Si dice che il dipartimento del marketing dell’ISIS abbia perso 4 teste (letteralmente) dalla strage di Orlando. Sembra che sia andata più o meno così:
“Abu hai uploadato il video di rivendicazione della strage di Orlando?”
“Certo Ali! Come mi era stato detto.”
“Beh pare di no caro fratello.” dice Ali lisciando la lama del suo coltello sulla cinghia di cuoio. “Alla TV americana dicono che sia stata un’altra sigla fondamentalista a orchestrare l’attentato. Una certa “Om’ophob-ya”. Mai sentita, deve essere un spin-off di quei porci di Al Nusra. Comunque sta di fatto che il tuo lavoro non lo hai fatto e…”
“Noooo aspet…”
Due ore dopo.
“Che è successo a questa postazione?” chiede Omar vedendo un bagno di sangue sul pavimento e Mohammed che pulisce il tutto con uno straccio.
“Ah, il tuo predecessore si era dimenticato di uploadare la rivendicazione della strage di Orlando e… ZAC!” fa Mohammed imitando il movimento di un coltello sulla gola.
Omar si tocca il collo e rabbrividisce. Prima di sedersi alla sua postazione vede un poster con la foto di Al Baghdadi e sotto scritto: “Morte agli infedeli di Om’ophob-ya!”
“E quello?”
“Pare che sia nata una nuova sigla dell’universo islamista ma sappiamo poco. Ne parlano tutti i giornali.”
In quel momento entra Ali.
“Eccoti Omar. Allora come ti dicevo è di estrema importanza che come primo lavoro ti metta ad uploadare il nostro comunicato che possa rivendicare l’attentato. Nel frattempo screditiamo su Twitter questi bastardi di Om’ophob-ya, ora ci rubano pure le rivendicazioni!”
“Certo, nessun problema, ecco qua. Basta un click.”
Due ore dopo Mohammed entra in ufficio e trova un altro corpo senza testa. “Ma non è possibile! questi giovani informatici sono proprio degli incapaci!”
Vede un nuovo poster affianco al primo che recita: “Morte a Al lalobbi delear-miya!”
“Un altro gruppo! Ma non è possibile! Va, ci penso io a fare questo upload della rivendicazione. Basta un click.”
Il giorno dopo Ali viene fatto inginocchire di fronte ad Al Baghdadi.
“Califfo! Califfo! E’ una congiura di quegli sporchi sciiti, lo giuro!”
Al Baghdadi non lo guarda neppure negli occhi. Legge in un foglio i nomi dei gruppi che hanno rivendicato la strage di Orlando:
“Om’ophob-ya, Al lalobbi delear-miya e ora pure questo emiro invasato di Dhon Al ‘dtramp. Quante volte dobbiamo rivendicare un attentato prima che ci degnino di attenzione?”
“Non lo so ma sembra che ogni volta che rivendichiamo un attentato in nome dell’Islam i giornali ne escano fuori con questi gruppi inesistenti. E’ una congiura le dico!”
Al Baghdadi non sembra convinto.
“Forse,” urla Ali “se scrivessimo col sangue ISIS sui muri della prossima strage la gente ci crederebbe!”
“Buona idea Ali, lo dico sempre che prima di tagliare una testa bisogna farla parlare per l’ultima volta, gli ultimi pensieri sono sempre i migliori.”
“Nooooo…aahhh….ehhh.”
Due giorni dopo i giornali occidentali riportano di un’altra strage in America. Il Presidente USA Barack Obama convoca una conferenza stampa.
“Sembra che un nuovo gruppo estremista si sia aggiunto alle sigle che combattono contro le nostre libertà. Non sapremo mai cosa ha mosso l’attentatore ma quello che sappiamo è che era affiliato all’Isis, un gruppo fondamentalista religioso che si rifà alla dea egiziana Iside.”
Alcuni giorni dopo.
Al Baghdadi viene trovato morto soffocato da un kebab dalle sue guardie mentre guardava la TV americana. Mentre portano via il corpo una delle guardie si infila il resto del kebab in tasca e dice:
“Alla fine è meglio che sia andata così. Questo fatto che nessuno riconosceva i suoi attentati gli stava attaccando alla bile. Poveretto, come si fa a vivere così?”