Dopo circa due anni ho rimesso piede in una libreria italiana e quelle che seguono sono le mie impressioni.
1) in vetrina ci sono SOLO libri scritti da personaggi della TV o dello sport che parlano di se stessi: Clerici, Vespa, Del Piero ecc. Pare che gli italiani riescano a leggere solo quando vedono un viso che hanno già visto in TV. Vedono perché nelle copertine c’è pure il viso della persona famosa perché non basta neppure il nome famoso, ci vuole la stimolazione visiva per questa generazione da tubo catodico. Generazione da tubo catodico perché sono tutti libri per un pubblico dai 50 anni in su.
2) i giovani invece si attaccano ai filoni, tant’è che in libreria non vengono più divisi per gialli, fantascienza, classici ecc. ma per Vampiri, Epoca romana e George Martin (sì George Martin ha uno scaffale tutto suo).
3) in una libreria il reparto fantascienza non esiste più soppiantato da Fantasy. Due, tre autori in realtà che scrivono decine di romanzi in serie. Unici autori di fantascienza che ho trovato in Fantasy sono Asimov e Philip Dick. Giuro. Se mio figlio dovesse nascere oggi non avrebbe accesso a nessun classico di fantascienza se non Dick e Asimov – se durano. Tutto quello che ho letto io nella adolescenza o è fuori produzione o non viene esposto in una grande libreria.
4) in un’altra libreria esiste Fantascienza ma i titoli sono: Bioshock, Halo, Uncharted, Rage ecc. Cioè tutti romanzi tratti da videogiochi fantascientifici!
5) classici e vera letteratura sono in un angolo nascosto per gli sfigati.
In pratica nel 2012 una persona compra un libro perché ha visto il viso di un personaggio famoso in TV oppure ha giocato ad un videogioco oppure ha visto un film o una serie TV tratta da un romanzo. Uno entra in libreria perché la sua curiosità è stata sollecitata dalla TV o dal cinema o dalla Playstation.