Se c’è una cosa che la filosofia libertaria mi ha insegnato è che la divisione del lavoro è “one of the great basic principles of cosmic becoming and evolutionary change.”, nelle parole di Mises.
Quando nella società umana i singoli individui si sono specializzati in un lavoro e hanno capito che questo rendeva la società più produttiva, quello è stato il momento in cui si è passati dal “buon selvaggio” alla civilizzazione. Questa divisione dei compiti all’interno della società parte da alcune basi biologiche e geografiche/naturali importanti: non siamo tutti uguali e le risorse non sono equamente distribuite sul pianeta. Se fossimo tutti uguali e le risorse fossero equamente distribuite sul pianeta non ci sarebbe interazione, né mercato quindi neanche bisogno di una società. Tutti sarebbero autosufficienti e vivremmo come eremiti. O come Mises dice su Human Action:
“If and as far as labor under the division of labor is more productive than isolated labor, and if and as far as man is able to realize this fact, human action itself tends toward cooperation and association; man becomes a social being not in sacrificing his own concerns for the sake of a mythical Moloch, society, but in aiming at an improvement in his own welfare. Experience teaches that this condition — higher productivity achieved under the division of labor — is present because its cause — the inborn inequality of men and the inequality in the geographical distribution of the natural factors of production — is real. Thus we are in a position to comprehend the course of social evolution.”
Questo mi serve da spunto per un argomento che mi sta a cuore: la differenza tra cultura anglosassone e mediterranea. Per anni ho pensato quale fosse il segreto dell’efficienza anglosassone nel mercato globalizzato e forse credo di aver capito qualcosa. Forse.
Prendiamo una tipica azienda italiana medio-piccola. C’è il proprietario, poi ci sono i dipendenti. Ma c’è anche un’altra cosa di mezzo: la famiglia. L’azienda tipica italiana è fatta di padre, moglie e figli. Spesso questi familiari hanno le conoscenze adatte per far andare avanti l’azienda, altre volte no. La moglie che risponde al telefono, fa i conti dell’azienda, impacchetta le cose ecc. Segretaria, commercialista, dipendente ecc. Il figlio che smanetta sul computer fa il marketing casereccio, fa il dipendente, impacchetta ecc. Marketing, IT, dipendente, operaio ecc. Il proprietario ancora peggio: ordini delle commesse, lavoro manuale, conti ecc. E così via con tutto il resto di parenti e amici. La cosa funziona anche se la famiglia non è inclusa nell’azienda: stesso tipo di struttura anche con perfetti sconosciuti.
La cosa funziona così: tutti devono essere in grado fare tutto e tutti devono avere il tempo di fare un po’ di tutto. In questa tipica azienda italiana, ma anche mediterranea, non esiste divisione del lavoro efficiente. Non esistono squadre, team, manager di un dipartimento. Non esistono responsabili, non esistono piani né strategie a lungo termine. La specializzazione è quasi inesistente.
Ora analizziamo una tipica azienda anglosassone. Il manager divide l’azienda in dipartimenti, ognuno con un compito specifico. Ogni dipartimento fa solo e soltanto quella cosa; può essere marketing, IT, produzione, design ecc. Se chiedi ad uno del marketing di aiutarti a impacchettare i prodotti da spedire ti ride in faccia e ti dice che nel suo contratto non c’è nulla del genere.
Ogni dipartimento poi ha il suo responsabile che poi riporta al manager director. Così il manager director può controllare in modo efficiente ciò che sta succedendo nella sua azienda.
Ora, esistono anche altre cose come il peso del fisco e della burocrazia, la nazionale pigrizia a rispondere a e-mail, telefonate o richieste entro 24 ore, mancanza di infrastrutture e servizi nazionali ecc. Ma credo che la divisione del lavoro e la sua specializzazione, sia fondamentale nel capire la differenza tra i due sistemi.
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