Freddezza: in Italia è uno tipico stereotipo nei confronti degli inglesi. Ma è veramente così? Con questo post voglio smentire questo stereotipo una volta per tutte, conscio del fatto che è praticamente impossibile comprendere appieno ciò che sto per dirvi se non avete vissuto qui in UK per abbastanza tempo.
Ci sono due caratteristiche principali del comportamento inglese: il rispetto della privacy e la cosiddetta non-confrontational culture, ovvero una natura non conflittuale.
Gli inglesi hanno un rispetto enorme per lo spazio fisico e non-fisico degli altri. Non si permetterebbero mai di disturbarvi, toccarvi, attraversare la vostra proprietà senza il vostro consenso. Ecco perché spesso i loro giardini frontali non hanno inferriate o staccionate. Non vi è bisogno di barriere fisiche quando tutti rispettano i tuoi spazi. An “englishman’s home is his castle” dice il famoso detto. Questo vale anche per i rapporti tra persone. Ci deve essere un tacito accordo tra le parti per aprirsi. E quando lo fanno sono tra le persone più amabili e amichevoli del mondo. Il pub infatti è un modo per raggiungere questo livello di intimità. Non e’ freddezza quindi ma rispetto. Significa che le culture che fanno il contrario di questo non ti rispettano. Come quella italiana la quale ti soffoca nella sua volontà totalizzante. Nella cultura italiana non esiste l’individuo, esiste la famiglia, il paese, la regione, la nazione. Quando scendo in Italia dopo 14 anni di Albione me ne rendo conto pure io di quanto invasiva sia la cultura italiana. Tutti vogliono sapere di te, tutti vogliono condizionare le tue scelte – dal modo di vestire, a quello di mangiare, dalla religione alla sessualità – l’individuo è soffocato continuamente dalla società e dal nucleo familiare. Nucleo familiare che altro non è che lo stesso nucleo che crea la mafia, la religione patriarcale, il fascismo.
Qualcuno disse: “non è che gli inglesi sono freddi, son gli italiani che non si fanno i cazzi loro.”
Secondo punto riguarda la loro non-conflittualità: questo è un tratto che si comprende bene sia studiando la storia di quest’isola sia nella vita di tutti i giorni. Gli inglesi non cercano mai il confronto, sia ideologico che fisico sia tra di loro sia soprattutto con gli stranieri. Anche la loro storia lo insegna: invece di uno Stato centralizzato e unitario nell’isola della Gran Bretagna fanno un “regno unito”, invece di una repubblica parlamentare si inventano la monarchia costituzionale, invece di una devastante perdita dell’impero dopo la seconda guerra mondiale si inventano il Commonwealth, invece di un protestantesimo con riforma fanno solo un protestantesimo che è la copia del cattolicesimo in salsa albionica, siamo nell’UE ma con la sterlina, facciamo girare persone e cose ma non siamo in Schengen. Non esistono posizioni nette, bianco e nero. Tutto è sfumato. Lavorano di compromessi. E lo stesso vale per la Brexit: siamo usciti ma non del tutto. E questo vale anche per le persone: gli inglesi non prendono mai decisioni avventate ma cercano sempre il compromesso e mai il confronto diretto. Piuttosto preferiscono fare due passi indietro e uno avanti.
L’inglese troverà sempre un modo contorto e politicamente corretto di dirti che una cosa non va bene o che è dispiaciuto o disgustato. Di questo ne hanno fatto un’arte e non esiste equivalente al mondo. Vogliono dirti che il cibo italiano che gli hai fatto assaggiare gli fa schifo ma se ne escono fuori con “interesting taste.” Vorrebbero dire in una email di lavoro che hai fatto un lavoro di merda ma ti scrivono “it’s not what I had in mind.” Vorrebbero dirti che sono dispiaciuti di qualcosa e ti dicono “I wouldn’t have said that.”. Non è falsità come tutti pensiamo all’inizio, ma puro e semplice rispetto dell’altro. È un codice non scritto che tutti comprendono. Invece di dire “che schifo” usano frasi convolute per dire lo stesso. È un tipo di teatro dove ognuno fa la sua parte. Ma se sei inglese lo capisci, se sei straniero pensi che siano falsi. È quindi tutta una questione di incomprensione della loro natura, cultura e usanze. Una volta che li conosci e diventi come loro tutto appare naturale e ti rendi conto che il problema sta da un’altra parte: infatti il problema non sono gli inglesi che sono civilissimi e normali, ma gli italiani che sono supercafoni, irrispettosi del prossimo e violenti.