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Un necrologio

Di lui rimarranno le centinaia di frasi taglienti e acute sparse per riviste, video su Youtube e blog di internet e in breve verrà inserito in quelle raccolte di citazioni di personaggi famosi insieme a Voltaire, Bierce, Wilde e Churchill. Le sue frasi, come è normale, verranno usate da chiunque, anche da coloro che aveva sempre odiato e combattuto. Quelle contro gli ebrei verranno usate dai musulmani e dai antimsemiti, quelle contro i musulmani dai cattolici, quelle a favore del socialismo della sua giovinezza dagli statalisti socialisti. Chiunque banchetterà sulle sue ceneri letterarie.

Eppure solo chi l’ha letto durante la sua vita saprà che Christopher metteva nella “[…] colonna dell’odio: dittature, religione, stupidità, demagogia, censura, prepotenza e intimidazione. Nella colonna dell’amore: letteratura, ironia, humor, l’individuo e la difesa della libertà d’espressione.” [*]

Christopher Hitchens, per chi non lo ha conosciuto, è in queste parole. E pochi a questo mondo si sarebbero salvati dalle sue critiche. Per gli altri, per chi lo ha combattuto, maledetto, perfino circuito sul letto di morte per convertirlo al cristianesimo, per tutti questi ominicchi rimarrà un altro “ateo militante” che è morto (una etichetta cretina per grande gioia di tutti i titolisti dei giornali di questi giorni).

Ma chi era veramente Hitchens? Un uomo che semplicemente amava e usava la razionalità, l’unica cosa che secondo lui ci rende umani e liberi.

E basta questo per ricordarmi di Hitchens, nonostante spesso non la pensassi come lui su tante cose, senza etichette o categorie.

Grazie Hitchens, che la terra ti sia lieve.

*”In the hate column: dictatorship, religion, stupidity, demagogy, censorship, bullying, and intimidation. In the love column: literature, irony, humor, the individual, and the defense of free expression.”

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