Archivi del mese: Maggio 2019

Il Vietnam persiano

Nelle prossime settimane incomincerete a vedere molti servizi giornalistici e articoli sui maggiori giornali riguardo all’Iran. Parleranno di presunti attacchi iraniani agli interessi occidentali, sabotaggi, interferenze con elezioni, pericoli contro Israele ecc. Ci saranno esperti militari ospiti di telegiornali e trasmissioni che parleranno di documenti dei servizi segreti che provano che l’Iran sta organizzando qualche attacco contro gli interessi americani e israeliani. Opinionisti scriveranno op-eds su grandi giornali come il New York Times e il Washington Post che verranno copia-incollati da agenzie in tutto il mondo. Non abboccate. Tutto questo e’ stato deciso a tavolino da qualche generale del Pentagono e spin doctor della Casa Bianca.

Tutte queste notizie verranno date in pasto ai giornali da agenzie dei servizi segreti americani e israeliane. Su Twitter e su Facebook vedrete un aumento delle campagne di appoggio per le donne che protestano contro il velo. Più del normale ovviamente. Questo viene fatto dagli algoritmi delle piattaforme per amplificare un messaggio di propaganda anti-iraniana. Voci contro la guerra verranno silenziate e le campagne anti-iraniane saranno martellanti. I social media e la maggior parte dei media tradizionali sono alle dirette dipendenze degli Stati Uniti e dell’Arabia Saudita (Twitter e’ in mano ai sauditi infatti). E’ tutto fatto di modo tale che l’opinione pubblica arrivi preparata alla prossima guerra contro l’Iran. Già, la guerra. Perché ora?

Alcune cose sono capitate negli ultimi mesi: la rielezione di Netanyahu in Israele, la riapertura del fronte di guerra siriano di Idlib, le pesanti perdite dei sauditi nel teatro yemenita a causa della guerrilla degli Houthis. Ma soprattutto una legge non scritta che dice che qualsiasi presidente americano che non va in guerra non viene rieletto per un secondo mandato. Trump ci ha provato con il Venezuela ma ha miseramente fallito e ora ci prova con l’Iran. Con modi da criminali gli americani hanno prima lasciato l’accordo internazionale sul nucleare che stava funzionando benissimo, poi hanno incominciato ad inviare navi e bombardieri nel Golfo Persico per stuzzicare una risposta dall’Iran. Come un bambino con un bastone che scuote un alveare stanno solo aspettando che una ape faccia una mossa sbagliata per poi giustificare un attacco.

Il problema e’ che gli americani sono cosi ignoranti che non si rendono conto che questa sarà la più dura e difficile guerra mai combattuta dai tempi della Seconda Guerra Mondiale. Non hanno alcuna idea di cosa sia l’Iran, quanto sia impervio geograficamente e quanti alleati fedeli abbia nella regione e fuori dalla regione. Non sarà una passeggiata e questi sono i motivi principali:

1. geograficamente l’Iran e’ immenso. Grande quanto l’Europa Occidentale (Germania, Francia, Italia e Regno Unito assieme per esempio) con zone impervie e montagnose, deserti e foreste. E’ un microcontinente a se stante. E’ impossibile da invadere dal mare, cioè dal Golfo Persico, perché controlla il passaggio delle navi sullo stretto di Hormuz. (infatti e’ una trappola per le navi nemiche) e da terra e’ circondata da paesi alleati o neutrali.

2. alleanze: A Est il Pakistan non ha alcun interesse ad allearsi con gli USA e a Nord-Est l’Afghanistan e’ in caos. A Ovest l’Iraq e’ diventato praticamente un paese satellite dell’Iran, l’Oman e’ storicamente neutrale ma si affaccia su Hormuz quindi ha interesse a non entrare nel conflitto, lo Yemen e’ in piena guerra civile, la Siria sta vincendo contro gli ultimi bastioni di Al Qaeda ad Idlib con l’aiuto dei russi, in Libano Hezbollah controlla parte del governo, la Turchia e’ alleata della Russia e in rotta di collisione con la NATO. Gli unici paesi che potrebbero supportare un attacco sono Arabia Saudita e Israele. E potrebbero farlo solo con supporto aereo.

3. conseguenze: se gli USA dovessero attaccare l’Iran, la prima mossa dell’Iran sarebbe quella di chiudere lo stretto di Hormuz e affondare la flotta americana. E potrebbero farlo perché in tutti questi anni si sono preparati a questa evenienza. Con minisommerigibili, droni, razzi terra-terra, motoscafi veloci da due posti per azioni kamikaze. Queste sono tutte azioni di guerriglia e  sabotaggio che non necessitano di tecnologie avanzate o di flotte di fregate o squadroni di jet. Sarà una sorta di Vietnam sull’acqua che terrà in scacco matto gli americani. Israeliani e sauditi tenteranno di usare la loro aviazione per fare sortite nel territorio iraniano ma come sappiamo dall’esperienza l’unico modo per vincere e’ con una invasione di terra. Impossibile a meno che non si facciano sbarcare 500000 mila soldati con perdite devastanti. Al confronto il D-Day fu una passeggiata. Nel frattempo l’Iran non ha neppure bisogno di spostare truppe al confine. Deve solo aspettare che i suoi alleati attacchino Israele (Hezbollah, Siria e Hamas) da più fronti e internamente, i sauditi (houthis dallo Yemen e dall’est sciita) e gli americani stazionati in Iraq (PMU sciite e IRGG). Non solo ma sarebbe impossibile per le petroliere dei paesi arabi attraversare lo stretto senza essere attaccati. Il prezzo del petrolio schizzerebbe a livelli mai visti dagli anni 70 con conseguenza disastrose sull’economia mondiale.

4. effetto domino. Non solo l’Iran non deve fare nulla – solo aspettare con pazienza – ma può contare su appoggio indiretto di Russia e Cina i quali faranno di tutto per sabotare gli interessi statunitensi aumentando la loro pressione su aree diverse come il Mare Cinese nel caso della Cina e l’Ucraina nel caso della Russia. Altri paesi poi potrebbero approfittarne come il Venezuela e la Corea del Nord (difatti la Corea nei giorni successivi all’annuncio della guerra contro l’Iran ha sparato missili a lunga gittata) per contrastare il potere americano nelle loro regioni di influenza.

5. Conclusioni: non solo gli USA non possono vincere militarmente contro l’Iran ma rischiano di esacerbare conflitti che non sembrano connessi come in Corea del Nord, Venezuela, Libia, Ucraina ecc. Esiste un solo modo per vincere la guerra militarmente: le armi nucleari. E non e’ da escludere che Netanyahu possa sganciare qualche atomica strategica su qualche piccola città iraniana. Ma come reagirebbe al comunità internazionale ad un tale atto criminale?

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Tempi bui

Abbiamo gridato al lupo al lupo molte volte in passato. Forse troppe qualcuno di voi dirà, anche se se siamo arrivati a questo punto è proprio perché da certi piccoli gesti in passato si è arrivati al decadimento istituzionale attuale. Questa volta pero ci troviamo di fronte a gesti di certe parti del governo chiaramente e spudoratamente anticostituzionali e come tali illegali.

Nel giro di poche settimane abbiamo assistito:

1. alla polizia che per ordine di Salvini ha provveduto a sequestrare telefonini, striscioni, scritte di contestatori. In alcuni casi entrando in casa di privati cittadini senza mandati di perquisizione o motivo di ordine pubblico.

2. all’account Twitter ufficiale della Polizia di Stato che risponde ad un privato cittadino denigrandolo in pubblico perché ha osato contestare Salvini. Tweet poi difeso dallo stesso capo della polizia Gabrielli sul Corriere dicendo che “quel tweet non appartiene ad un funzionario anonimo sfuggito al controllo dell’amministrazione ma è stato sollecitato e autorizzato.”

3. ad un esponente della Polizia che all’apertura di una sede della Lega a Roma dichiara che “Il connubio tra Lega e Polizia di Stato e’ diventato indissolubile grazie a Salvini.”

4. ad uno striscione con la scritta “non sei benvenuto” a Brembate rimosso dai Vigili del Fuoco “costretti” dalle forze dell’ordine mentre c’era un comizio di Salvini.

Tutti questi episodi sono di una gravità incredibile e sono propri di paesi dove l’autoritarismo la fa da padrone come la Russia. Prendiamo atto che la Polizia di Stato ha deciso dai gradi più alti fino a quelli più bassi di diventare un corpo di polizia privato per il ministro dell’Interno e che il suo operato sia un tutt’uno con un solo e unico partito, la Lega. E come tale non è più imparziale. Non si sono mai viste e sentite cose di questo genere in tutta la storia repubblicana e se lo sommiamo a quello che sta succedendo con i svariati partiti fascisti a cui si lascia fare qualsiasi crimine impudentemente e spesso con l’appoggio implicito dello stesso ministro dell’Interno ci troviamo ad un impasse storica. Una da cui spesso non si può più tornare indietro.

Deve essere chiaro che queste cose da staterello del centro-America debbano finire. Salvini è ubriaco di potere. E’ un bambino che ha bisogno di attenzioni e ora che le ha ricevute pensa di poter essere sopra la legge, anzi di essere la legge stessa. Persone di questo genere osano sempre di più e alzano l’asticella dell’ammissibile ogni giorno che passa per vedere l’effetto che fa.

Non sono mai stato tipo da girotondini o da proteste di piazza né grande supporter di attività extraparlamentari ma ora è d’obbligo agire con atti di disubbidienza civile. Non abbiate paura di avere striscioni o scritte o messaggi su internet che critichino Salvini. Non possono di certo strapparli tutti a meno che non facciano una legge apposita. Niente di volgare o che possa essere accusato di istigazione a delinquere, ovviamente. Arriverà un momento in cui qualcuno dovrà intervenire, internamente la presidenza della Repubblica o internazionalmente l’Unione Europea.

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Casal Bruciato è la fine dello stato di diritto

La scena è questa: una residente italiana riceve legittimamente (ripeto, legittimamente) l’assegnazione di una casa popolare dal comune di Roma. I residenti di Casal Bruciato insieme ad un gruppo di militanti di Casapound cercano di bloccare con la forza l’entrata della suddetta residente (con bambino in braccio) nella sua nuova residenza legittimamente assegnata dal comune e cercano di linciarla e la minacciano urlando “Puttana, vi vogliamo tutti impiccati!”, “Zoccola, ti stupro!”. Questo linciaggio è giustificato (secondo loro) perché pare che sia di etnia rom (non so neppure se sia cittadina italiana ma non fa differenza di che nazionalità sia). Potrebbe essere anche boliviana ma se la legge lo consente lei può accedere a quel diritto comunale e soprattutto non deve essere minacciata a causa della sua etnia.

Questo post non riguarda il neofascismo né la legge Scelba e Mancino. Questo post riguarda la legge, lo stato di diritto. La Rule of Law come si dice nei paesi anglosassoni. Ecco, l’altro giorno a Casal Bruciato lo stato di diritto è morto. L’ordinamento giuridico italiano ha tra i suoi pilastri (che vi piaccia o no) l’obbligatorietà dell’azione penale da parte della magistratura. Ma la magistratura non procede contro questi individui non in quanto fascisti (questione complessa che lascio ad altri) ma in quanto delinquenti. I reati che vedo sono almeno quattro: istigazione a delinquere, minaccia, interruzione di ufficio, odio razziale e violenza privata (con aggravante perché presente minore). In un paese civile la polizia avrebbe dovuto schedare tutte quelle persone, la magistratura intervenire indipendentemente. E invece questo non accade e la sindaca Raggi ha dovuto usare risorse comunali per difendere questa persona dalle minacce.

Ma forse non vi rendete conto di quello che è successo: Casapound si è sostituito allo stato ed è ora una forza sopra la legge. Non solo per quanto riguarda questo episodio ma pensiamo allo stabile pubblico occupato da 15 anni a Roma o i sit-in non autorizzati da prefetto ecc. Il gruppo può agire indisturbato in molte periferie e la magistratura non interviene. Non dico la polizia, che sappiamo ha al suo interno molti simpatizzanti neofascisti. Parliamo del potere giudiziario totalmente inesistente. Ricordatevelo quando qualcuno si chiederà in un futuro non molto tempo come siamo potuti arrivare a tali abissi di inciviltà.

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