The scar

Il giorno dopo l’omicidio di Jo Cox nessuno parla più in ufficio della Brexit. Uccidere per un dibattito politico ha preso tutti alla sprovvista. Il Regno Unito è una “non-confrontational culture”, meglio non parlarne, meglio non scaldare gli animi, gli ultimi due mesi sono già stati abbondantemente tesi. Così fuori luogo in questa cultura che raramente accetta il dibattito politico pubblico per evitare il conflitto (appunto). Ma prima di questo orrendo fatto abbiamo passato mesi di pura follia. L’aplomb tipicamente inglese è scomparso, un sottile velo sotto il quale si nascondeva una corteccia di estremismo, nazionalismo e razzismo. Qualcuno ha rotto il vaso di Pandora e ora tutte le malattie racchiuse dentro questi “cocoon” di ipocrisia e politically correctness sono uscite fuori. C’era un tappo che chiudeva il pensiero di bassa lega delle classi più basse e degli animi più abbietti. Una cultura paesana che ti folgorava con lo sguardo appena dicevi qualcosa di remotamente razzista, battute scherzose incluse. Ora è perfettamente normale dire che gli immigrati “ci rubano il lavoro”, che non ci sono abbastanza case e la fila dal dottore è lunga per “colpa degli immigrati”. Cose mai sentite in 10 anni della mia vita qui. Dire queste cose in pubblico avrebbe significato l’ostracismo tipicamente inglese: isolamento e silenzio. Dire queste cose in ufficio avrebbe scatenato le ire del HR department e perfino un avviso prima del licenziamento. Ora a quel tappo alcuni politici senza scrupoli hanno messo un rubinetto, no peggio un tubo da giardino e quest’isola si è trasformata in un paese qualunque della Padania. Guardo i cocci del vaso di Pandora a terra e insieme ai pochi inglesi rimasti “inglesi” mi giro intorno e mi rendo conto che uno su due potrebbe non volermi come vicino. Dico potrebbe perché’ non si è mai sicuri se gli argomenti dei brexiteers siano economici o razzisti. Quando dici che la NHS non ha più soldi per tutti ne fai un argomento di natura politica/economica oppure intendi che chi ha colore della pelle diverso debba essere curato dopo di te, nonostante paghi le tasse quanto o più di te? Quando dici che preferisci che sia un inglese bianco di Westminster a comandarti invece che uno abbronzato a Bruxelles lo dici per una questione politica o perché’ preferisci essere schiavo di un bianco invece che di un abbronzato a Bruxelles? La cultura del sospetto serpeggia tra di noi. Perfino tra gli stessi inglesi ho sentito commenti del tipo: “secondo me quello che è per Brexit”; “quello ha la moglie rumena, ovvio che voti per Remain”; ho sentito di coppie in crisi perché’ il marito è per Leave e la moglie per Remain; amici nordirlandesi mi dicono che gli animi si stanno (ri)accendendo anche a Belfast.

Nord Irlanda già, perché’ alla fine dei conti Brexit sarà una ferita insanabile che lascerà una cicatrice sul Regno Unito. Scozia, Galles, Gibilterra e parte del Nord Irlanda voteranno per rimanere e la Scozia ha già detto che farà un referendum per uscire dall’unione britannica e tornare nell’Unione Europea. Alla fine un veloce sguardo alla mappa del voto ci dice che Brexit è un risveglio nazionalista inglese delle zone rurali dipinto come ritorno ai fasti dell’Impero perduto. I brexiteers vogliono il risveglio dell’era vittoriana ma si ritroveranno con una nazione dimezzata, isolata e odiata da tutti. A questo porta il tribalismo chiamato nazionalismo. La vittoria dei geni contro il raziocinio, l’istinto primordiale contro il buon senso. La morte di qualsiasi avanzamento dell’umanità oltre la barbarie.

Dopo la distruzione del UK, sarà il turno del resto d’Europa con Olanda, Danimarca e Svezia. Marine Le Pen è in visibilio e non aspetta altro. Altro che De Gaulle, una Francia sotto Le Pen sarà il ritorno al nazionalsocialismo in salsa francofona. Intanto Putin sorride del disfacimento del progetto europeo. Gli utili idioti che voteranno queste élite politiche pensano che dalla distruzione si crea ricchezza e progresso. Poveri illusi, non sapete cosa vi aspetta. Vi dico solo che due manager director di due compagnie con cui ho parlato recentemente mi hanno confessato che Brexit sarà il segnale per fare le tende e spostare tutto in USA o a Hong Kong. quando il business delocalizza e si sposta significa che la tempesta sta per arrivare.

E tutto questo solo perché’ un uomo, Boris Johnson, tipico profilo da politico psicopatico vuole prendere il potere all’interno del suo partito. Tutto nasce dal narcisismo, dall’egocentrismo, dalla patologia di un uomo a cui non va giù la leadership di Cameron. Nigel Farage ci crede al suo progetto ma Boris? Sappiamo i suoi veri scopi, dipingersi come il nuovo Churchill di un Regno andato in pezzi.

E alla fine 500 milioni di persone pagheranno le conseguenze di un uomo, come già successo in passato tante volte, troppe volte, proprio ora che per la prima volta in centinaia di anni in Europa non si combatteva più una guerra fratricida.

Nel frattempo nel mio piccolo sento questa ferita personalmente. È una sensazione strana che non avevo mai provato prima: un mix tra aver scommesso tutto quello che avevo sul cavallo sbagliato e uno scoprirmi un alieno in un paese in cui pensavo di essermi integrato perfettamente. Ma il passaporto è diventato ormai come la circoncisione negli anni 30, basta per decretare la cittadinanza di serie B, una tassa speciale come la Jizya, il tributo che cristiani ed ebrei dovevano ai regnanti musulmani, la riserva indiana fiscale e sociale per gli immigrati. Non si può più discriminare per razza, religione o etnia ma basta il marchio della nascita del passaporto per ritrovarsi con una stella di David cucita sul petto. Questo è il nazionalismo, la versione 2.0 economica e sociale del ghetto ebraico. A conti fatti tra due individui che pagano le stesse tasse, obbediscono alle stesse leggi, parlano la stessa lingua e contribuiscono alla ricchezza della società chi ha il passaporto della nazione ospitante (per puro caso è nato in quel suolo) è superiore in tutto. Un tempo si usavano categorie religiose ed etniche per sottolineare l’appartenenza ad un gruppo superiore, ora basta un timbro di un annoiato burocrate di un’anagrafe di provincia.

 

5 commenti

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5 risposte a “The scar

  1. La orribile hubris illuminista, la insensatezza dell’uguaglianza (mi chiedo se esista anche un solo dogma che sia stato più smentito dalla realtà di questo) e il panimixismo filo massmigrazionista che ne derica, inizia a mostrare i suoi segni.

    1 – l’oscurantismo ugualista
    Lascio perdere il linguaggio pressapochista: la specie ha, come tutti gli animali, un’etologia del territorio e del branco. Poi è arrivato il modernismo e l’arroganza di prendere culture incompatibili e mischiarle.
    Non è saggio mettere insieme acido nitrico e glicerina.
    Poi arriva qualcuno che dirà che la chimica è fascista, è violenta e razzista eccetera eccetera.

    2 – il razzismo positivista dell’antirazzismo
    Dire che
    o – i merandiani sono più incivili del friscobaldesi
    o – i merandiani sono machisti e misogini dei fiscobaldesi
    o – i merandiani sono lerci che lasciano rifiuti ovunque

    è razzista.

    Però se dici che

    o – i merandiani sono più multiculturali dei firscobaldesi
    o – i merandinai sono molto più simpatici e funkud dei friscobaldesi
    o – i merandiani e il loro libro del piripillo misogino è cultura millenaria e non come i clericali friscobaldesi

    è politicamente corretto, è moralmente superiore.
    In realtà si è contrapposto un giudizio statistico negativo ad un pregiudizio positivo aprioristico.
    Glil antirazzisti sono i più fenemenali razzisti non solo perché le loro valutazioni sono molto più pregiudiziali dei razzisti (termine assolutamente improprio, come fascista, mi chiedo perché il linguaggio sia così rozzo, ma usiamo questa convenzione per capirci) ma anche perché hanno una insensata posizione moralisticheggiante che li illude e li fa credere in qualche modo antirazzisti e/o intellettualmente o moralmente superiori.

    3 – il sostituzionismo
    Hanno preso decine di milioni di persone e le hanno spostate nei territori europei contro il volere della base della piramide sociale.
    Contro la piramide sociale.
    Come osservava Tiziano Terzani, a propostio di quella statunitense, ancora più avanti nel peggio di questa orribile, patologica, insana ed esplosiva miscuglio di tutto con il contrario di tutto, realizzano le società a scoppio.
    Una guerra tra la working class autoctona e i milioni di catapultati, di trasportatii di marelorumsalvati) e milioni di alloctoni, spesso estremamente ostili da millenni (si pensi ai molte comunità arabo – islamiche) con la cultura trapiantata a forza.
    Non solo è del tutto ovvio che le basi sociali si ribellino ma la responsabilità di questa distruzione sociale è delle elite verso cui emergono, come bollicine (in una società che deve essere, appunto, liquida) potere, risorse, energia, saperi.
    Si osservi il martellamento mediatico da parte delle elite cosmopolite, dell’ultracapitalismo, a favore di TTIP, migrazioni di massa (Soros che finanza i pseudo anarchici coglioni utili idioti dei No Borders), smanentellamento delle sovranità nazionali a favore dei vertici – castalie (sempre più lontani) europei. di tutti i peggiori e più beceri meccanismi di globalismo / mondialismo / internazionalismo (il termine dipende dalle sfumature ideologiche).

    4 – i reggimenti di guardie plebee
    Le elite arruolano i pasdaran del politicamente corretto, i battaglioni delle accoglienze senza se e senza ma, come i loro mezzi armati ideologici e operativi nella disgregazione sociale e identitaria che smantelli le difese immunitarie e i caratteri nazionali che si oppongo a queste manipolazioni in grande.
    ONG britanniche che trasportano gli invasori dall’Africa nera alle coste mediterranee magrebine, i marxisti che si adoperano in teoria per i poracci xeno (che sono sempre migliori e più poracci dei poracci alloctoni e di quegli schifosi, meschini, inferiori piccoli borghesi razzisti locali) in realtà contro piccola borghesia e proletariato locali. Reggimenti plebei di utili idioti a cui affidare il lavoro più fisico, più pratico.

    5 – la hybris dei no limits
    Engels fu il primo a insultare, a ricoprire di menzogne Malthus.
    Insoma arriviamo al
    > la NHS non ha più soldi per tutti
    Ovvio. E’ del tutto ovvio che le infrastrutture fisiche e dei servizi collassino per sovraccarico, comprese quelle del sistema sanitario che è uno dei più complessi e costosi.
    Vi hanno fatto farcito la testa con una serie incredibili di fanfaluche dirittiste: sanità per tutti, casa per tutti, lavoro per tutti, consumismo per tutti, turismo per tutti etc.
    E invece la realtà è che la torta ha dimensione finita, ha una qualità inversamente proporzionale alla sua dimensione e che non ci possono essere infinite fette sempre più grandi.
    In Italia si è passati dalla demagogia “più tutto per tutti!” berlusconiana a quella ancora peggiora del “più tutto per piùtutti!” dei sinistri kompagni.
    La sinistra è riuscita nell’impresa incredibile di vincere in peggio ciò che non sembrava superabile in peggio.
    Non sono mai esistiti i diritti per tutti e se tu destini risorse, tempo, energia agli alloctoni, in un mondo reale, finito, significa che li sottrarrai agli autoctoni.

    Vi state svegliano da un sogno oppiaceo e vi state ritorvando, ci stiamo ritrovando nel peggio della peggiore distopia, il peggior incubo reale.
    La demagogia, l’arroganza dell’andare contro storia, scienza e conoscenza, può essere spacciata ma viene anche assorbita.
    Siete (in parte ne fui anche io) responsabili di questa insania distruttiva, nichilista panmixista.
    La Grande Sostituzione inizia a presentarsi.

    Non so se saremo ancora in tempo, ma bisogna correre in direzione opposta più velocemente possibile per salvarsi da questo progredire verso il baratro globale.

    Forza Brexit!!

  2. berghem76 hotmail it

    Sei bravissimo a scrivere e scrivi cose spesso molto belle, ma quest’articolo è completamente privo di contenuti. Non citi una nozione di economia in base alla quale brexit sarebbe peggio e non meglio. Se si riduce un referendum a questioni di tipo razzista o sentimentale siamo davvero alla frutta. Informati bene, l’europa è un crimine. Ti suggerisco di seguire un tale di nome Roberto Nardella su facebook. Spiega molto bene come stanno le cose. Ciao

    Inviato da iPad

    >

  3. Io penso, al contrario, che la facilità con cui si dà del razzista e del fascista in questo periodo sia la stella gialla del passato, lo stigma dell’infamia sull’avversario. Ci sono argomenti in abbondanza per continuare nel progetto europeo senza tirare in ballo il nazionalsocialismo, senza sentirsi il Bene.

  4. Julio

    A me la cosa che rode, Fab, è il dover aver passato i 35, per capire che tutto il mondo è paese. Che quel politically correct era stucchevole, che l’essere ligi alle regole, cosa che ammiravo in passato nel mondo anglosassone, sfociava facilmente nella pedanteria, limite di chi non è in grado di ribellarsi a un’idea (o forse adattarsi all’irrazionale?), ma necessita che vi sia una regola imposta che pensi per lui. Per questo non mi meraviglia il “salvinismo” in nessun posto al mondo. E’ una sorta di reazione parafisiologica ancestrale, o bruta, come dici tu. E onestamente non mi va neanche più di chiedermi perché questo accada. E che delusione la Turchia, per citare un altro tuo post.
    Sfogo a parte, ma dici che i Leave se la giocano davvero?
    Ciao!

  5. venere

    Ecco, io, italiana ospite qui come te, mi trovo assolutamente d’accordo. Se vuoi leggi il mio commento ad un altro blog qui:

    http://www.iobloggo.com/comments.php?blogid=125471&eid=167

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