In genere questa moria di blog e di internet è da imputare alle feste. Succede sempre così quando si avvicinano le vacanze. Internet muore, i blog smettono di funzionare, si torna alla vita reale e la vita virtuale si svuota. Ecco, quello che sta succedendo da due mesi (e lentamente da più di uno-due anni a questa parte) è proprio questo: i blog sono andati in vacanza quando non c’è alcuna vacanza. Decine di blog chiusi; decine di blog che postano uno-due post al mese; niente più commenti, battaglie dialettiche, aggregatori. Niente. Nulla. Se un marziano dovesse scendere ora sulla Terra penserebbe che il fenomeno BLOG non ci sia mai stato. I social network? Può darsi. La noia? Possibile. Si è detto già tutto? Anche questo molto probabile. O forse un mix di tutt’e tre.
C’è stata anche una progressiva migrazione su altri strumenti come i tumblr. I quali però hanno target e modalità diverse rispetto ai blog: nessuna possibilità di intervento per gli esterni, ridondanza estrema (gli stessi post ripetuti come in una casa di specchi migliaia di volte), poca inventiva (spesso ci si limita a ripostare cose scritte da altri.
Sì c’è ancora quel nocciolo duro di bloggers che continuano a scrivere ogni giorno da anni, ma la blosgosfera era solo questo, scrivere? No. Era partecipazione, discussione, a volte anche accesa, infuocata. Era un numero enorme di voci che ci parlavano, una Babele di persone che volevano discutere sui temi più disparati. Ora ci sono pochi big blogs, e la gente si limita a guardarli passivamente, come un tempo si faceva in quel vecchio media che si chiamava TV. Guardare e basta.
Ogni giorno vago tra i miei link preferiti e vedo sempre meno gente attiva: è un deserto. Di post, di menti, di idee. E’ arrivata quindi la morte definitiva dei blog?