Ho in mente di questa antica pratica di mettere un vaso di piombo affianco al morto per intrappolare la sua anima e permettere ai suoi parenti di tenere il proprio caro sempre con se. Non mi ricordo se furono gli assiri o una tribú della Persia o gli ittiti. Non so se ho letto di questa pratica su un libro di storia o se é il frutto onirico di una notte estiva. Sta di fatto che mi ha sempre affascinato il pensare che i propri cari evitino all’anima del morto di riposare nell’aldilá per tenersela con sé in un vaso di piombo.
L’idea di tenere i propri cari con noi é sempre esistita. Chi con i vasi di piombo (l’anima), chi con le ceneri (il corpo fisico). E’ un bisogno di chi ancora continua a vivere e vuole mantenere un ricordo del morto. Ma é anche il bisogno del morto di voler continuare a stare ancora “a questo mondo”. D’altronde altro non chiediamo che di essere ricordati. “Ricordami.” chiediamo sul letto di morte. Prendiamo le mani dei nostri figli, le nocche si sbiancano dalla presa ma non lo facciamo perché vogliamo essere salvati. Non é la salvezza che cerchiamo quando capiamo che é arrivato il nostro momento. No, siamo mortali e capiamo di essere all’omega del nostro arco temporale. No, quello che vogliamo é essere ricordati, continuare a vivere nella mente dei nostri figli. Gli stringiamo le mani, gli occhi vacui, ci specchiamo in loro e ci rendiamo conto che la morte non esiste, che siamo fiumi in piena e che i nostri figli altro non sono che la nostra protesi temporale. Li guardiamo con quello sguardo indescrivibile che nessun vivo potrá mai comprendere e gli diciamo: “Ricordati di me. Pronuncia il mio nome e io esisteró ancora da questa parte.” E in quel momento ci ricordiamo di quando ancora piccoli gli abbiamo insegnato a dire quelle prime sillabe. Pa-pa, ma-ma pronunciate da labbra immature. E ora gli chiediamo di fare lo stesso. “Usa quelle labbra ancora figlio mio. Dí il mio nome e l’incantesimo si ripeterá ancora una volta.” Una volta per dire che esisto come padre e ora come persona che ha camminato su questa terra.
“Dí il mio nome e ricordati di me. Sii il mio vaso di piombo, per sempre.”