Archivi del mese: dicembre 2010

Oro, incenso, mirra e legge sul fine vita

A Gesù Bambino quest’anno Berlusconi regalerà oltre all’oro (tanto, tantissimo), incenso e mirra pure una legge sul fine vita che piacerà tanto alla Chiesa. Queste sono le voci che circolano da qualche settimana tra le sponde del Tevere. Dopo una serie di commenti entusiastici da parte di cardinali e papa sulla fiducia al governo Berlusconi ora i due protagonisti si giocheranno le carte per la sopravvivenza. Casini, che prende ordini direttamente da Oltretevere, aiuterà Bersluconi a sopravvivere. In cambio Berlusconi farà una legge più restrittiva sull’eutanasia per fare un piacere alla Chiesa ma soprattutto per fare uno sgambetto a Fini e FLI. In pratica la Chiesa è riuscita ad infiltrare le sue truppe in tutti e tre i poli. Una sorta di mastellite che condiziona qualsiasi politica dei tre schieramenti.

 

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Meanwhile in 1937…

Oggi mi sono alzato dal letto, dieci centimetri di neve tutti intorno alla casa, apro le news e per un attimo penso di stare ancora dormendo. Mi sono risvegliato in un universo parallelo? Il mio letto è stato inghiottito in un wormhole che mi ha portato al 1937? Sono pazzo?

Certo che aprire le notizie oggi è stato un po’ come aprire un giornale del ventennio.

1) Un ex- (no chiamiamolo post- va!) fascista propone l’arresto senza processo di individui dell’opposizione. Ha una lista di nomi, dice che sa chi sono quelli che lo disturbano e che vuole arrestarli. Ovviamente a sua discrezione.

2) Il vice-presidente USA Biden dice che Assange è un terrorista che “ha fatto cose che hanno messo in pericolo la vita ed il lavoro di molte persone nel mondo. Ha reso più complicati i rapporti con i nostri alleati e i nostri amici.” Perché ha rivelato al mondo che gli USA “hanno fatto cose che hanno messo in pericolo la vita ed il lavoro di molte persone nel mondo.” Geniale. Un assassino che dice che il messaggero della notizia dell’assassinio è un criminale.

3) Cameron ha deciso che vuole salvare i bambini dal porno oscurando i siti pornografici per default. A meno che un adulto non chieda espressamente di vederli. Immaginiamoci la fila di uomini all’esterno del Ministero per la Salute per fare domanda di sblocco dei siti. Il governo britannico, quindi, ha deciso che il porno è un male e che ha il potere e la volontà di bloccare questo male. Oggi la pornografia, domani chissà cosa.

4) La guerra sola igiene del mondo. Ah no, è il voto. Le urne come trincee dove spappolare l’avversario, decimarlo, dividerlo. E chi vince alle urne conquista i posti da sottosegretario.

5) e dopo l’intenzione di tassare chi non ha figli, ora si sta votando per istituire il garante delle famiglie che sarà “una rivoluzione copernicana necessaria a superare l’individualismo egocentrico” oggi imperante. “Dobbiamo fare della famiglia il soggetto sociale di riferimento per ogni decisione legislativa.” Detto da una zittella questo è sicuramente la proposta più geniale dell’anno! Buy, produce, fuck and die (with pain possibly).

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Un video vale più di mille trattati

Un bellissimo e semplicissimo video che vale più di mille trattati politici e di etica.

Per una traduzione in italiano del video e per commentare andare qui.

Si cercano volontari per mettere i sottotitoli a questo video!

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Latino di ritorno

Come molti altri italiani che vivono nel mondo anglosassone vi possono confermare, dopo alcuni anni all’estero si incominciano ad usare parole inglesi italianizzate nel proprio lessico. Per abitudine, comodità, a causa della tecnologia anglosassone, perché spesso alcune espressioni non sono direttamente traducibili dall’inglese all’italiano ecc. Succede non solo agli italiani all’estero ma anche a quelli nella madre patria: pensate a tutti i termini informatici italianizzati che usate ogni giorno come scannerizzare, settare, masterizzare (anche se in inglese si dice to burn a cd, non to master a CD) ecc.

L’altro giorno mi sono reso conto che per lo più tendiamo ad utilizzare e italianizzare quei termini inglesi che hanno radice latina. Così è per applicare* (da to apply che deriva dal latino applicare), implementare (da to implement che deriva dal latino implere), involvere (da to involve che deriva dal latino involvere), intervistare/interview (da to interview che deriva dal latino inter-videre), disrapto/disraptato (da to disrupt che deriva dal latino disruptionem), etc (dal latino et cetera ma in italiano è ecc. Questo ritorno ormai è attestato in giornali, blog e forum ormai dappertutto), PhD (da philosophiae doctor, ovvero dottorando) . Insomma quando utilizzo queste parole non sto facendo altro che riprendermi ciò che mi è stato tolto negli ultimi 1000 anni. E grazie all’inglese ritorna di nuovo nella mia cultura.

Ciò che ho notato è che è molto raro che un italiano faccia propria una parola che ha radice germanica. Sembra quasi un processo inconscio per cui vengono selezionate solo le parole che più suonano latine. Le uniche che uso sono, per esempio, sono buccare (da to book) e spreddare (da to spread).

 

*non è inteso come nell’italiano applicare, cioè mettere. To apply in inglese significa “fare richiesta”, “fare domanda”. Esempi: to apply for a job. I sent the application for that job.

 

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“Una pletora di stati che fanno i propri interessi”

Sono rimasto molto colpito dai “leaks” di una conversazione in chat tra Bradley Manning con Adrian Lamo. Bradley Manning è la fonte dei quasi 250 mila cablogrammi che sono stati pubblicati da Wikileaks. Manning era un militare di stanza in Iraq che aveva accesso a centinaia di migliaia di informazioni segrete. Perché questo ragazzino di 22 anni ha deciso di fare quello che ha fatto rischiando la sua carriera, la sua vita e rivelando al mondo i segreti dei governi del mondo? Per mesi la figura di Manning è rimasta un po’ in ombra  nei media, sovrastata dalla figura di Assange. E per mesi abbiamo creduto che la talpa che ha dato i file fosse una spia al soldo dei nemici americani o qualcuno pagato per far cadere il governo di Obama. Che il suo unico scopo fosse quello dello spionaggio internazionale per creare crisi internazionali devastanti. Un mercenario al soldo dei cattivi. Quanti soldi avrà preso? Con quali servizi segreti era in contatto?

E invece? E invece la storia è molto diversa. Manning è uno di noi, ovvero una persona qualunque che ha combattuto con la sua coscienza per mesi. Un soldato shockato dalla guerra e deluso dalle bugie con cui era stato imbottito per anni dai governi americani. Aver accesso a quelle verità sconvolse Manning tanto da prendere la decisione finale. Ma ecco alcune delle frasi con cui giustifica quello che ha fatto:

(02:26:01 PM) Manning: i dont believe in good guys versus bad guys anymore… i only a plethora of states acting in self interest… with varying ethics and moral standards of course, but self-interest nonetheless.

Non credo più nei buoni contro i cattivi… solo una pletora di stati che fanno i propri interessi… con etica e standard morali che variano certamente, ma comunque propri interessi.

(02:27:47 PM) Manning: i mean, we’re better in some respects… we’re much more subtle… use a lot more words and legal techniques to legitimize everything
(02:28:00 PM) Manning: its better than disappearing in the middle of the night
(02:28:19 PM) Manning: but just because something is more subtle, doesn’t make it right
(02:29:04 PM) Manning: i guess im too idealistic

Voglio dire, siamo migliori sotto alcuni punti di vista…. siamo molto più subdoli… usiamo un sacco di parole e tecniche legali per legittimare qualsiasi cosa. […] Ma non perché qualcosa è più subdolo, questo lo fa diventare più giusto. Credo di essere troppo idealista.

(02:22:47 PM) Manning: i mean what if i were someone more malicious
(02:23:25 PM) Manning: i could’ve sold to russia or china, and made bank?
(02:23:36 PM) Lamo: why didn’t you?
(02:23:58 PM) Manning: because it’s public data
(02:24:15 PM) Lamo: i mean, the cables
(02:24:46 PM) Manning: it belongs in the public domain
(02:25:15 PM) Manning: information should be free
(02:25:39 PM) Manning: it belongs in the public domain
(02:26:18 PM) Manning: because another state would just take advantage of the information… try and get some edge
(02:26:55 PM) Manning: if its out in the open… it should be a public good

 

ManningVoglio dire, cosa sarebbe successo se fossi stato qualcuno più cattivo. Avrei potuto vender[li] alla Russia o alla Cina e farmi soldi?

Lamo: E perchè non lo hai fatto?

Manning: Perché sono dati pubblici […] che appartengono al dominio pubblico. L’informazione dovrebbe essere libera. Appartiene al dominio pubblico, perché un altro stato approffiterebbe dell’informazione per cercare di ottenere un certo vantaggio. Se [l’informazione] è fuori all’aperto, dovrebbe essere un bene pubblico.

(03:43:27 PM) Manning: i dont think of myself as playing “god” or anything, because im not… im just playing my role for the moment… i dont control the way they react
(03:44:15 PM) Manning: there are far more people who do what i do, in state interest, on daily basis, and dont give a fuck
(03:45:01 PM) Manning: thats how i try to separate myself
(03:45:13 PM) Manning: from my (former) colleagues

Non penso di stare a giocare a dio o qualcosa del genere, perché non lo sto facendo… sto solo interpretando il mio ruolo del momento… io non controllo il modo in cui reagiscono. Ci sono molte più persone che fanno quello che faccio io, nell’interesse dello stato, ogni giorno e non gliene frega un cazzo. Questo è il modo in cui mi distinguo dagli altri miei ex-colleghi.

 

Bradley Manning al momento si trova in una prigione militare americana in isolamento da Luglio. Si sospetta sia stato oggetto di torture. A breve sarà processato da una corte marziale per altro tradimento e per aver infranto la legge sullo spionaggio.

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Drottninggatan

Quante volte sono passato in Drottninggatan per poi andare verso Gamla Stan, la città vecchia. Quante volte mi sono fermato nei mille negozietti di quella via affollata. Se 5 anni fa mi avessero detto che di lì a poco un fondamentalista musulmano avrebbe cercato di farsi esplodere in quella strada mi sarei messo a ridere.

Di cosa sto parlando? Di una notizia di secondo piano pubblicata sui giornali nostrani affianco alle ricette per Natale, alle polemiche sul cinepanettone o alle tette di qualche fanciulla del GF. Così ci siamo ridotti. Un kamikaze svedese di origine irachena che tenta di farsi esplodere a Stoccolma e nessuno si scandalizza o preoccupa. Qualche mese prima un ceceno ha cercato di fare lo stesso a Copenaghen. Come se fossero delle Beirut o Islamabad qualunque. E noi che facciamo finta di niente, come se il problema non esistesse. E i musulmani europei che fanno finta di niente e spesso approvano. Lo sanno i musulmani svedesi che se quel kamikaze fosse riuscito a esplodere a Drottninggatan avrebbe potuto uccidere per il 50-60% musulmani suoi fratelli? Davvero difficile incontrare svedesi “originali” nel centro di Stoccolma. Molti non approvreranno queste mie parole ma sono convinto che molti stati europei sono destinati a diventare parte dell’ummah molto presto. E l’unico modo per evitare questo non è proporre un fondamentalismo altrettanto fanatico come quello cristiano ma togliere i paraocchi dalle persone e dai media uccidendo il politically correct di sinistra e il celodurimo razzista di destra, stabilire leggi laiche valide e uguali per tutti, e perseguire chi veramente è fondamentalista.

 

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Do ut des

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Guerra tra Nobel

Qualcuno dice che il prossimo anno Julian Assange potrebbe essere nominato per il premio Nobel per la Pace ad Oslo. Ci troveremmo nella grottesca situazione per cui il premio Nobel per la Pace Obama che ha perseguitato Assange e che lo tiene in prigione negli USA (tutto questo in futuro quando arriverà l’estradizione) protesterà per l’assegnazione del Nobel ad un terrorista. Esattamente quello che sta facendo la Cina oggi con Xiaobo. Come in una commedia delle parti invertite la sedia di Oslo rimarrà vuota, gli americani si lamenteranno del premio Nobel e boicotteranno i prodotti norvegesi e la Cina protesterà per la violazione dei diritti umani in USA. Ridicolo e grottesco. Eppure potrebbe succedere.

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Borat vivrà per sempre*

Giusto qualche giorno fa il nostro amato leader maximo ha fatto un viaggio in Kazakhistan dove ha lodato (giustamente!) il tiranno kazhako Nazarbaiev per aver mantenuto il pugno di ferro per 15 anni con quasi il 92% di gradimento popolare. Ora si scopre che lo stesso Nazarbaiev sta finanziando la ricerca della repubblica kazhaka per raggiungere un nobile obiettivo: scoprire l’elisir della vita eterna per se stesso per poter governare per sempre.

Ormai non credo più al confine tra realtà e fantascienza. Sono sicuro che Berlusconi sapeva di questo quando ha lodato Nazarbaiev qualche giorno fa. I suoi accordi bilaterali hanno sempre avuto un obiettivo personale: prima il lettone di Putin, poi le infermiere ucraine di Gheddafi, ora l’elisir da Nazarbaiev.

*prendevate in giro i kazhaki vero! Beh ora dovrete inchinarvi ai futuri dominatori immortali dell’umanità.

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Le democrazie allo specchio

“We are fast approaching the stage of the ultimate inversion: the stage where the government is free to do anything it pleases, while the citizens may act only by permission; which is the stage of the darkest periods of human history, the stage of rule by brute force.”
Ayn Rand

E alla fine ce l’hanno fatta. Assange è stato arrestato. No, non sono state necessarie le teste di cuoio come avrebbero voluto fare per rendere la cosa più plateale. Lo stesso Assange si è consegnato. Per un reato che esiste solo in Svezia, e che NON è stupro visto che le donne erano consenzienti e si vantavano della loro conquista. Leggere qui per credere. E non per aver ordito contro i governi come il nostro amatissimo e intelligentissimo ministro degli esteri pensa: “Assange ha fatto del male alle relazioni diplomatiche internazionali e mi auguro che sia interrogato e processato come le leggi stabiliscono.” Ovviamente Frattini dice la verità che nessuno vuole dire, ovvero che Assange è perseguitato giuridicamente per Wikileaks e non per stupro.

Amazon e PayPal abbandonano Wikileaks, ma a mio parere non sono da biasimare. Lo stato avrebbe trattato queste compagnie come collaboratrici di un pericoloso terrorista. E avrebbe fatto di tutto per boicottarle o reprimerle. Sappiamo di cosa è capace l’America contro i suo nemici.

Forse la cosa più bella che ci ha insegnato Assange e il suo Wikileaks è che la linea che separa democrazie e tirannie è molto sottile e spesso invisibile. Iran, Cina, Russia, Corea del Nord, USA, Italia, Europa ecc. sono tutte unite come sorelle contro il loro nemico comune, ovvero Wikileaks. Che differenza c’è tra una puttana dell’Alaska candidata alla presidenza USA che chiede che Assange venga ucciso e l’ayatollah Khomeini che chiede la testa di Salman Rushdie?

E tutti questi anni in cui ci avete rotto il cazzo con la guerra al terrorismo, voi americani dal grilletto facile e i vostri alleati in tutto il mondo, togliendoci tutte quelle poche libertà che ci sono rimaste, ora scopriamo che sapevate da anni che l’Arabia Saudita finanziava il nostro nemico fondamentalista. Lo sapevate e la temevate ma era quella che vi dava il petrolio santo iddio. E così con una mano davate i soldi delle tasse degli americani ai sauditi e loro finanziavano i terroristi. E con l’altra mano usavate altri soldi per combattere i terroristi continuando questa guerra infinita contro il nulla: perché eravate VOI a finanziare il vostro stesso nemico. Voi alimentate il terrore per poi utilizzarlo come arma politica per essere eletti e continuare a bombardare. E tutto questo lo sappiamo grazie al più grande terrorista di cui chiedete la testa: ovvero Julian Assange. Non avete mai chiesto la testa dei sauditi o dei talebani con cui fate gli affari. La chiedete ad un povero cristo che ha scoperto il tranello e vi sta facendo cagare dalla paura.

E voi uomini comuni: vi dicono che vivete in una democrazia dove i governi fanno della trasparenza il criterio che può differenziarle dalle non-democrazie, vi dicono che potete scegliere, che siete voi a comandare, che avete il controllo su chi avete votato e che tutte queste cose fanno la differenza tra noi e loro. Non esiste la differenza perché lo Stato sono loro, a Teheran come a Washington.

Per me oggi rappresenta uno spartiacque. Il mondo appariva già diverso per me da anni, ma quello che è successo in questi giorni non fa altro che aumentare le mie convinzioni.

Non c’è bisogno di guardare all’Iran o alla Corea per trovare il nemico. Ce l’avete sotto casa, vi parla ogni giorno tramite i suoi ministri della propaganda, vi ruba il 60% del vostro lavoro, comanda sulle vostre vite, mente su qualsiasi cosa pur di farvi stare buoni ma sopratutto spesso il nemico siete voi stessi quando continuate a ripetervi che “no! noi siamo diversi da loro, noi siamo delle democrazie.”

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