Ho avuto coscienza della mia appartenenza ad un subgruppo razziale solo nel momento in cui sono arrivato in Inghilterra. Nello specifico del sub gruppo caucasico mediterraneo. Avevo una certa coscienza del mio essere mediterraneo ma pensavo di essere “visto” dagli altri semplicemente come “bianco”, una varietà di bianco caucasico. (Anche se alla fine dei conti da bravo biologo non posso che rendermi conto che queste sono solo convenzioni linguistiche: dal punto di vista genetico a parte alcune popolazioni isolate per decine di migliaia di anni come gli aborigeni australiani o molte popolazioni polinesiane, siamo tutti interconnessi bene o male attraverso scambi genetici di popolazioni intermedie. Io come sardo so per certo di avere nel sangue geni nuragici (di origine sconosciuta), geni fenici, i quali avevano scambi genetici con l’intera Mesopotamia (non dimentichiamoci che i sumeri forse venivano dall’India) e con l’Elam (Iran), geni italici attraverso i romani i quali avevano scambi genetici dall’Atlantico all’India e dalla odierna Germania fino al Maghreb. Sono veramente bianco? Sono un caucasico? Sicuramente no.)
Dicevo, questo è cambiato nel momento in cui sono arrivato in Albione. Quello che pensavo di me non equivaleva a quello che gli altri pensavano di me qui in UK (questa è una lezione che vale per qualsiasi cosa ovviamente; percezione propria e degli altri spesso non combaciano). Ero mediterraneo, la mia pelle olivastra, scura, i capelli corvini. E va bene sono più scuro della media inglese ma questo continuo farlo notare? Di certo commenti del genere non vengono MAI fatti verso persone non caucasiche come africani, asiatici o mediorientali. In un certo senso per gli inglesi è tabù parlare di tratti razziali a meno che non siano di un subgruppo caucasico. Quindi sono coscienti del fatto che un italiano e un inglese abbiano antenati comuni ma comunque ne demarcano la differenza e questo non è considerato razzista. Ché a me va non crea fastidio, ci mancherebbe, ma è la frequenza di queste demarcazioni che non mi piace. E questo non si limita alla vita di tutti i giorni ma anche alla burocrazia. Per esempio, l’intera vita nella burocrazia inglese gira intorno a scartoffie che ti chiedono continuamente di quale background etnico si appartiene. Dal medico all’università, dal lavoro ai survey delle compagnie private. È solo per statistica, ti dicono. Col tempo mi sono reso conto che invece trattasi semplicemente di una ossessione vittoriana con la razza. I purosangue britannici inconsciamente cercano in tutti i modi di demarcarsi dal resto. E questo è stato traslato con risultati terribili nelle colonie britanniche di Australia e USA. Basti pensare alla appena inventata (anni 70) categoria di latinos.
“Are you White British?” Che cavolo significa? Puoi davvero vantare un pedigree tale che possa andare indietro nel tempo fino a quando le isole britanniche non sono mai state invase? Cioè mai? Ah sì dimenticavo, i Celti, che si sono probabilmente estinti e avevano capelli e occhi scuri? Ma sei un White British che deriva dall’invasione romana di soldati siriani e egiziani o derivi dai vichinghi? La cosa che più fa inorridire e che è un sintomo di quanto siano razzisti questi sondaggi è che white British è distinto da “Other White”. Come se essere White British fosse una razza a parte rispetto al resto d’Europa.
Questa cosa mi fa così incavolare che ogni volta che devo fare questo tipo di sondaggi scrivo sempre sul campo Other due semplici parole che spero altri copino in futuro: Homo sapiens. Che non me ne voglia a male il Neanderthal che è geneticamente in (alcuni) di noi.