Di Arborea, di gas e di vacche: una breve disamina fuori dai soliti schemi

env-burpingGiugno 2015. Una piccola lista civica capitanata da una giovane ragazza vince le elezioni comunali in un piccolo paese della Sardegna. Fin qui niente di speciale se non fosse che questa piccola lista civica non e’ altro che una gemmazione di un comitato civico ambientalista o NIMBY come si dice oggi (not in my backyard) in un paese dell’oristanese, Arborea. Ma torniamo indietro di qualche anno. Tutto nasce dal Progetto Eleonora (dal nome della famosa giudichessa d’Arborea del periodo giudicale sardo), una concessione data dalla Regione Sardegna alla Saras per l’attivita’ di ricerca di gas naturale nella zona tra Cabras e Arborea. Si sospetta infatti la presenza di metano nell’area. La Regione consente alla Saras di fare sondaggi esplorativi ma nasce un comitato del no, “No al progetto Eleonora” appunto. Il motivo del no e’ che ci potrebbe essere la possibilita’ d’inquinamento delle falde acquifere e dell’atmosfera a livello locale. Tra i vari motivi si elencano anche le possibili ricadute negative sulle tradizionali attivita’ della zona d’Arborea, ovvero la produzione di latticini bovini e l’agricoltura. Arborea infatti con i suoi 30000 capi bovini e’ il polo principale per la produzione di latte e derivati vaccini in Sardegna.

La cosa piu’ interessante pero’, ed e’ qui che voglio arrivare dopo questa lunga premessa, e’ che sono proprio le attivita’ tradizionali di Arborea ad avere l’impatto piu’ grande sull’inquinamento a livello locale. Infatti sappiamo che ogni vacca da latte produce circa tra i 250 e i 500 litri di metano al giorno. Se moltiplichiamo per 30 mila abbiamo tra 7 milioni e 500 mila litri e 15 milioni di litri di metano al giorno. Le vacche producono pure CO2 che e’ stato calcolato possa arrivare a 5000 litri al giorno, 150 milioni di litri al giorno. Ricordiamo che CO2 e CH4 sono i principali responsabili dell’effetto serra sulla Terra. Ma non e’ finita qui: 30000 vacche producono 1500000 chili di letame. Letame che viene poi usato in agricoltura anche a livello locale (non e’ un caso che le due attivita’ siano quasi sempre collegate). Il letame e’ fonte di nitrati, ottimi per la crescita delle piante, ma assolutamente dannosi se contaminano le falde acquifere. Inoltre gli antibiotici che rappresentano parte integrante della produzione vaccina moderna vengono escreti attraverso urina e letame e finiscono sulle piante. Escherichia Coli e Salmonella sono la ciliegina sulla torta. Dopo aver raggiunto le falde acquifere tutti questi prodotti collaterali finiscono sugli stagni di Cabras dove vengono pescati la maggior parte dei muggini sardi e dove viene prodotta la famosa bottariga.

Del comitato del no fa parte pure il WWF che in una nota dice che [il Progetto Eleonora non è] “compatibile con le caratteristiche naturali del luogo e in particolare con la presenza di un’area protetta, con la tutela della salute dell’uomo e la vocazione socio economica dell’area”. Viene quindi ribadito da molti all’interno del comitato per il no che l’estrazione di metano dal suolo possa rappresentare un pericolo per l’attivita’ economica dell’area (latticini e agricoltura).

L’ironia della cosa quindi – e mi sorprende che nessun commentatore in questi anni lo abbia fatto notare – e’ che Arborea rappresenta gia’ una delle aree della Sardegna a piu’ alto rischio inquinamento, non solo a livello locale ma anche a livello globale visto che si calcola che i gas prodotti dalle vacche da latte rappresentino il 4% della quantita’ di gas che causa effetto serra. Latte che, ironia della sorte, rappresenta in primo luogo un danno alla salute dei sardi: la Sardegna ha una delle piu’ alte intolleranze al lattosio d’Europa.

Per proteggere questa economia falsamente in armonia con l’ambiente si sta ora vietando di estrarre metano. Metano che – a meno di perdite accidentali nell’atmosfera – verrebbe convogliato direttamente nelle cisterne e usato per scaldare le case dei cittadini di Arborea; pure quelle del comitato del no che preferiscono scaldare le loro case con gas estratto da altre parti del mondo (sembra che il gas estratto in Africa non dia problemi all’ambiente e agli africani) e nel frattempo proteggono l’industria lattearia locale dannosa per l’ambiente e per la salute. Paradossalmente rimpiazzare le 30000 vacche da latte con 100 pozzi di metano sarebbe piu’ salutare per l’ambiente e la salute della situazione corrente.

2 commenti

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2 risposte a “Di Arborea, di gas e di vacche: una breve disamina fuori dai soliti schemi

  1. Qui non leggo dati sull’estrazione di gas naturale.
    La disamina fuori dai soliti schemi andrebbe estesa anche ad essa.
    1 – chi guadagna
    2 – chi subisce gli effetti
    3 – e’ necessaria? nel 2015 e’ necessario estrarre gas naturale? se si’, perche’?
    4 – l’economia dell’estrazione di idrocarburi e’ notoriamente fallimentare (a parte per coloro a cui finiscono i proventi) e distruttiva di tutte le altre economie. Perche’ Eleonora dovrebbe essere un’eccezione?
    5 – il NIMBY e’ meglio del YIYBY
    6 – NIMBY e ambientalismo ed ecologia sono tre cose diverse, e’ speculativo sostenere NIMBY = ambientalismo

    Un progetto interessante sarebbe potuto essere quello di usare il letame in un biodigestore, ad esempio.

  2. Paolo

    Condivisibile o meno le voci fuori dal coro su un argomento talmente monopolizzato da una sola verità servono ad immaginare un quadro più vicino alla realtà.

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