Cosa lega il maestro dell’animazione giapponese Miyazaki e una giovane autrice di romanzi fantasy di successo come Licia Troisi? Apparentemente niente se non un terzo artista che ha legato i loro destini artistici e forse giudiziari.
Questa la storia: la Panini decide di adattare a fumetto il romanzo di grande successo della Troisi, Cronache del mondo emerso. Viene ingaggiato un disegnatore di grande talento che decide di usare uno stile a lui alieno, quello dei manga giapponesi. Il nostro disegnatore si “informa” sul mondo dei manga e si mette al lavoro. Ultimati gli albi e arrivati sul mercato una blogger, TeaSe, si accorge che c’è qualcosa che non va nelle tavole del fumetto. Pare infatti che il disegnatore si sia informato così tanto sul mondo dei manga da averli letteralmente ricalcati o copia/incollati con Paint Shop. Vedere le figure per credere. I capolavori di
Miyazaki Princess Mononoke e Spirited Away sono stati derubati, cannibalizzati, plagiati in un modo così squallido che a confronto i compiti in classe copiati dai ragazzini delle medie paiono delle citazioni di grandi artisti. Le figure delle scene più famose sono state ricalcate, altre volte ribaltate per evitare che qualcuno se ne accorgesse, altre volte semplicemente copia/incollate col PC o scannerizzate. Non solo Miyazaki è stato defraudato, ma altre opere come Naruto e Original Ultimates di altri autori.
La Panini ha sospeso il fumetto e agirà per vie legali contro il disegnatore, Licia Troisi è stata investita dalla polemica e speriamo che la sua reputazione non ne esca rovinata, nel frattempo si aspettano le denunce per plagio da parte dello Studio Ghibli.
E l’autore del plagio? Che cosa ha detto in sua difesa? Il simpatico copione ha mandato una e-mail alla Troisi ammettendo di aver “copiato di brutto” e che comunque dice di essersi “ispirato” a Miyazaki per omaggiarlo.
In un mondo normale una persona del genere si sarebbe dovuta cospargere il capo di cenere, prostrarsi alla pubblica gogna e chiedere scusa a Miyazaki, alla Troisi e alla Panini. Il nostro simpatico copione invece si vanta della sua impresa, e riesce in una capriola di retorica alla Ghedini a capovolgere la realtà. Gli ultimi anni di Berlusconismo hanno sortito l’effetto perfino fuori dalla politica. Ormai qualsiasi atto può essere negato o ribaltato a piacimento e il pubblico scandalo non esiste più. Già perché di scandalo dovremmo parlare.
Ancor più vergognosa è stata la difesa corporativa ad oltranza degli autori dei fumetti che si sono chiusi a riccio per difendere il collega. Il solito corporativismo insulso e ridicolo italiano.
Della cosa ne ha parlato perfino Repubblica.
Nel post di TeaSe trovate tutte le immagini copiate o ricalcate.
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