come la regina delle formiche compensava i numeri delle varie caste. Oppure persone caute ma che in presenza di persone altrettanto o più caute diventano risk-taker. In ognuno di noi c’è il soldato, il prete, il leader, il genitore, l’insegnante ma solo una combinazione di geni attivati, secrezione ormonale, sviluppo fisiologico e ambiente ci permette di eccellere in uno o più di questi talenti/mestieri. E il libero arbitrio allora? Pensate a questo: se davvero il vostro carattere cambia a seconda del gruppo per riequilibrare gli scompensi, come la perdita di un leader o l’assenza di un carattere creativo, allora che libertà di decisione abbiamo nella nostra vita? Siamo servi del superorganismo, strumenti nelle mani dell’eusocialità. Forse il libero arbitrio esiste solo nella solitudine della nostra stanza. Siamo quell’essere così speciale di cui tanto ci vantiamo solo quando non siamo circondati dai nostri consimili.

5 commenti

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5 risposte a “Tutte le abilità umane in un’unica persona

  1. Pingback: alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 24.09.15 | alcuni aneddoti dal mio futuro

  2. Kirbmarc

    Il libero arbitrio come libertà di non essere influenzati dai nostri geni o dall’ambiente in cui ci troviamo non esiste, esiste solo la libertà dalla forzatura esterna esplicita.

  3. Se il libero arbitrio è scegliere in maniera autonoma, direi che non esiste, soprattutto a livello culturale. Considera che scegliere non in funzione delle spinte esterne ma di quelle genetiche, che sono interne dell’uomo, è l’approssimazione migliore al libero arbitrio che possediamo.
    In questo senso la ricerca di sé assume un significato differente: diventa la ricerca della “strada” che permette di sfruttare al massimo (quello che ognuno considera “massimo”, ovviamente) il potenziale dei propri geni.

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