Letture per il weekend

Ogni tanto faccio questi post in cui elenco una serie di link ai post che mi hanno colpito e che vorrei condividere coi miei lettori. Era da molto tempo che non li facevo e mi stavo chiedendo perché. Mi sono detto: ora ne faccio uno e mi metto ad elencare tutti i post che mi hanno interessato, che ho trovato brillanti o in cui ho commentato di più durante le scorse settimane. Tra i bookmarks il nulla, un giro in rete e nulla, commenti zero.

Capisco perché non ne faccio più di questi post: in rete non c’è più niente da leggere, in rete non c’è più niente da creare, in rete non c’è più niente da dire. Non dirò anche questa volta che è stato Facebook a rovinare tutto e a spostare le conversazioni di là. Non è così, su Facebook è ancora peggio.

E allora come dice il titolo di questo post vi consiglio le letture per il weekend: spegnete il PC e andate a leggere un buon libro. Saluti

8 commenti

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8 risposte a “Letture per il weekend

  1. Sempre meglio leggere un libro. Ma è anche una buona idea spegnere i suggerimenti personalizzati: http://www.ted.com/talks/eli_pariser_beware_online_filter_bubbles.html

    e Facebook… beh, Facebook è per il cazzeggio!

  2. ahahah bellissimo il finale del post, bravo! ben detto

  3. Emanuele

    Come mai secondo te non c’è più niente di interessante? Dovrebbe essere il contrario visto che centinaia di milioni di persone possono accedere e scrivere quello che vogliono.

  4. “Dovrebbe essere il contrario visto che centinaia di milioni di persone possono accedere e scrivere quello che vogliono.”

    Forse proprio per questo motivo? 😉
    Al di là della battuta credo che i motivi siano due: è stato detto tanto e forse tutto; alcuni siti hanno monopolizzato l’attenzione più di altri rendendo gli altri semplici satelliti che copia-incollano o riprendono notizie da questi. Sul primo punto: all’inizio c’è stata una comprensibile eccitazione per questo nuovo mondo del web e per la possibilità di interagire con persone di tutto il mondo, poi la cosa è scemata. Sul secondo punto: grandi siti con grandi firme attraggono l’attenzione di più rispetto ad un tempo in cui c’erano milioni di blog in comunicazione tra loro. Questi grandi siti si sono “istituzionalizzati”, cioè si sono adagiati nel loro essere famosi e non creano più nulla se non ripetere cose autoreferenziali.

    Forse è anche una questione generazionale: molti dei blogger che seguivo per esempio fino a qualche anno fa erano studentelli universitari, ora sono nel mondo del lavoro o hanno famiglie. Questo ruba tempo alla scrittura ovviamente. anzi direi che questo, almeno nel caso dei blogger che seguo, è un punto cruciale. Un buon blogger può produrre solo quando ha tempo per la scrittura.

  5. Emanuele

    Il tuo discorso mi ricorda una cosa. Anni fa quando i grandi gruppi hanno cominciato a invadere internet c’era chi ipotizzava il monopolio dell’informazione dal momento che il singolo cosa poteva fare? Invece secondo me le cose sono andate un po’ diversamente. Il singolo può ancora fare molto se ha le capacità di informare in modo incisivo. Ma gli ostacoli sono di due tipi: il primo e più grande è la troppa informazione. Come avevo scritto proprio qui tempo fa quando c’è tanto rumore di fondo anche le cose buone si perdono. Aggiungo che quando tutti dicono tutto e il contrario di tutto si finisce per non capire più niente, oppure per credere a quello che si vuole credere, né più né meno di quello che succede con giornali e tv dove si legge e ascolta quello che più da forza alle proprie idee, indipendentemente da quanto siano giuste o sbagliate.
    Il secondo è che se sei fuori dalle prime 2-3 pagine di google non esisti.
    Aggiungo che (anche di questo mi ero accorto tempo fa), la semplificazione di quello che viene scritto su internet rispetto alla carta stampata fa si che l’approfondimento sia sempre meno. C’è un continuo calo della soglia di attenzione per cui un messaggio come questo, che è più lungo del messaggio standard di facebook (per non parlare di twitter) non viene letto a prescindere dalla gran parte della gente. Perché troppo lungo,
    In pratica internet offre possibilità di accesso ma i meccanismi che regolano la diffusione dell’informazione si sono pericolosamente avvicinati a quelli della televisione. Rapidità, quantità e superficialità.

  6. Caro Emanuele, per una volta siamo finalmente d’accordo! 😉
    Condivido quello che dici a parte quello della superficialità. E’ innegabile che ci sia tanta superficialità ma stiamo parlando di milioni di utenti. Ma ci sono eccezioni di livello altissimo in rete, roba da far rabbrividire certi professionisti della carta stampata o della tv.

  7. non è una cattiva idea

  8. Pingback: Alcune letture interessanti (finalmente) | Fabristol

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