Stavo scrivendo un pezzo sull’ultimo romanzo di Houellebecq con critiche annesse e sul putiferio che ha suscitato all’interno dell’intellighenzia francese quando proprio ieri abbiamo assistito ad uno degli atti più barbarici degli ultimi anni in terra europea. E allora in fase di montaggio ho deciso di lasciare la bozza del primo post e di farla seguire da un pezzo sull’attentato a Parigi.
***
Esce domani in Francia l’ultimo romanzo distopico di Houellebecq, Soumission (Sottomissione). Pare che nessuno lo abbia ancora letto ma è già un caso. Islamofobo lo chiamano, come se una fobia possa essere considerata in modo dispregiativo. Non ho mai sentito nessuno deprecare gli aracnofobici, gli agorafobici per le loro paure. Ma per l’intellighenzia ex-sinistra francese per proteggere l’Islam si fa questo e altro. Perfino considerare un libro di fantascienza distopica che immagina una Europa del 2022 completamente islamica come un romanzo razzista, e appunto islamofobo. Chissà se Orwell lo possiamo considerare un socialistofobo, usando gli stessi canoni. Per carità, non toccategli Orwell, niente a che vedere con Houellebecq!
Al cuore del romanzo sta questo semplice concetto: “Se un musulmano vuole votare cosa dovrebbe fare? La verità è, si trova in una situazione impossibile. Non ha alcuna rappresentanza. Sarebbe sbagliato dire che questa religione non ha conseguenze politiche – ce le ha. Così come il cattolicesimo, anche se i cattolici sono stati più o meno marginalizzati. Per queste ragioni, mi sembra, un partito islamico ha molto senso.” L’assioma centrale di Houellebecq è che i musulmani sono conservatori ma non possono avere alcuna rappresentanza nelle democrazie europee. La sinistra li protegge ma allo stesso tempo è progressista in materie etiche come l’omosessualità, la parità dei generi, i diritti umani. Dall’altra non può votare per la destra, tradizionalista e conservatrice per i temi etici certo, ma cristiana e anti-islamica. Quindi l’unica via d’uscita pacifica per un musulmano in una democrazia è il partito islamico. E una volta che un partito islamico è al potere non fa altro che creare uno stato etico retto appunto sulla Sharia islamica. Il furore creato da questa tesi in Francia era così grande che perfino Michel Onfray è dovuto scendere in campo per difendere Houellebecq. Onfray è d’accordo con la tesi centrale del libro, ovvero che l’Europa è condannata all’islamizzazione e lo fa evocando un ciclo plurimillenario che sta arrivando al suo termine. Fu Costantino ad aprire il ciclo facendo coincidere gli interessi dell’Impero con quelli della nuova religione emergente, il cristianesimo. Il quale raggiunge un picco di potere fino al Rinascimento, il quale incomincia la parte distruttiva del ciclo, passando per la Rivoluzione francese, l’illuminismo e poi il ’68 che dà il colpo finale. L’Europa del 2014, o meglio l’ex Impero romano cristiano si ritrova scristianizzato, facile preda della nuova idra religiosa, l’Islam. Islam che non farà altro che prendere il posto del cristianesimo e rifonderà un nuovo impero in Europa sulle orme di Costantino.
La cosa interessante è che un tempo si trattava solo di Gert Wilder a parlare di islamizzazione europea, ora i più grandi guru della letteratura francese sposano la sua tesi (e Onfray è di sinistra). Ed è questo che manda in bestia la gauche francese. C’è da distinguere, non c’è dubbio, tra chi pratica la sua religione in modo pacifico e chi usando la violenza ma ci chiediamo quale possa essere l’agenda politica di un partito islamico se non quella di appunto imporre una visione islamica della società. Altrimenti non ci sarebbe nessun motivo di porre quel “islamico” dopo partito. E il voto di un partito del genere viene proprio dai moderati, la maggioranza. Sappiamo infatti bene che nelle democrazie moderne solo il voto moderato raccoglie la maggioranza. E le frange rimangono agli estremi dell’agone politico. Ma non ci vuole molto nelle democrazie moderne per chiedere una alleanza o una maggioranza al parlamento alle frange. Insomma lo scenario di Houellebecq è fattibilissimo e plausibile e non c’è niente di male a parlarne. Non parlarne, o peggio additare chi ne parla come un nazista dell’ultima ora non fa altro che alimentare tensione, dare più combustibile ai partiti di estrema destra e far sentire i musulmani come delle vittime.
***
In Europa si aggira lo spettro del fesso che fa la sua apparizione ogni qual volta un attacco islamico rompe la quiete del nostro bel vivere. Questa volta è capitato a Parigi, ma domani capiterà a Berlino o a Londra. Quello che segue questi attentati è sempre il solito teatrino dei fessi:
1) c’è il fesso di destra che trova la scusa perfetta per chiedere di chiudere le frontiere, limitare il movimento di persone e beni in base a concetti generici come nazionalità, razza o religione.
2) c’è il fesso di sinistra che non riesce a criticare l’Islam perché altrimenti darebbe ragione alla destra, cioè al fesso numero 1. E allora nonostante l’evidenza che l’Islam altro non sia che un cattolicesimo tradizionalista e conservatore agli steroidi – insomma tutto quello che uno di sinistra dovrebbe odiare – lo protegge ad oltranza. Chiama tutti quelli che lo criticano islamofobi, scende in piazza contro Israele ma non muove un dito contro l’ISIS, promuove un’agenda islamista per pareggiare con il cattolicesimo e abbandona la separazione Stato-Religione.
3) c’è il fesso cristiano, spesso cattolico fondamentalista, che si strofina le manine tutto felice e dice “Hai visto? L’Islam è il male. L’unica barriera per fermarlo è cristianizzare l’Europa.” Il fesso cristiano è così fesso che si lamenta delle implicazioni negative della religione nella vita pubblica quando si tratta dell’Islam ma candidamente promuove un’agenda politica che aumenti il peso politico della sua religione nella vita pubblica.
4) c’è il fesso musulmano, quello che i media chiamano moderato, che compare in TV a difendere l’Islam parlando di religione di pace, che gli islamisti distorcono le parole del profeta, che “e i bambini palestinesi allora?” ecc. Questi fessi, sembrano più fessi della media ma in realtà sono solo dei poveri ignoranti. Non hanno mai letto il Corano, poveretti, e non sarebbero in grado di recitarvi un versetto a memoria. Sotto sotto ci godono di tutto quello che sta succedendo perché li rende più “potenti”, più perseguitati, più settari, più incompresi. Si chiudono a riccio, si ghettizzano mentalmente e gli atti estremistici anche se non supportati moralmente non fanno altro che alimentare la loro misera vita.
5) c’è il fesso generico, che non ha ssolutamente idea di quello che sta succedendo intorno a lui e che trova l’unica risorsa per andare avanti nel bagaglio di istinti animaleschi che trova nel proprio genoma: rispolvera concetti come nemico, identità, dicotomia. Se l’Islam è il male l’unica via d’uscita è il cristianesimo del quale non capisce una mazza ma è perfetto per il suo risveglio dell’identità. La religione opposta all’Islam diventa motivo di orgoglio identitario. Non sa una mazza del cristianesimo, pensa che l’immacolata concezione si riferisca alla verginità della Madonna, non sa cosa sia la transustanziazione, festeggia l’epifania con la befana. Il fesso generico lo trovi dappertutto ma si riconosce dai commenti da bar contro gli arabi che confonde con i musulmani, che tromba prima del matrimonio e per il fatto che va in chiesa solo a Natale, ai funerali e ai battesimi. Suvvia non si può essere italiani, ops, cristiani senza battesimo. Vuoi che tuo figlio diventi musulmano? O peggio finocchio?
6) c’è poi il fesso ateo che è così preso dal suo odio per il cristianesimo che non si accorge dell’elefante nella cristalleria, l’Islam. Nonostante il cristianesimo sia morto e sepolto in Europa, l’ateo militante vuole infierire sul suo cadavere e ogni volta che l’Islam gli porta su un piatto d’argento un motivo in più per criticarlo proprio non gli riesce. Se ne esce fuori con scuse tipo: “eh ma il cristianesimo ha fatto di peggio”, le crociate, l’inquisizione, il papato ecc. Si parla di Islam nel 2015 ma la sua mente è ferma alla Breccia di Porta Pia. Gli spieghi che criticare l’Islam non significa appoggiare il cristianesimo ma da quell’orecchio non ci sente. Che in dieci minuti 2 islamisti hanno ucciso più persone che 50 anni di fondamentalismo prolife americano ma nulla. Criticare l’Islam significa dare manforte al fesso numero 3.
E alla fine tra tutti questi fessi tutti veniamo fatti fessi da qualche migliaio di jihadisti della domenica. Auguri.