Son tutti graffittari col muro degli altri

Famoso negozio di punkabestia/newage/metallari/alternativi/punk ecc. di una media città italiana. Si vende di tutto, dalle magliette ai piercing, da chincaglieria gothic a “altre cose che è meglio non nominare se no gli sbirri…”. Ritrovo della scena alternativa cittadina, anche di graffittari, perfino di graffittari dai parenti famosi a livello nazionale. Facciata della palazzina del negozio appena tinta di fresco – c’è da meravigliarsi della cosa!- assisto ad una scena che ha dei risvolti pedagogici da non sottovalutare. Il proprietario (anche lui un veterano del mondo alternativo) becca un ragazzino (15 anni?) in pieno giorno che con un pennarello è intento a lasciare la sua Cappella Sistina ai posteri sulla parete immacolata. Lo rimprovera dicendogli “ma lo sai quanto mi è costato dipingere questo muro?” e quello risponde “ma dai ******* lo facciamo dappertutto” (sbaglio o gli stava scappando un “proprio tu?”, o forse me lo sono immaginato io). “Questa è proprietà privata, sai quanto mi è costato pitturarlo?”. E così via fino a che un aiutante esce fuori con uno straccetto e tenta inutilmente di eliminare il tag.

La scena aveva un non so che di ridicolo e perfino i personaggi coinvolti si sentivano un po’ goffi in quella parte. Chissà se il proprietario del negozio si è reso conto che, sì il suo muro è privato e ci ha speso soldi e fatica a pitturarlo, ma quanti giovani graffittari serve ogni giorno da dietro il suo bancone? Quanti altri muri privati vengono violati dal fratello di quel famoso cantante lì? Sì quello lì, quell’amico che bazzica sempre in negozio? E ha mai dato uno sguardo alla sua città ricoperta di orribili tag lasciati sui muri privati, pubblici e sui monumenti?

6 commenti

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6 risposte a “Son tutti graffittari col muro degli altri

  1. Emanuele

    Mi sorprendo a pensare come mio nonno quando mi criticava perché andavo in giro col moncler e ascoltavo certa musica (nel 1985), ma non ci posso fare niente: io i ragazzini di oggi che vanno in giro con berretto con visiera o cappuccio della felpa, che ascoltano solo hip hop e che “taggano” tutto li prenderei a calci in c..o dal primo all’ultimo. Al che mi viene da pensare se “si stava meglio quando si stava peggio” è un modo di dire o una verità che si scopre solo da vec… maturi.

  2. @Emanuele io ho 33 anni e ascolto hip hop, problemi?? 🙂

  3. Emanuele

    Se non tagghi i muri no, il problema semmai è l’hip hop che negli ultimi 20 anni per me ha devastato la musica :-p

  4. ok, allora siamo a posto 🙂 ho appena realizzato che è da 20 anni che ascolto i negroni che rappano (quasi due terzi della mia vita) e son venuto su abbastanza bene dai 🙂

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