Archivi del mese: gennaio 2015

Quello che non vi hanno mai insegnato al corso d’inglese: la e silente e il Great vowel shift

Per le puntate precedenti vedere qui.

2aa621544c31e1a395cfdf4be633132e3aa4eac19cdf5b286b99ad18aa5e538d2117599683Ammettetelo: quante volte avete detto o avete sentito dire che la pronuncia dell’inglese è inconsistente e che non esistano regole? Quante volte vi siete fermati davanti ad una parola e vi siete chiesti: “Come si pronuncia la vocale a in questa parola?”? E’ possibile, come nel mio caso, che lo abbiate chiesto anche a chi avrebbe dovuto aiutarvi, ovvero ad un insegnante d’inglese a scuola. Ma sono sicuro che nel 90% dei casi la risposta sia stata “spallucce”. La pronuncia dell’inglese non ha regole e dovete imparare le parole una per una, questo è il luogo comune.

E invece no, e oggi vi dimostrerò che esiste un modo per saper pronunciare le vocali dell’inglese di alcuni gruppi di parole senza averle dovute imparare a memoria. E questo l’ho imparato con la pratica… visto che nessuno si era mai premurato di insegnarmelo. Sappiamo bene che per un madre lingua italiano la cosa più difficile è capire quando le vocali “i” e “a” si pronunciano “ai” o “i” e “ei” o “a”, rispettivamente. Prendiamo come esempio la parola “time”. Si legge “taim” e lo sappiamo per un motivo: ha una “e” alla fine. Se non ci fosse la “e” si leggerebbe “tim”. Quindi ricapitolando la presenza di una vocale alla fine della parola modifica la pronuncia della vocale precedente. Senza la vocale e si pronuncerebbe come in italiano.

Esempi di seguito:

time-tim

rime-rim

slime-slim

grime-grim

dime-dim

spine-spin

pine-pin

wine-win

Significa che, a parte le poche eccezioni, quando troverete una parola bisillabica come time che non conoscete potrete andare sul sicuro ed applicare questa regola.

Per quanto riguarda invece la vocale “a” il discorso è simile ma più complesso: blame si legge bleim e clam si legge clam, tutto grazie alla e finale. Ma il fonema “ei” può divenire anche “e” come in can.

dame-dam

came-cam

cane-can

lane-lan

lame-lamp

shame-shampoo

Stessa cosa vale per le vocali “u” e “o” che verranno pronunciate “a” o “iu” e “a” o “o” a seconda della presenza della “e” finale o che segue immediatamente l’ultima consonante.comic2-1291-897173545

plume-plum tube-tub funeral-fun come-com

La “e” alla fine di una parola inglese è una vocale magica. Non si pronuncia mai (infatti si chiama silente) ma può cambiare la pronuncia (e il significato) dell’intera parola.

La “e” alla fine delle parole inglesi è molto comune e non è stata messa lì a caso. C’è sempre una ragione dietro ad una consuetudine in una lingua e l’origine della e silente possiamo trovarla nel rivoluzionario periodo (linguisticamente parlando) tra il 15esimo e il 17esimo secolo dove quasi tutte le lingue di origine germaniche hanno subito il great vowel shift. Prima del 15esimo secolo infatti le vocali in inglese si pronunciavano più o meno come nelle lingue latine. Per motivi ancora misteriosi – qualcuno parla di influenze date dalla peste nera ma è indimostrabile – molte delle vocali hanno cambiato pronuncia, da una simil-latina a quella attuale. Ed è qui che entra in gioco la e silente che riesce a farci distinguere la pronuncia (e il significato) di una parola da un’altra. Il Great vowel shift però non fu omogeneo e alcune aree del Regno Unito continuano a pronunciare le vocali in un modo simile al nostro. Nord Inghilterra e Scozia per esempio continuano in molti casi a mantenere una pronuncia pre-great vowel shift.

Per ricordarvi della pronuncia delle vocali e dell’importanza della e silente in inglese magari potrete memorizzare questa filastrocca per bambini:

Who can turn a can into a cane?

Who can turn a pan into a pane?

It’s not too hard to see, it’s silent E!

 

 *in realta’ la cosa e’ piu’ complicata di quanto sembri perche’ di vocali l’inglese ne ha 12. Ma per semplificare il nostro corso abbiamo ignorato la maggior parte dei fonemi che gli italiani non possono pronunciare. Per un sommario piu’ completo dei cambiamenti dati dalla e silente vedere questa pagina.

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Don’t mess with the pope

http%3A%2F%2F41.media.tumblr.com%2F1b598ae8282517f7e0ac149081c67baf%2Ftumblr_ni9vby2lMB1s6bu9yo1_12802125024003Come si usa dire dalle mie parti se al papa “gli cerchi la mamma” lui va in bestia e ti dà un pugno. Lui non porge l’altra guancia, lui porge le nocche…della sua mano. Da bravo bullo di periferia si può permettere di dire una cosa del genere senza essere criticato perché dalla sua ha la protezione del silenzio mediatico e politico. In queste ore di ansia in Francia c’è gente che è stata arrestata per poco meno. Possiamo contestare una legge (francese) che ti punisce per incitamento all’odio o alla violenza ma non c’è dubbio che se fosse stato in Francia Bergoglio avrebbe rischiato grosso con la sua battutina. Tutto quello di cui abbiamo discusso nei post precedenti – sulla libertà di pensiero, di critica, di satira che distingue l’Occidente dall’Islam e che rende i due mondi così diversi e confliggenti- tutto gettato al cesso da una battuta di un papa che farebbe di tutto pur di shockare e apparire in TV, perfino l’istrione. Vi lascio con alcune domande interessanti:

1) dal pugno all’AK-47 si può arrivare facilmente, basta giustificare gli assassini dicendo che “sì però se la sono cercata” e prima o poi qualcuno che salta dall’uno all’altro lo si trova; trovare giustificazioni come quella di Bergoglio non è forse incitamento alla violenza e una richiesta di censura preventiva per chi fa satira?

2) chi di grazia decide dove è il limite? I capi delle religioni, i governi o il primo che passa con un AK-47 in mano?

3) e chi farebbe rispettare una legge sulla blasfemia tanto restrittiva se non i governi, con la forza appunto? Quello che già fanno Arabia Saudita e compagnia ancora oggi per esempio. In questi giorni un blogger saudita che aveva fatto della satira contro figure clericali è stato condannato a 15 anni di prigione e a 1000 frustate. Quale è la punizione che Bergoglio vorrebbe dare a chi sbeffeggia la sua figura o quella della sua madre?

 

 

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Ceci n’est pas une pipe

index1243268583Cosa pensereste se io dicessi che l’Inquisizione medioevale non fosse stata cristiana? E che le Crociate non si fossero combattute in nome di Cristo? E che il rogo degli eretici non fosse stato eseguito da cristiani? E che la conversione di decine di milioni di persone nelle americhe non fosse stata ordinata da autorità cristiane?

Sono sicuro che mi prendereste per pazzo. La storia criminale della Chiesa del passato è così assodata nel 2015 che perfino gli stessi cristiani lo ammettono senza problemi (anche se alcuni trovano giustificazioni deprecabili, molto simili a quelle della sinistra europea in questi giorni nei confronti degli jihadisti) inclusi alcuni rappresentanti della stessa Chiesa Cattolica. Possiamo ovviamente discutere sul fatto che quei crimini siano stati perpetrati dal cattolicesimo certo, e quindi da una particolare branca del cristianesimo (anche se maggioritaria), ma non vi è dubbio che chi compì quegli atti fu cristiano e in totale buona fede pensava di seguire la parola di dio scritta nei libri sacri, Vecchio e Nuovo Testamento.

Ora, pare incredibile, ma c’è questa nuova moda del politicamente corretto che impone di distinguere tra fondamentalismo/terrorismo e Islam come se fossero due cose distinte, non correlate. Addirittura, scimmiottando le dichiarazioni dei soliti imam moderati che sentiamo in certe trasmissioni TV, si dice che questi terroristi non siano neppure musulmani. Che l’ISIS nonostante abbia nel suo stesso nome la parola Islamico, non sia islamico. Che i versetti che invocano non siano islamici. Che gli obiettivi che perseguano non siano islamici.

Badate bene che questa distorsione della realtà degna di Orwell non è propagandata da 4 gatti grillini su Facebook ma dagli scranni più alti del potere politico mondiale. Quando Obama lo scorso Settembre disse “Now let’s make two things clear: ISIL is not Islamic. No religion condones the killing of innocents, and the vast majority of ISIL’s victims have been Muslim…. ISIL is a terrorist organization, pure and simple” pareva di sentire un mentecatto. O quei miei compagni di scuola che convintissimi mi dicevano che l’URSS e le BR e Cuba e Stalin non erano comunisti. ISIL/ISIS quindi secondo Obama è una organizzazione terroristica “pura e semplice”. Nasce dal nulla, i suoi obiettivi sono volti al nulla e i suoi fondatori volevano creare una organizzazione terroristica pura e semplice ma perché sono zuzzurelloni ci hanno fatto credere che fossero islamici. Perché sarebbe stato da cretini chiamare il proprio Stato “Stato della organizzazione terroristica”. Al Baghdadi quando si autoproclama Califfo non si trova in una moschea di Mosul ma in un ufficio di una organizzazione terroristica, il dio che prega è il famoso “dio terrorista” e la tradizione a cui si rifà per chiamarsi Califfo deriva da un fumetto di fantascienza. In uno straordinario e lucidissimo pezzo intitolato Sleepwalking toward Armageddon Sam Harris risponde ad Obama in maniera tagliente: http://www.samharris.org/blog/item/sleepwalking-toward-armageddon

“[…] But there is now a large industry of obfuscation designed to protect Muslims from having to grapple with these truths. Our humanities and social science departments are filled with scholars and pseudo-scholars deemed to be experts in terrorism, religion, Islamic jurisprudence, anthropology, political science, and other diverse fields, who claim that where Muslim intolerance and violence are concerned, nothing is ever what it seems. Above all, these experts claim that one can’t take Islamists and jihadists at their word: Their incessant declarations about God, paradise, martyrdom, and the evils of apostasy are nothing more than a mask concealing their real motivations. What are their real motivations? Insert here the most abject hopes and projections of secular liberalism: How would you feel if Western imperialists and their mapmakers had divided your lands, stolen your oil, and humiliated your proud culture? Devout Muslims merely want what everyone wants—political and economic security, a piece of land to call home, good schools for their children, a little leisure to enjoy the company of friends. Unfortunately, most of my fellow liberals appear to believe this. In fact, to not accept this obscurantism as a deep insight into human nature and immediately avert one’s eyes from the teachings of Islam is considered a form of bigotry.”

O come succintamente la pone Dawkins in un tweet: “They shouted ‘We have avenged the Prophet Muhammad’ … Some useful idiot will claim it had nothing to do with religion.”

Qualche “utile idiota” come Obama o come Hollande che ieri ha pronunciato queste parole: “Il fondamentalismo non ha niente a che vedere con l’Islam”. L’Inquisizione di Santa Romana Chiesa non ha niente a che vedere col cristianesimo. Giordano Bruno fu bruciato da fondamentalisti di una organizzazione terroristica.

Quando la smetteremo di pensare che i fondamentalisti, islamici o cristiani, pratichino una sorta di forma perversa della loro religione di appartenenza? Quando smetteremo di mentire a noi stessi? Risposta: semplicemente quando impareremo a leggere i testi sacri, una cosa che SOLO i non credenti hanno fatto e fanno continuamente. Certo esistono musulmani e cristiani che praticano una versione perversa del loro credo e rappresentano l’80% della popolazione: sono musulmani e cristiani secolarizzati, solo di nome quindi ma non di fatto. Gente che si autoproclama musulmana e cristiana per una questione identitaria e per il solo e semplice motivo che è stata cresciuta in questo modo. La maggior parte dei cristiani e dei musulmani non ha mai letto i propri libri sacri, non ha mai letto delle milioni di vittime uccise o fatte uccidere dal dio abramitico, degli stupri di massa, dei genocidi di infanti e di innocenti descritti nei minimi particolari, delle decapitazioni ordinate da profeti compiacenti e psicopatici. L’Inquisizione e ISIS sono le vere facce della religione, non il contrario. Tutte le conquiste che abbiamo raggiunto con fatica come il rispetto dell’altro, l’accettazione del diverso, in poche parole il rispetto per l’eresia, le abbiamo raggiunte NONOSTANTE le religioni, non GRAZIE alle religioni.

E, fatemelo dire, non saremmo mai riusciti a sconfiggere il clericalismo che ha offuscato la nostra società per 2000 anni se avessimo dichiarato come oggi fa Hollande che “lo Stato del Vaticano” non era cristiano, che il papa non rappresentava il dio cristiano e che si trattava di una pura e semplice organizzazione terroristica. Non lo abbiamo fatto di certo. Che vi piaccia o meno abbiamo combattuto contro un mostro molto simile a quello che ora il mondo musulmano sta affrontando costringendo i cristiani ad attuare riforme al loro credo, a secolarizzarsi, ad accettare la diversità di credo, a rispettare l’eresia. E su alcuni fronti ci stiamo ancora lavorando. Col cristianesimo fu difficile, con l’Islam sarà tremendamente difficile e sono sicuro che nella mia breve vita non ne vedrò neppure l’inizio.

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La fiera del fesso

Stavo scrivendo un pezzo sull’ultimo romanzo di Houellebecq con critiche annesse e sul putiferio che ha suscitato all’interno dell’intellighenzia francese quando proprio ieri abbiamo assistito ad uno degli atti più barbarici degli ultimi anni in terra europea. E allora in fase di montaggio ho deciso di lasciare la bozza del primo post e di farla seguire da un pezzo sull’attentato a Parigi.

***

Esce domani in Francia l’ultimo romanzo distopico di Houellebecq, Soumission (Sottomissione). Pare che nessuno lo abbia ancora letto ma è già un caso. Islamofobo lo chiamano, come se una fobia possa essere considerata in modo dispregiativo. Non ho mai sentito nessuno deprecare gli aracnofobici, gli agorafobici per le loro paure. Ma per l’intellighenzia ex-sinistra francese per proteggere l’Islam si fa questo e altro. Perfino considerare un libro di fantascienza distopica che immagina una Europa del 2022 completamente islamica come un romanzo razzista, e appunto islamofobo. Chissà se Orwell lo possiamo considerare un socialistofobo, usando gli stessi canoni. Per carità, non toccategli Orwell, niente a che vedere con Houellebecq!

Al cuore del romanzo sta questo semplice concetto: “Se un musulmano vuole votare cosa dovrebbe fare? La verità è, si trova in una situazione impossibile. Non ha alcuna rappresentanza. Sarebbe sbagliato dire che questa religione non ha conseguenze politiche – ce le ha. Così come il cattolicesimo, anche se i cattolici sono stati più o meno marginalizzati. Per queste ragioni, mi sembra, un partito islamico ha molto senso.” L’assioma centrale di Houellebecq è che i musulmani sono conservatori ma non possono avere alcuna rappresentanza nelle democrazie europee. La sinistra li protegge ma allo stesso tempo è progressista in materie etiche come l’omosessualità, la parità dei generi, i diritti umani. Dall’altra non può votare per la destra, tradizionalista e conservatrice per i temi etici certo, ma cristiana e anti-islamica. Quindi l’unica via d’uscita pacifica per un musulmano in una democrazia è il partito islamico. E una volta che un partito islamico è al potere non fa altro che creare uno stato etico retto appunto sulla Sharia islamica. Il furore creato da questa tesi in Francia era così grande che perfino Michel Onfray è dovuto scendere in campo per difendere Houellebecq. Onfray è d’accordo con la tesi centrale del libro, ovvero che l’Europa è condannata all’islamizzazione e lo fa evocando un ciclo plurimillenario che sta arrivando al suo termine. Fu Costantino ad aprire il ciclo facendo coincidere gli interessi dell’Impero con quelli della nuova religione emergente, il cristianesimo. Il quale raggiunge un picco di potere fino al Rinascimento, il quale incomincia la parte distruttiva del ciclo, passando per la Rivoluzione francese, l’illuminismo e poi il ’68 che dà il colpo finale. L’Europa del 2014, o meglio l’ex Impero romano cristiano si ritrova scristianizzato, facile preda della nuova idra religiosa, l’Islam. Islam che non farà altro che prendere il posto del cristianesimo e rifonderà un nuovo impero in Europa sulle orme di Costantino.

La cosa interessante è che un tempo si trattava solo di Gert Wilder a parlare di islamizzazione europea, ora i più grandi guru della letteratura francese sposano la sua tesi (e Onfray è di sinistra). Ed è questo che manda in bestia la gauche francese. C’è da distinguere, non c’è dubbio, tra chi pratica la sua religione in modo pacifico e chi usando la violenza ma ci chiediamo quale possa essere l’agenda politica di un partito islamico se non quella di appunto imporre una visione islamica della società. Altrimenti non ci sarebbe nessun motivo di porre quel “islamico” dopo partito. E il voto di un partito del genere viene proprio dai moderati, la maggioranza. Sappiamo infatti bene che nelle democrazie moderne solo il voto moderato raccoglie la maggioranza. E le frange rimangono agli estremi dell’agone politico. Ma non ci vuole molto nelle democrazie moderne per chiedere una alleanza o una maggioranza al parlamento alle frange. Insomma lo scenario di Houellebecq è fattibilissimo e plausibile e non c’è niente di male a parlarne. Non parlarne, o peggio additare chi ne parla come un nazista dell’ultima ora non fa altro che alimentare tensione, dare più combustibile ai partiti di estrema destra e far sentire i musulmani come delle vittime.

***

In Europa si aggira lo spettro del fesso che fa la sua apparizione ogni qual volta un attacco islamico rompe la quiete del nostro bel vivere. Questa volta è capitato a Parigi, ma domani capiterà a Berlino o a Londra. Quello che segue questi attentati è sempre il solito teatrino dei fessi:

1) c’è il fesso di destra che trova la scusa perfetta per chiedere di chiudere le frontiere, limitare il movimento di persone e beni in base a concetti generici come nazionalità, razza o religione.

2) c’è il fesso di sinistra che non riesce a criticare l’Islam perché altrimenti darebbe ragione alla destra, cioè al fesso numero 1. E allora nonostante l’evidenza che l’Islam altro non sia che un cattolicesimo tradizionalista e conservatore agli steroidi – insomma tutto quello che uno di sinistra dovrebbe odiare – lo protegge ad oltranza. Chiama tutti quelli che lo criticano islamofobi, scende in piazza contro Israele ma non muove un dito contro l’ISIS, promuove un’agenda islamista per pareggiare con il cattolicesimo e abbandona la separazione Stato-Religione.

3) c’è il fesso cristiano, spesso cattolico fondamentalista, che si strofina le manine tutto felice e dice “Hai visto? L’Islam è il male. L’unica barriera per fermarlo è cristianizzare l’Europa.” Il fesso cristiano è così fesso che si lamenta delle implicazioni negative della religione nella vita pubblica quando si tratta dell’Islam ma candidamente promuove un’agenda politica che aumenti il peso politico della sua religione nella vita pubblica.

4) c’è il fesso musulmano, quello che i media chiamano moderato, che compare in TV a difendere l’Islam parlando di religione di pace, che gli islamisti distorcono le parole del profeta, che “e i bambini palestinesi allora?” ecc. Questi fessi, sembrano più fessi della media ma in realtà sono solo dei poveri ignoranti. Non hanno mai letto il Corano, poveretti, e non sarebbero in grado di recitarvi un versetto a memoria. Sotto sotto ci godono di tutto quello che sta succedendo perché li rende più “potenti”, più perseguitati, più settari, più incompresi. Si chiudono a riccio, si ghettizzano mentalmente e gli atti estremistici anche se non supportati moralmente non fanno altro che alimentare la loro misera vita.

5) c’è il fesso generico, che non ha ssolutamente idea di quello che sta succedendo intorno a lui e che trova l’unica risorsa per andare avanti nel bagaglio di istinti animaleschi che trova nel proprio genoma: rispolvera concetti come nemico, identità, dicotomia. Se l’Islam è il male l’unica via d’uscita è il cristianesimo del quale non capisce una mazza ma è perfetto per il suo risveglio dell’identità. La religione opposta all’Islam diventa motivo di orgoglio identitario. Non sa una mazza del cristianesimo, pensa che l’immacolata concezione si riferisca alla verginità della Madonna, non sa cosa sia la transustanziazione, festeggia l’epifania con la befana. Il fesso generico lo trovi dappertutto ma si riconosce dai commenti da bar contro gli arabi che confonde con i musulmani, che tromba prima del matrimonio e per il fatto che va in chiesa solo a Natale, ai funerali e ai battesimi. Suvvia non si può essere italiani, ops, cristiani senza battesimo. Vuoi che tuo figlio diventi musulmano? O peggio finocchio?

6) c’è poi il fesso ateo che è così preso dal suo odio per il cristianesimo che non si accorge dell’elefante nella cristalleria, l’Islam. Nonostante il cristianesimo sia morto e sepolto in Europa, l’ateo militante vuole infierire sul suo cadavere e ogni volta che l’Islam gli porta su un piatto d’argento un motivo in più per criticarlo proprio non gli riesce. Se ne esce fuori con scuse tipo: “eh ma il cristianesimo ha fatto di peggio”, le crociate, l’inquisizione, il papato ecc. Si parla di Islam nel 2015 ma la sua mente è ferma alla Breccia di Porta Pia. Gli spieghi che criticare l’Islam non significa appoggiare il cristianesimo ma da quell’orecchio non ci sente. Che in dieci minuti 2 islamisti hanno ucciso più persone che 50 anni di fondamentalismo prolife americano ma nulla. Criticare l’Islam significa dare manforte al fesso numero 3.

E alla fine tra tutti questi fessi tutti veniamo fatti fessi da qualche migliaio di jihadisti della domenica. Auguri.

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Vivere per sempre come… una medusa

immortal-jellyfish-turritopsis-nutricula-1-340567872Nelle varie rappresentazioni romanzesche e cinematografiche dei futuri distopici dove l’uomo ha scoperto l’immortalità ci troviamo sempre con due classiche ipotesi: nella prima la scienza scopre il modo di fermare la vecchiaia semplicemente congelando le persone in un’eterna giovinezza; nella seconda la scienza ci permette di continuare indefinitivamente la nostra vita in una perpetua vecchiaia. In tutti e due i casi la descrizione di queste società viene sempre affrontata con sospetto e in chiave negativa. Morale della storia è sempre “non si gioca a fare il dio altrimenti ne paghi le conseguenze”. Ma non voglio infilarmi in un discorso di critica cinematografica. Quello di cui invece vorrei parlare è che forse esiste una terza via, tanto inusuale quanto possibile. Anzi, la più probabile forma di immortalità che potremmo impiegare in futuro. Per fare questo dobbiamo tuffarci nell’oceano, prendere una piccola medusa di pochi millimetri e metterla sotto il microscopio. La Turritopsis dohrnii è una medusa che ha la straordinaria capacità di tornare allo stato larvale dopo aver raggiunto quello adulto. E può poi tornare adulta in un incredibile balletto di sviluppo e regressione che la rende di fatto immortale. Questo Benjamin Button dei mari è l’unico animale ad aver scoperto l’immortalità semplicemente imbrogliando la natura stessa. E come nel film con Brad Pitt da vecchi si diventa giovani così potremmo fare lo stesso anche noi se riuscissimo a scoprire il segreto della riprogrammazione cellulare.

Mai più gioventù bruciata! Posso sempre riprovare nella prossima adolescenza. Mai più frasi come “quando ero giovane io”. Al loro posto potremmo dire “quando sarò (di nuovo) giovane io”. E per ogni rigiovinezza avremo sempre l’esperienza delle vite passate e potremo evitare gli errori. Parleremo non di anni di vita ma di numero di vite passate. Ci preoccuperemo dei capelli che diventano neri o biondi invece che bianchi? Delle rughe che ogni giorno scompaiono? O dei brufoli che ritornano e i peli pubici che scompaiono?

E come sarebbe una adolescenza al contrario? Si diventa sempre meno ribelli col passare del tempo? E in base alle varie combinazioni potremo essere coetanei dei nostri figli per un po’ e capire i loro problemi dal loro punto di vista. E soprattutto giocare al loro livello.

E andando più sul fantastico la cosa più inquietante sarebbe: se dovessimo dimenticarci di invertire di nuovo la lancetta del tempo per crescere di nuovo adulti cosa succederebbe? Ritorneremmo ad essere un embrione che invece di dividersi diventa un’unica cellula? Che poi si dividerebbe in ovulo e spermatozoo? E cosa sarebbe di noi? Potremmo chiamarla morte al contrario? Eravamo quindi morti prima di essere concepiti? E allora cosa è la morte se non ritornare al nulla che eravamo prima di nascere? Tutte domande che solo una medusa di pochi millimetri potrebbe rispondere.

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