Ecco a voi un post su due cose che non sopporto: gli ambientalisti senza se e senza ma e Facebook.
Da qualche tempo su Facebook è apparsa la solita “campagna contro X” con tam-tam, firme, controfirme, appelli. In genere si tratta di un utente Facebook che posta un appello contro qualcosa molto generico, molto superficiale, senza referenze, link o possibilità di verificare. La gente ci crede e grazie al sistema demoniaco di Facebook -ovvero notizie non verificate o verificabili post-hoc rimbalzano da bacheca a bacheca, senza possibilità di rettifica o correzione – le mezza verità o le bugie si spargono a macchia d’olio.
L’ultima riguarda la campagna contro la direttiva UE sull’uso dei randagi per la vivisezione. Lasciando perdere l’uso ignorante del termine vivisezione con cui gli animalisti includono qualsiasi esperimento sugli animali (dallo studio del comportamento all’uso di organi o cadaveri, dalla chirurgia alla vivisezione vera e propria), vediamo di cosa parla questa famosa direttiva che mi sono preso la briga di leggere. Eccola qui:
Articolo 11, pagina 36. Tutti possono leggerla e tutti possono farsi un’idea. Per chi non sa l’inglese c’è scritto (traduzione veloce veloce):
1) Gli animali randagi e gli animali inselvatichiti da specie domestiche non devono essere usati nelle pratiche [scientifiche].
2) Le autorità competenti possono solo garantire eccezioni al paragrafo 1 solo alle seguenti condizioni:
a) c’è un bisogno essenziale per gli studi che riguardano la salute e il benessere degli animali o una minaccia all’ambiente o alla salute umana o animale, e
b) c’è una giustificazione scientifica per la quale l’obiettivo della pratica può essere raggiunto solo con l’uso di un animale randagio o animale inselvatichito.
Chiaro? Se non è chiaro ve lo spiego io: il primo paragrafo dice che NON si devono usare randagi. Il secondo parla di alcune eccezioni che solo le autorità competenti (ASL, Regione, Comune, Commissione scientifica ecc.) possono autorizzare. Quali sono queste eccezioni: la prima (a) parla della possibilità di utilizzare animali randagi nel caso, per esempio, di epidemie che siano pericolose per gli stessi randagi, per altre specie domestiche o per gli umani. Si chiama salute pubblica e dovrebbe essere uno degli obiettivi dei sedicenti ambientalisti visto che serve a salvaguardare la salute degli stessi animali. Quando si parla di utilizzare un randagio per uno studio scientifico con questo tipo di finalità gli ambientalisti pensano a degli uomini malvagi che vanno in giro a catturare cani e gatti randagi dalle periferie, portarli in un laboratorio supersegreto, aprirli in due con un bisturi per il solo scopo di vedere cosa c’è dentro gli organi interni. Purtroppo devo deludere i signori ambientalisti e avvertirli che si fanno cose ben più banali e routinarie, tipo: raccogliere feci e urine, prendere campioni di sangue o biopsie, studiare il comportamento, somministrargli vaccini contro malattie e parassiti e, sì, anche la soppressione in alcuni casi se è necessario. Tutto questo per il bene e la salute degli stessi animali e del resto dell’ecosistema metropolitano.
L’eccezione (b) al paragrafo 1 riguarda l’uso di animali randagi per raggiungere obiettivi scientifici che possono essere raggiunti solo con animali randagi. Cosa significa? Significa che se esiste un progetto di ricerca che ha come obiettivo la conoscenza di fisiologia e patologia di una specie randagia allora è possibile che le autorità competenti diano l’OK per il loro utilizzo. Ma sempre in accordo con il resto del documento dell’Unione Europea che prevede gli obiettivi del replacement, reduction and refinement (rimpiazzamento, riduzione e perfezionamento; ovvero la regola delle tre R). Le leggi a riguardo dell’uso di animali per la sperimentazione scientifica sono molto rigorose e rispettate fino all’ultima virgola pena la chiusura del laboratorio, multe salatissime e perfino l’arresto.
Quanti di quelli che hanno firmato l’appello, cliccato il pulsante LIKE su Facebook o che sono scesi in piazza hanno letto la direttiva? Nessuno, a giudicare dai commenti e dal fatto stesso che sia nata questa campagna. I giornali hanno contribuito in modo sostanziale a questa menzogna.
Mi piace:
Mi piace Caricamento...