Sulle differenze tra italiani e spagnoli

Con questo post vorrei sfatare un mito duro a morire: quello per cui spagnoli e italiani siano considerati da molti come popoli molto simili se non addirittura gemelli.

Per tutti quelli che mi attaccheranno sicuramente voglio dire che queste sono le impressioni che mi sono fatto nella mia esperienza quotidiana, rappresentano quindi un punto di vista parziale possono non combaciare con la vostra esperienza. Inoltre sono consapevole della natura variegata della Spagna in termini di cultura, lingue ecc. Infatti qui vorrei parlare degli spagnoli che parlano castigliano e in parte dei catalani.

Ho conosciuto spagnoli e catalani sia in Inghilterra come immigrati e colleghi sia in Spagna nei miei viaggi per la penisola iberica. Grazie al mio lavoro sono a contatto quotidiano con spagnoli e catalani e credo di essermi fatto un po’ di esperienza sul carattere generale; anche se ogni persona è diversa dagli altri esistono a mio parere dei minimi comuni denominatori che si possono ricondurre al carattere di un’area geografica, non necessariamente dentro i confini di uno stato nazionale.

Per prima cosa quello che noto sempre è l’estrema diffidenza iniziale degli spagnoli di fronte ad uno straniero; spesso è semplice paura di apparire non abbastanza “internazionali” o non adatti allo stesso livello dell’altro interlocutore. Gli italiani invece sono molto più estroversi fin dal primo contatto e per quanto anche loro abbiano complessi di inferiorità non indifferenti cercano di nasconderli con giovialità, battute scherzose e tutto l’arsenale comico dell’italiano medio all’estero e in patria.

Ma questa diffidenza non è associata alla tipica goffagine dell’italiano all’estero per esempio che non riesce ad orientarsi nelle stazioni, aeroporti stranieri o nelle situazioni anomale. Gli spagnoli invece da questo punto di vista sono più calmi, calcolatori e riescono a superare le crisi all’estero nonostante anche loro soffrano di complessi di inferiorità o non capiscano cultura o lingua del posto in cui risiedono.

Gli spagnoli, anche grazie alla loro recente storia, hanno meno elementi conservatori degli italiani. Sono favorevoli all’architettura moderna e la utilizzano abbondantemente anche affianco ai loro monumenti più antichi, abbracciano le tecnologie con più facilità degli italiani anche se non sono al livello dei britannici o dei tedeschi (anche se ho notato che non rispondono mai alle e-mail!) e accolgono lo straniero senza problemi anche facendogli costruire intere città, negozi, resort ecc. nel loro paese dove gli spagnoli non entreranno mai (vedi le colonie tedesche delle Baleari o quelle britanniche della Costa Brava e delle Canarie). Gli italiani hanno centri storici i cui ultimi palazzi furono costruiti negli anni 50, città i cui servizi pubblici, ponti e strade furono costruiti tra gli anni 50 e gli anni 70. In parole povere l’ultima urbanizzazione italiana è avvenuta grazie al piano Marshall per la ricostruzione dopo la guerra. Dopo di quello ci sono stati solo proteste, limiti, cortei ambientalisti ecc. per non far costruire alcuna struttura. Se un archeologo dovesse scavare in Italia fra 2000 anni penserebbe che in 50 anni non ci sia mai stata nessuna costruzione di rilievo. I simboli spagnoli della costruzione e architettura invece sono Gaudì e Calatrava. E questo è un riflesso della loro mentalità più aperta al cambiamento, volta al futuro invece che al passato.

Per la pulizia di strade e luoghi pubblici vincono gli spagnoli ovviamente. Il traffico può essere pesante ma mai selvaggio e barbaro come in Italia. Devo dire che le città spagnole hanno spesso ampi viali e ottime circonvallazioni nonché metropolitane più estese ed efficienti di quelle italiane.

Nonostante il comune complesso di inferiorità sia italiani che spagnoli non sono coscienti al 100% della loro posizione trafilata nel mondo. Pensano di essere al centro del mondo e che il mondo sappia di loro. Sanno di essere inferiori per peso politico, per comportamento sociale ecc. ma credono che gli altri popoli sappiano tutto di loro e della loro cultura.

Ma gli spagnoli sono molto più isolati culturalmente rispetto agli italiani. Musica, film, TV sono molto più nazionalisti di quanto accada in Italia e quando arrivano cose dall’estero sono sempre filtrate. Insomma gli italiani battono gli spagnoli per esterofilia.

Per quanto riguarda le abitudini sociali gli spagnoli seguono alla lettera gli stereotipi che li vogliono in ritardo agli appuntamenti, festaioli e con la giornata che slitta verso la sera compresi i pasti. Anche per il cibo sono veramente pochi i punti in comune se non un generale substrato di cucina mediterranea. Per esempio la pasta è quasi inesistente e non è indigena ovviamente. E la divisione in primo e secondo non è marcata come da noi, anzi spesso è inesistente.

14 commenti

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14 risposte a “Sulle differenze tra italiani e spagnoli

  1. totentanz

    Interessante, però devi considerare che anche gli italiani sono molto diversi tra loro, e che da meridionale io ho trovato l’Andalusia meno esotica del Friuli 🙂
    Le infrastrutture più moderne e il loro approccio piùi disinvolto con la tecnologia credo siano dovuti in parte al fatto che hanno vissuto la fine di una dittatura in tempi relativamente recenti. La spinta al progresso che di solito succede alla fine di una dittatura è roba che loro hanno vissuto più recentemente, mentre gli italiani se la sono giocata decenni prima.
    Per quanto riguarda l’architettura, la periferia di Siviglia mi sembrava Casoria o Frattamaggiore, mi ci sono sentito a casa. Poi ovvio, per questioni storiche hanno roba che noi non abbiamo, ma nei centri delle città andaluse ci ho trovato la stessa profusione di barocco come nel sud Italia.
    Il cibo… Sempre in Andalusia ho divorato dolci molto simili a certe robe meridionali che adoro. Il loro scarso interesse per il cibo straniero (non solo l’assenza della pasta, ma ho notato una carenza estrema di ristoranti stranieri e pizzerie) è dovuto all’attaccamento morboso alle loro tradizioni gastronomiche, cosa che hanno pure gli italiani, sulle cui tavole non è che ci sia questa abbondanza di piatti stranieri, quindi ciò che a te sembra una caratteristica che distingue italiani e spagnoli, a me pare un punto che li accomuna tremendamente.
    In definitiva, ci sono sicuramente molte differenze tra italiani e spagnoli, ma per la mia esperienza personale devo dire che di tutti i popoli europei sono certamente quelli più affini agli italiani, a quelli del sud almeno.

  2. Al solito un piccolo appunto. Scrivi: Gli italiani hanno centri storici i cui ultimi palazzi furono costruiti negli anni 50, città i cui servizi pubblici, ponti e strade furono costruiti tra gli anni 50 e gli anni 70. In parole povere l’ultima urbanizzazione italiana è avvenuta grazie al piano Marshall per la ricostruzione dopo la guerra
    Mi sembra un affermazione generica ed infondata. Anche perché in italia (almeno secodo i riferimenti storici in mio possesso) i fondi Marshall non sono mai davvero arrivati e di certo non utilizzati per l’urbanizazione che invece ha utilizzato fondi provenienza spesso ben peggiore di quella statunitense.
    Un Sorriso

  3. Altro piccolo appunto:
    Antoni Gaudì è morto nel 1926, Santiago Calatrava Valls è nato nel 1951.
    Non mi sembra che possano essere accomunati (ma vorrei un parere di uno storico dell’arte) , soprattutto in un pensiero che riguarda lo sviluppo urbano dagli anni 50 del secolo scorso in poi.
    In particolare conosco poco (spero di riparare prestissimo) Gaudì ma non saprei definire i suoi riferimenti come orientati al cambiamento, originali di certo ma il concetto di cambiamento se di diverso significato mi sfugge, se orientato al’originalità, direi che con esiti multiformi ne abbbiamo avuti anche in Italia.
    ….
    La frase successiva, in sincerità mi sembra contraddittoria:
    Nonostante il comune complesso di inferiorità sia italiani che spagnoli non sono coscienti al 100% della loro posizione trafilata nel mondo. Pensano di essere al centro del mondo e che il mondo sappia di loro. Forse quelli che pensano di essere al centro del mondo non hanno un complesso di inferiorità, ma solo supponenza (direi ingiustificata e causata dalla profonda ignoranza che ci contraddistingue) Sul fatto che molti italiani si sentano “al centro del mondo” darei la colpa in ampia parte alla scuola ed ai suoi programmi che erano di origine clerico-fascista e che soltanto in parte sono stati modificati (tra ciò che raccontavano a me e quello che raccontano ai miei figli quasi quarant’anni dopo direi che c’è stato un deciso miglioramento!)
    Un Sorriso

  4. Nell’ultimo commento mi è saltatoil tag di chiusura del corsivo… chiedo venia.
    Concluderei ringraziandoti per il fatto che ci abbia comunque offerto un tuo punto di vista che per alcuni aspetti mi sento di condividere, anche se la questione della pasta manca anche qui di prospettiva storico-geografica, la minestra è stata per molte regioni il piatto unico per periodi lunghissimo ed abbastanza recenti, la minestra “asciutta” in molte regioni del nord è ancora un piatto “abbastanza esotico” e spesso gestito con produzioni “fatte in casa” piuttosto che con produzioni di importazioni principalmente campane ed “abruzzo-molisane”. La doppia portata (ovviamente mi riferisco alla quotidianità) è una invenzione decisamente recente, appunto legata al cosiddetto boom degli anni 50-60 ed all’introduzione della carne nel nostro regime alimentare…
    Ok penso di aver scritto fin troppo e mi congedo. con simpatia
    Un Sorriso

  5. Emanuele

    Il carattere di un popolo è dovuto anche all’ambiente in cui vive. La Spagna è più grande dell’Italia e la popolazione è minore, la densità della popolazione da noi è più del doppio e questo pesa parecchio quando si parla di edilizia e urbanistica. In Italia poi l’ultima volta che c’è stato qualcosa di importante a livello urbanistico è stato nel ventennio fascista, dopo hanno imperato le speculazioni dei palazzinari.
    Calatrava comunque per me è sopravvalutato.

    Per il resto una caratteristica che ho notato, perlomeno a Valencia, è il fatto che anche se sei straniero se non parli spagnolo in molti ti disprezzano. E che quando incontro gruppi di spagnoli in Italia sono molto più rumorosi di noi, il che è tutto dire.

  6. Spero che nessuno di voi abbia mai dovuto condividere una cucina con gli spagnoli. Se vi è capitato, saprete che quello che c’è scritto nel post e nei commenti è irrilevante, in quanto tutto sarà sommerso dall’odio per gli spagnoli.

  7. Per Toten

    “Interessante, però devi considerare che anche gli italiani sono molto diversi tra loro, e che da meridionale io ho trovato l’Andalusia meno esotica del Friuli”

    Ma no dai, i friuliani sono i meno alieni tra i nordisti! 😉 Comunque io ho poca o nulla esperienza del sud dello stivale e per me i napoletani sembrano alieni. A parte te Toten ovviamente 😉

    Per Jabber

    Esattamente. E’ la chiusura della cultura che rende la propria posizione al centro del mondo nella loro mente.

  8. Snem

    Vivo in Spagna da anni… sono d’accordo solo su una cosa: sono impressioni.

  9. Ti aspettavo al varco.;)

  10. salessandro

    io catalani ne conosco,posso dire che sono gente affettuosa,seria,solidale,frequento Barcellona da venti anni e oggi mi trovo integrato alla perfezione.

  11. ilenia

    Ciao, volevo commentare questa frase:
    ” Ma gli spagnoli sono molto più isolati culturalmente rispetto agli italiani. Musica, film, TV sono molto più nazionalisti di quanto accada in Italia e quando arrivano cose dall’estero sono sempre filtrate.”
    Ho guardato un po’ di tv mentre ero a Barcellona e tutti i programmi che in Italia vengono trasmessi dal canale Real Time con titolo originale, quindi in inglese, li viengono tradotti in spagnolo, pensate che Grey’s Anatomy li è: Anatomía de Grey! 🙂

  12. agatone

    Per la verità anche la parola italiano vuol dire tutto e niente, perchè se permettete tra un veneto e un siciliano io ci vedo molte più differenze che tra un tedesco e un albanese…culturalmente o economicamente etc
    Comunque c’è del vero in quanto ho letto, e tra l’altro a me da un fastidio bestia quando nei paesi anglosassoni mi vengono a dire che tra spagna e italia praticamente non c’è differenza….mentre semmai io, che sono del nord italia, verei molte più affinità coi francesi o addirittura con gli austriaci che non con spagnoli (o portoghesi o greci).
    Ah, e mi raccomando….fate notare agli spagnoli che noi italiani siediamo al G8 mentre loro entrano per miracolo e dalla finestra al G20, dietro a Turchia o Indonesia…eheheh, questa è la loro frustrazione nazionale: VORREBBERO essere come noi, avere il nostro peso (ricordate Aznar?)…e invece s’attaccano al tram.
    Perchè loro sono loro, e noi siamo la seconda potenza manifatturiera d’europa.
    COMUNQUE detto questo, credo che Francia Italia e Spagna siano in generale molto meno diverse tra loro di quanto non lo siano rispetto a Germania o Svezia per capirci…e che farebbero bene ad essere maggiormente “alleate” fra loro in sede europea,visto che la crisi sta colpendo in maniera piuttosto pesante proprio loro in particolare.
    Ma questo è un altro discorso…

  13. Daniele

    Ciao a tutti, sono appena tornato da Logrono (Rioja), non ho mai visitato altre città spagnole di rilievo e quindi mi baso su questa mia unica esperienza personale, leggendo questo post solo adesso non posso che non condividere sul fatto della loro ospitalità, pulizia generale e aggiungerei gentilezza di quando chiedi informazioni o anche solo entri in un locale per cenare o vai in stazione a acquistare un biglietto. Gentilezza che al mio ritorno in Italia ho percepito meno e unita a un senso di caos e disordine generale.
    Però riguardo la mia esperienza ho visto che la pasta viene utilizzata, come dite voi magari non esiste un primo e secondo e c’è solo il piatto unico ma la pasta la usavano e poi un tipo che mi ha ospitato mi ha preparato un caffè con una moka (fatta in cina ma pur sempre moka).
    All’andata ho fatto tappa a Tudela nella Navarra per cambiare treno e li ho provato il “Caffè Solo” , tipico caffè paragonato al nostro espresso ma leggermente più lungo e “unto” servito in un bichiere del tipo Vodka.
    In generale gente gentile e cordiale questo è il mio punto di vista.

    Daniele

  14. Urbanton

    Sono parecchi anni, che vado in Spagna, sia quella del nord che quella del sud e posso affermare, che non trovo nessuna differenza quando varco (diciamo cosi) la frontiera. Ho trovato sempre persone affabili e cordiali e ho notato, che anche loro hanno sempre un atteggiamento positivo nei nostri confronti. Per il mangiare credo, che loro siano meno esigenti, ma il cibo è sempre attimo. Non ho preferenze tra le zone della Spagna, ma l’Andalusia è veramente particolare con il suo splendido folclore. Se devo scegliere, dove andare in vacanza all’estero, la Spagna è sempre in testa.

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