Senza la mela che state per mangiare non sareste in grado di vedere l’arcobaleno. Esatto, è proprio così. Qual è la connessione tra la frutta e l’arcobaleno? Cosa li associa? Per scoprirlo dobbiamo tornare indietro nel tempo, a circa 160 milioni di anni fa.
Il 90% dei mammiferi non vede i colori ma ha una semplice visione in bianco e nero. Motivo? I nostri antenati erano notturni, grandi più o meno come gli odierni topi di campagna, insettivori e approfittatori. I primi mammiferi non avevano nessun motivo di mantenere la visione a colori come i rettili (da cui discendiamo) o gli uccelli (discesi da una branca dei dinosauri). Ma dopo l’estinzione dei dinosauri i mammiferi hanno potuto occupare nicchie diurne, ma ancora una volta la visione a colori non era necessaria. Prova ne è che la maggior parte dei mammiferi odierni vede ancora in bianco e nero. Ma intorno ai 45 milioni di anni fa il clima cambia e foreste tropicali si diffondono su buona parte del pianeta. Le piante non riescono più a spargere i semi col vento e si inventano qualcosa di geniale dal punto di vista evolutivo: attraggono gli animali con un involucro attraente e commestibile per poi usarli come spargitori di semi. La frutta in fin dei conti altro non è che un modo geniale per trasportare i semi e per riprodursi.
Il problema però è che un frutto non maturo contiene un seme non maturo. Quindi attrarre un animale troppo presto potrebbe essere uno spreco enorme di energie e di possibilità. Ecco che le piante allora approfittano della capacità di rettili e uccelli di distinguere i colori inventandosi un codice, un linguaggio universale che tutti gli animali con la visione a colori comprendono. Frutto non maturo è verde, quello maturo è colorato. Un colore che possa distinguersi nel fitto della foresta, un colore quindi diverso dal verde come per esempio il rosso o il giallo. I mammiferi sono gli ultimi arrivati nel mondo dei frugivori, visto il loro passato da insettivori notturni. Ed ecco che gli antenati degli odierni primati riacquistano una carattersticia che i loro progenitori avevano perso: la vista a colori. I primati ora possono vivere nella foresta e distinguere i frutti dal background, possono capire quali sono maturi e quali no. I primati ora parlano lo stesso ‘linguaggio cromatico’ dei rettili, degli uccelli e delle piante. Nonostante siano passati milioni di anni e gli Homo sapiens abbiano diversificato la loro alimentazione con una dieta onnivora tuttoggi sono in grado di distinguere i colori. Ed è grazie ad una pianta che decine di milioni di anni fa per prima si è inventata un codice cromatico per il proprio vantaggio riproduttivo che oggi possiamo ammirare il meraviglioso spettro cromatico di un arcobaleno.
Forse la prossima volta che guarderete ad una mela matura ci penserete due volte prima di dire che siamo stati noi a selezionarla in quel modo. Forse sotto sotto dobbiamo la nostra natura più ad un frutto come la mela che ad altro. Chi ha selezionato chi?