Le tre menzogne su cui si basa il Regno Unito

Ogni paese si costruisce una serie di miti e leggende per poter definirsi tale. Questi miti (oggi le chiamerebbero post-truth) servono a tenere coeso il paese soprattutto nei momenti di difficoltà. Serve anche per dare al cittadino quel senso di superiorità rispetto agli altri popoli per poter andare avanti ogni mattina e mentire a se stessi con il solito mantra tribale: si nasce sempre nel posto migliore, con la lingua più bella, il cibo più buono ecc. Il Regno Unito non fa eccezione e credo di aver individuato i tre più grandi miti che reggono il paese. Se questi miti venissero sfatati o discussi il Regno Unito crollerebbe su se stesso. Ciò ovviamente è impossibile perché queste sono bufale ataviche, imparate cioè fin dall’infanzia, come nell’imprinting di Konradiana memoria.

  1. In UK non c’è spazio! Questa menzogna viene ripetuta da mattina a sera da tutti: casalinghe, politici, studenti, commercianti, praticamente chiunque e serve a giustificare l’estrema penuria di spazio vitale nella vita quotidiana del britannico. Le case sono piccole? È perché non c’è spazio! Non ci sono abbastanza case? È perché non c’è spazio! Le strade e i parcheggi sono piccoli? È perché viviamo in un’isola! Perfino i garage sono minuscoli e vengono usati come sgabuzzini con l’auto che sta fuori. Le case più piccole d’Europa. Vivere in UK pare di vivere nella contea degli hobbit. Case microscopiche, stanze dimezzate, soffitti bassissimi, strade strette, spazi per parcheggi ristretti. Perfino le porzioni di cibo sono più piccole di un terzo rispetto al continente, sembra di vivere in continuo razionamento da guerra mondiale. Ti dicono che il motivo è che vivono in un’isola. Magari era così nell’800 caro John Smith, ma oggi siamo nel 2017. Basta prendere l’Eurostar e in mezz’ora ti trovi in Francia dove le porzioni sono un terzo più grandi, si compra al chilo e non ad unità e la qualità è migliore. “Ma è un altro paese!” Veramente non esistono dazi e frontiere e la distanza tra UK e Calais è minore di quella tra Londra e Bristol per dire. Non venitemi quindi a parlare di distanze quindi. I pomodori e le arance spagnole ci mettono più tempo e carburante ad arrivare a Berlino che a Londra. Ma a Londra vengono rivenduti al doppio. Essere in un’isola non significa nulla. Faccio notare ai miei colleghi che UK e Italia sono quasi identiche per chilometri quadrati e per densità di popolazione con il 35% di montagne in Italia contro appena il 16% di UK. Non sanno che dire. Pensavano di vivere in un’isola minuscola dove tutto è razionato, perfino lo spazio. “Eh, ma le nostre zone urbane sono molto vaste…” Ma veramente solo il 6% del territorio è zona urbana. Questa bufala collettiva condiziona il modo di pensare del britannico a 360 gradi. I comuni danno pochissimi permessi per costruire sul proprio territorio e così i prezzi delle case salgono. Le politiche sull’immigrazione sono pesantemente condizionate, basti pensare alle stupidaggini dette durante Brexit sul fatto che non ci fosse spazio in UK perché era un’isola. E ovviamente tutti ci lucrano. È questo il vero motivo per cui i prezzi in UK sono alti. La bufala collettiva condiziona le politiche e di conseguenza, con divieti e regolamentazioni, il mercato.at-11ft-x-5-5ft-this-flat-008
  2. L’NHS è l’invidia del mondo! Quando durante la cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Londra 2012 decine di infermiere con lettini da ospedale sono entrate nello stadio miliardi di telespettatori di tutto il mondo sono rimasti stupiti. Cosa c’entrano le infermiere con le olimpiadi? Divertente vedere i commentatori britannici inorgogliti per il valore simbolico di quella performance mentre gli ospiti stranieri in studio avevano un grande punto interrogativo sulla fronte. Infatti alle Olimpiadi si è voluto fare un tributo al servizio sanitario nazionale (NHS appunto) il quale è il vanto della nazione. I britannici pensano che l’NHS sia il sistema migliore al mondo, che sia l’unico a dare completa cura gratuita ai propri cittadini e che decine di migliaia di persone da tutto il mondo attraversino gli oceani per accedervi. Pensano che tutto il mondo lo conosca e che tutti cerchino di copiarlo. Anche questo mito duro a sfatare ha il suo ruolo nelle politiche sull’immigrazione. Cavallo di battaglia della Brexit fu appunto quello per cui i soldi destinati all’UE sarebbero potuti essere usati invece per l’NHS. Inoltre le lunghe file dal dottore erano date dal fatto che c’erano troppi immigrati. Quindi tutti i problemi del sistema sanitario nazionale derivavano dall’UE e dagli stranieri. In realtà il sistema britannico è nella media europea ma ci sono altre nazioni migliori per efficienza. Secondo quest’altra classifica l’NHS si posiziona perfino 16esima in Europa per performance a detta dei suoi stessi “clienti”. article-2180177-143fe08d000005dc-838_634x423
  3. Abbiamo sconfitto i nazisti! I britannici sono sinceramente convinti che Churchill abbia sconfitto Hitler. Qualcuno si azzarda perfino a dire che senza i britannici a quest’ora l’Europa sarebbe nazifascista. Non c’è dubbio che le forze britanniche abbiano contribuito a sconfiggere i nazifascisti, ma da qui a dire che hanno sconfitto i nazisti ce ne vuole. Il nazifascismo è stato sconfitto principalmente da USA e URSS. Punto. Al costo di milioni di soldati alleati tra l’altro. In un sondaggio di Yougov nella maggior parte dei paesi il contributo che viene dato al Regno è dato al terzo posto, dopo USA e URSS appunto, ma per gli stessi britannici non c’è dubbio: la Gran Bretagna ha dato il colpo mortale a Hitler. Il 50% dei britannici è convinto che la Gran Bretagna sia stato il paese che ha contribuito di più alla sconfitta del nazismo. Significa che questa convinzione è entrata nella psiche nazionale tanto da poterla definire come propaganda di stato.

picture1Una nazione non è fatta solo di tre miti, certo, ma questi tre elencati qui sopra sicuramente contribuiscono alla maggior parte della mentalita’ collettiva britannica e contribuiscono enormemente a molte delle scelte che i governi fanno. Inclusa la Brexit.

23 commenti

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23 risposte a “Le tre menzogne su cui si basa il Regno Unito

  1. Totentanz

    Interessantissimo. Grazie per questo post.
    Mi hai fatto venire in mentre le convinzioni sbagliate del popolo tedesco:
    1) “L’industria tedesca è sempre quella di qualità migliore”. I tedeschi ritengono che per il solo fatto di essere prodotto per un marchio tedesco – non importa dove – un prodotto è automaticamente migliore, anche in settori nei quali la Germania ha esperienza irrilevante rispetto ad altri paesi, come il tessile. Addirittura, invece di prodotti alimentari originali italiani, preferiscono comprare prodotti i corrispettivi prodotti italiani di marchi tedeschi. Purtroppo invece la loro qualità industriale fa cacare in moltissimi settori ma se lo dici a un tedesco lui ti accusa di bestemmiare. Per quanto mi è dato sapere, la loro qualità industriale ha iniziato a far perdere colpi anche in settori in cui è sempre stata eccellente, come quello automobilistico. Questa convinzione ovviamente ne comporta un’altra di conseguenza: per loro tutto quello che viene prodotto in Italia è di pessima qualità (è un po’ il corrispettivo di ciò che in Italia si pensa dell’industria cinese).
    2) “L’economia tedesca è la migliore del mondo ed è sempre stato così”. Oggi sì, l’economia tedesca è quella con i migliori risultati dell’Eurozona, ma i tedeschi credono che la Germania sia sempre stata una specie di locomotiva economica europea fin dalla notte dei tempi, e che rari cali di performance siano stati causati da circostanze straordinarie (per es. perdere una guerra mondiale).
    Questo comporta una convinzione ancora peggiore: per loro quasi tutti i paesi dell’UE, con euro o senza, stanno beneficiando dell’economia della Germania a spese del contribuente medio tedesco.
    3) “La Germania ha la migliore società possibile”, ed è impossibile convincere un tedesco che non è così, e che con tutti i suoi pregi la società tedesca ha anche difetti importanti che la mettono in condizione di dover prendere lezioni da altre società (la sanità tedesca, per esempio, è oscena, ma vallo a dire a un tedesco…).

  2. L’ha ribloggato su Anellidifum0's Bloge ha commentato:
    Le tre menzogne su cui si basa il Regno Unito

  3. Era da aspettarselo che i tedeschi avessero dei miti legati alla produzione!

  4. Perfetto direi! Vale anche il contrario, tipo effetto nocebo. Per esempio in Italia si è convinti di 3 cose: 1- che la nostra sanità sia pessima, una dellepeggiori del mondo,quando è stata giudicata come la seconda o terza al mondo dopo Singapore ed Hong Kong , 2 – che la scuolaitaliana sia diventata pessima, quando tutti gli studenti e laureati italiani, anche quelli “normali” e non quelli eccezionali, quando arrivano all’estero vengono giudicati quasi sempre come dei fenomeni, 3 – Gliitaliani sono convintissimi che i dipendenti statali siano una pletora esagerata costituita essenzialmente da fannulloni e ladri che andrebbe sfoltita almeno della metà, quando basta dare un’occhiata ai dati Eurostat e in Italia i dipendenti pubblici sono il 90% dei tedeschi, la metà curca dei francesi eaddirittura un terzo dei paesi scandinavi!!!!!

  5. Il Regno Unito è sovrappopolato almeno cinque volte il sostenibile.

    E’ ovvio che la richiesta di abitazioni dovuti alla pressione migratoria innalzi i prezzi.
    Ho sempre ammirato il Regno Unito per la sua politica, sia pur non così radicale, di conservazione del territorio e di una qualche opposizione ala devastazione tumorale edilizia e infrastrutturale che, invece, ha piagato in modo abnorme l’Italia e altri paesi dell’Europa meridionale, con la distruzione definitiva di decine di milioni di ettari della più preziosa, fertile superficie agricola utile, del paesaggio, delle conoscenze, del settore primario.

    Il Regno Unito, come tutti i paesi, ha dei limiti fisici che non sono in alcun modo compatibili con la crescita (esponenziale) della popolazione alla quale, problema nel problema, contribuisce un’immigrazione di massa spaventosa. Le migrazioni di massa sono, storicamente,tra i fenomeni più cruenti della storia, che portano a disastri, eccidi, genocidi immani.
    In n certo senso pare che al Regno Unito torni con interessi ciò che i britannici fecero ai pellerossa nordamericani, agli aborigeni, etc. .
    Direi che è necessario assumere quanto prima un atteggiamento critico rispetto a queste mistiche, filomassmigratorie, crescitiste, panmixiste, etc. .

    Sempre sulla mistica e sulla realtà oggettiva, non sono stati i nazisti le canaglie peggiori della storia ma gli SUA (ad esempio, considerando uno dei parametri misurabili che sono i milioni di morti).
    Noam Chomsky, non molto tempo fa, utilizzando proprio la definizione dei neocon statunitensi, lo dimostrò ancora una volta.

  6. 1) non avevo mai avuto modo di conoscere questa percezione geografica dei britannici (d’altra parte frequento abbastanza Londra ma di inglesi ne conosco proprio pochini), è molto interessante e spiega tante cose
    2) l’NHS ha una certa rinomanza, o quanto meno ce l’aveva: il nostro SSN ne è un calco, a partire dal nome. E’ un vero sistema di ‘universal healthcare’ che non ha tantissimi paragoni, molti sistemi pubblici in realtà sono misti (Svizzera, Olanda, Germania), altri sono comunque più variegati (Francia). Sul fatto che non sia questo modello aureo siamo d’accordo, anzi è in grande sofferenza: un articolo recente del Guardian parla di PS presi d’assedio, con pazienti che muoiono in barella. Secondo me è interessante vedere le caratteristiche delle crisi dei sistemi sanitari più socializzati, cioè quello britannico e quello italiano: non crisi da inefficienza economica, che ci si potrebbe aspettare quando il pubblico è così predominante, ma al contrario crisi da mancata flessibilità rispetto all’aumento di fabbisogno (per invecchiamento della popolazione e sviluppo di nuove cure più costose). In sostanza lo stato è sorprendentemente bravo a razionare i costi, e in tempo di magra la sanità è lasciata a digiuno.
    3) d’accordo, il contributo inglese alla sconfitta di Hitler è relativo (e sul Pacifico le truppe imperiale hanno ceduto ai giapponesi come burro), però da un punto di vista morale il Regno Unito aveva tutto l’interesse a una pace separata con Hitler (che non aspettava altro), e la scelta di rimanere in guerra prima e durante il blitz, a costo di migliaia di vittime e (a cose fatte) dell’impero stesso, è meritevole di ammirazione credo.

  7. gatto bianco

    Qui in Italia si pensa che il nazismo l’abbiano sconfitto i partigiani, ma di cosa ti lamenti…

  8. @Enrico
    sul punto 2 mi pare che ci sia molta aneddottica. Questa cosa la sento spesso in Italia ma vorrei avere numeri alla mano. Sul 3 pero’ c’e’ da dire che le popolazioni francesi e tedesche sono piu’ grandi, quindi dovremmo guardare alle percentuali rispetto alla popolazione.

  9. @Uomoin cammino
    Ma ho appena detto nel post che le aree urbane sono appena il 6% del territorio. Come fa ad essere sovraffollata? E’ 51esima per densita’ di popolazione contro la Germania 58esima. L’Italia e’ 65esima ma se togli la Sardegna che ha 24000 Km2 e densita’ popolazione da deserto sicuramente si equivale al Regno Unito. E abbiamo il sistema montano piu’ ampio d’Europa con vulcani e centinaia di isolette. Eppure nessuno si lamenta della sovrapopolazione in Italia o in Germania.

  10. @Cachorro

    non c’e’ dubbio che il regno unito abbia contribuito alla sconfitta del nazismo ma loro pensano che siano stati l’esercito cruciale. E poi, vogliamo dire che l’impero britannico spediva in prima linea i soldati delle colonie come indiani, australiani, neozelandesi, malesi? Nella campagna d’africa e lo sbarco in Sicilia si sono visti pochi albionici…

  11. Sul 2 puoi aver ragione anche se io ho innumerevoli casi diretti da citare. Sul 3 invece i dati eurostat parlano chiaro Italia 48 su 1000 abitanti, Germania 52 su 1000, Francia 80 su 1000, Svezia oltre 110 su 1000

  12. Kirbmarc

    Il problema della sovrappopolazione non è un problema di spazio ma di risorse. Anche se la mistica dell’isoletta piccola e isolata è esagerata limitare lo spreco di risorse non è una cattiva idea, e case più piccole costano meno soldi per essere scaldate (dato che il Regno Unito non ha esattamente un clima equatoriale) e di manutenzione.

    Inoltre devo dire che per quanto non sia per niente d’accordo con UnUomoInCammino sulla sua valutazione degli USA (specialmente se la fonte è Noam Chomsky, di cui non mi fiderei per nulla in ambito politico e sociologico, specialmente sugli stermini di massa dato che credeva che le stragi dei Khmer Rossi fossero solo propaganda) le migrazioni di massa sono effettivamente un problema non da poco, e credo che siamo vicini al collasso del sistema liberal-democratico a furia di importate migranti da paesi con idee del settimo secolo.

    L’immigrazione islamica è IL problema di questi anni, gli islamici non si integrano e non si modernizzano, si isolano nei loro ghetti specialmente nel Regno Unito, dove un recente report bipartisan ha rivelato che gli islamici credono che i tre quarti dell’UK siano islamici come loro. Il Regno Unito ha dato e continua a dare privilegi assurdi agli islamici, come le corti islamiche, la segregazione per sesso nelle assemblee di partito e nelle piscine, le quote di rappresentanza religiosa, etc.

    Nel Regno Unito si stanno creando piccoli stati islamici autosufficienti ed isolati, e ci sono sempre più casi di giovinastri maomettani che si improvvisano come “Sharia police”, manco Londra fosse Teheran.

    In questo contesto le furbissime elite dell’Unione Europea hanno aperto le porte ad un invasione senza precedenti di “rifugiati” che invece di essere donne o yazidi, le vere vittime dello Stato Islamico sono per lo più giovani uomini sunniti, che quando non fingono di essere quattordicenni come in Svezia si radunano in gruppi per festeggiare il capodanno palpeggiando e a volte stuprando donne “immorali” (leggi: vestite all’occidentale) come all’inizio del 2016 a Colonia.

    Il tutto nel silenzio assoluto (alla meglio) del cosiddetto “islam moderato” che invece piange e si lamenta ogni volta che qualcuno chiama Maometto un pedofilo (cosa vera, peraltro) o anche solo lo disegna in una vignetta, o fa un programma satirico sulle “Real Housewives of ISIS”.

    E’ ora di chiudere le frontiere, di ridurre sensibilmente il flusso di immigrati da paesi rimasti nel medio evo, specialmente se poveri e privi di qualifiche che rendano possibile l’integrazione e di smetterla di dare scuse a chi non accetta la società liberale e democratica e vuole una teocrazia. Abbiamo la separazione fra stato e chiesa in Europa, e anche la libertà di satira. Se volete imporci la vostra religione retrograda, omofoba, sessista, piena di scuse per lo stupro e per la pedofilia, a cominciare dal suo fondatore, potente anche andarvene a quel paese.

  13. > Come fa ad essere sovraffollata?

    La questione è che anche se accatastate, impilate (cosa meno oggettivamente peggiore rispetto allo sprawl edilizio che è stato per anni il tormentone antiurbanistico negli SUA, modello quasi scoppiato con l’ultima crisi petrolifera, quando milioni di persone non sapevano più come pagare il carburante per spostarsi da/in queste infinite villettopoli, in assoluto uno dei fattori di consumo del territorio più nefasti) le persone
    o – consumano risorse
    o – producono rifiuti
    e il territorio circostante deve produrre quelle risorse e biodegradare quei rifiuti.
    Se volete formicai sempre più stipati e grandi, potere osservare qui, Kowloon, ad esempio.

    Quindi il territorio del Regno Unito ha una portanza antropica massima.
    Al limite, costruendo un solo grattacielo alto decine di km, potremmo ridurre al minimo la parte del territorio “consumata” per ospitare fisicamente la popolazione, infrastrutture, etc. ma ciò non influirebbe sulla insostenibilità di quella popolazione.
    Le file sterminate di TIR che attraversano la manica per rifornire la popolazione del Regno Unito sono quotidiane.
    Ma non perché sia un vezzo (in realtà, in parte lo è) di mangiare esotico, cime di rapa pugliesi, jamon andaluso o bere wodka russa, ma semplicemente perché il Regno Unito non ha le risorse per sostenere i consumi della sua popolazione (né per degradarne i rifiuti).
    Si noti che la latitudine del Regno Unito inoltre non è favorevole.
    I cicli della vegetazione produttiva NON possono essere, ad esempio, tre come nella Campania Felix.
    Quindi significa meno produzione ovvero
    o – meno carburanti (che dovrebbero essere prodotti in loco da produzioni vegetali che sottraggono spazio a quelle per il cibo)
    o – meno cerealiù
    o – meno pascoli e quindi meno proteine e grassi animali, etc. .
    o – …

    Il fatto di concentrare la popolazione diminuisce la gravità del problema ma NON è assolutamente un pro, dal punto di vista ecologico: il problema assoluto è l’impronta ecologica di quella popolazione e se essa sia o meno sostenuta dalla biocapacità locale.

    Quasi tutti i paese europei sono già gravemente sovraffollati e lo è pure il mondo.
    Osservare qui la mappa: i paesei in toni di rosso, (sovrappolati) e in toni di verde (con biocapacità residua).

    Ad esempio, la Spagna è relativamente meno sovraffollata ma le condizioni biologiche del suo esteso territorio sono in parte rilevante subdesertiche e le zone subdesertiche non sostengono che una popolazione scarsa.
    Quindi sono relativamente di meno ma in un ambiente in cui potrebbero vivere poche persone e il bilancio torna a essere in pesante deficit.

    La sovrappopolazione aberrante è LA causa della guerra civile siriana.
    In Siria, dovrebbero vivere, ai tenori attuali, al più alcuni milioni di persone e non oltre diciotto. Ancora, zona subdesertica…
    Quando l’aumento della popolazione ha portato la Siria da esportatrice di petrolio (con bilancio dei pagamenti in nero) a importatrice di petrolio (bilancia dei pagamenti in rosso) si è avviata quella spirale prima di impoverimento e poi di miseria che ha fatto deflagrare la situazione.

    In ecologia è noto che la scarsità di risorse degrada, poi annulla l’etologia della specie fino ad arrivare a dinamiche distruttive.
    Si noti che anche la mancanza di spazio è un grave problema: in zootecnia intensiva è noto che quando la concentrazione di capi è eccessiva iniziano ad esserci fenomeni di aggressività, di violenza e quindi di uccisioni di massa nelle comunità sovraffollate.
    Anche su questo la letteratura è ampia (le risse su aviomobili a basso costo e… “alta costipazione” sono correlate al grado di… pressione nell’inscatolamento delle sardine).

    In una colonna sono presenti decine di riferimenti ai problemi citati.

    Tornerò poi sul resto.

  14. Scusa Kirbmarc ma dal tuo commento sembrerebbe che Angela Merkel abbia preso David Cameron per il bavero e l’abbia costretto a riempire le periferie delle città inglesi di pakistani. Quanto meno sfuggirebbe a un lettore che provasse a capire la situazione dal tuo commento il fatto che, per dire, dei 2,7 milioni di musulmani in Regno Unito più del 50% sia di origine pakistana o bengalese, la cui presenza storicamente non dipende dalle malvagie elite multiculturaliste dell’Unione Europea né dall’aggressiva politica demografica dell’ISIS ma dal fatto che fino all’altro ieri erano sudditi dell’Impero Britannico (discorso simile si può fare per i nordafricani in Francia, e anche i turchi in Germania mica ce li ha portati la Boldrini).

    L’immigrazione islamica per te può essere IL PROBLEMA, ma per i britannici convinti di essere assediati in un’isoletta troppo piccola e fredda per sostenere la loro popolazione (posto che l’Inghilterra meridionale è molto più calda dell’Europa settentrionale, ma vabbè) il problema era invece quella cattolica (spagnola, italiana, polacca) o ortodossa (rumena, russa). Anche perché di giovani maschi sunniti richiedenti asilo (come poi se solamente gli yazidi e i cristiani avessero diritto a emigrare dalla Siria, e come se le bombe dell’ISIS, dei ribelli o di Assad non uccidessero indiscriminatamente sunniti sciiti e pure buddhisti che avessero la sventura di passare lì) in Regno Unito ne sono arrivati veramente pochini.

    Perché io a Londra ci sono stato molte volte, mia sorella ci ha vissuto (nell’isolato prevalentemente pakistano di un quartiere multietnico, con un minareto nella stessa strada), e conosco un sacco di gente che ci vive e per nessuno di loro sente la sharia police come non dico IL problema, ma neanche un problema pressante.

    Provando a riassumere la mia posizione
    1) I ghetti in cui la polizia non può entrare, l’oppressione delle donne, l’omofobia, l’antisemitismo (è terribile che gli ebrei inglesi, francesi o olandesi non si sentano più al sicuro nelle loro città: è un problema di cui si parla troppo poco e che evidentemente non infiamma abbastanza gli istinti identitari) e naturalmente il terrorismo sono problemi gravi e gravissimi, ma diffido da chi ritiene siano IL problema** (un problema più grave della possibilità della fine dell’integrazione economica europea? Più grave della crisi economica? Dell’Italia in deflazione con imminente crollo bancario?); e
    2) non ho neanche nessuna visione rosea e idealizzata dell’attuale ondata migratoria che, lasciando perdere i siriani poverini*, a volerla vedere cinicamente in buona parte consiste con un’immigrazione economica estremamente poco qualificata di persone sbandate e a rischio radicalizzazione e disagio psico-sociale (afghani e pakistani del nord nella rotta balcanica, varie popolazioni africane in quella mediterranea): solo che rispetto alle proposte delle destre populiste (cioè: scaricare il problema al paese vicino) mi tengo la Merkel, la Boldrini, Soros e tutte le elìte di questo mondo tutta la vita.

    * quanti siriani emigravano prima dell’attuale situazione? Quanti siriani avevi conosciuto in Italia o in Europa? C’erano piccole comunità in Nord Europa e Regno Unito e basta. Mi pare che per la maggioranza siano profughi ‘veri’ in fuga dalla guerra, che poi qualcuno di questi sia un jihadista è un altro discorso.

    ** che poi negli USA dove l’immigrazione islamica è irrilevante IL problema sono i clandestini latino-americani… guarda caso.

  15. @uomoincammino: ‘il Regno Unito non ha le risorse per sostenere i consumi della sua popolazione’

    Mi pare che qui siamo sotto l’incanto di un sogno autarchico. Forse l’Italia ha le risorse per sostenere i consumi della propria popolazione? Siamo produttori di petrolio e nessuno mi ha avvisato? E potremmo essere autosufficienti per il cibo? L’ultimo che ci ha provato non è finito benissimo, anche perché si ispirava ai tempi dell’Impero Romano, quando le popolazioni italiane avevano bisogno del Nord Africa per il grano. E tornando ulteriormente indietro nel tempo mi limito a ricordare che l’età del bronzo ha interessato anche zone del pianeta dove non si trovava stagno neanche a pagarlo.

    Dire che le isole britanniche (o l’Italia, o la Siria, o Singapore) sono sovraffollate è un’affermazione che non ha praticamente significato. Sovraffollate rispetto a cosa? A periodi in cui la popolazione era molto minore, ma (a differenza di oggi) moriva di fame, di freddo e di malattia? O a periodi più recenti, quando la ‘carbon print’ di ogni individuo era significativamente inferiore rispetto ad oggi, ma l’inquinamento nettamente peggiore (vedi alla voce ‘smog di Londra’)?

    Che poi la guerra civile della Siria sia stata causata dal sovraffollamento mi pare un’ipotesi apodittica, indimostrabile e empiricamente difficile da sostenere. E il conflitto in Libia, allora (densità di popolazione inferiore al Canada e al Kazakhstan, a solo 10 posti dalla Groenlandia)? E com’è che non c’è più violenza a Macao o nel principato di Monaco?

  16. Kirbmarc

    “Scusa Kirbmarc ma dal tuo commento sembrerebbe che Angela Merkel abbia preso David Cameron per il bavero e l’abbia costretto a riempire le periferie delle città inglesi di pakistani. Quanto meno sfuggirebbe a un lettore che provasse a capire la situazione dal tuo commento il fatto che, per dire, dei 2,7 milioni di musulmani in Regno Unito più del 50% sia di origine pakistana o bengalese, la cui presenza storicamente non dipende dalle malvagie elite multiculturaliste dell’Unione Europea né dall’aggressiva politica demografica dell’ISIS ma dal fatto che fino all’altro ieri erano sudditi dell’Impero Britannico (discorso simile si può fare per i nordafricani in Francia, e anche i turchi in Germania mica ce li ha portati la Boldrini).”

    Mi metti in bocca parole che non ho detto. Ho prima introdotto il contesto, poi l’aggravarsi del problema.

    Il contesto è quello di una immigrazione che ha creato ghetti che funzionano come stati nello stato, dove gli immigrati mussulmani hanno le loro TV, le loro corti di giustizia, le loro istituzioni basate sulla religione, a causa di una lunga serie di politiche di immigrazione di massa.

    La maggior parte dell’emigrazione è avvenuta quando gli imperi coloniali erano già caduti, l’India e il Pakistan sono indipendenti dal 1947 e l’immigrazione di massa (non delle elite più educate) è avvenuta a partire dagli anni ’80. Lo stesso vale per Francia e Germania. Si tratta di un’immigrazione di origine prettamente economica basata su dei flussi dove le comunità dei primi immigrati hanno attirato parenti ed amici. Le prima comunità possono essere legate al passato coloniale ma solo marginalmente (la Germania non ha mai colonizzato la Turchia, tanto per dirne una).

    Il problema è che non c’è stato nessuno sforzo per fare in modi che gli immigrati non si isolassero nei loro ghetti, la lingua inglese non è stata promossa a sufficienza, non si è creato quel “melting pot” americano che ha ridotto le tensioni interetniche oltreoceano.

    Questo sostanzialmente per tre motivi: il primo è che il Regno Unito, a differenza degli Stati Uniti, non ha ampi spazi da colonizzare. Il secondo è che l’islam presenta degli enormi ostacoli all’integrazione, e recentemente ogni progresso come quelli dell’Iran e dell’Afganistan negli anni ’60 e ’70 è stato azzerato (persino la Turchia sta diventando una teocrazia islamica). l terzo, e relativamente meno importante, è l’atteggiamento del Labour, che invece di schierarsi contro l’islam conservatore e reazionario ha preferito promuoverne i valori per un senso di “multiculturalismo”.

    Il messaggio prevalente fra gli imam e la altre autorità religiose in UK è quello di una supremazia islamica, di un progetto coloniale che usa l’immigrazione come una testa di ponte per creare piccole comunità fondamentaliste isolate. Gli immigrati più integrati sono oggetti di pressione sociale, di minacce, di insulti, di critica come “traditori” e di violenza, come del resto anche le sette “eretiche” all’interno dell’islam stesso (come gli Ahmadi).

    La crisi dei “rifugiati” è semplicemente l’aggravarsi del problema con l’influsso dei centinaia di migliaia di persone con scarse qualifiche e con scarsa educazione da paesi di religione prevalentemente islamica.

    Non sto dicendo che il problema di integrazione di chi già vive nel Regno Unito non sia gestibile (anche se richiede un cambio di rotta, un focus sugli individui e i loro diritti invece che delle concessione alle “comunità islamiche”), ma a fronte di un’immigrazione continua le strutture responsabili dell’integrazione rischiano il collasso.

    “L’immigrazione islamica per te può essere IL PROBLEMA, ma per i britannici convinti di essere assediati in un’isoletta troppo piccola e fredda per sostenere la loro popolazione (posto che l’Inghilterra meridionale è molto più calda dell’Europa settentrionale, ma vabbè) il problema era invece quella cattolica (spagnola, italiana, polacca) o ortodossa (rumena, russa).”

    Lasciando da parte i problemi di sovrappopolazione di cui ha già trattato esaustivamente UnUomoInCammino il possibile arrivo di immigrati già stipati a Calais è stato uno dei fattori che ha influenzato la scelta della Brexit. La tua narrativa è parziale, certo i problemi per gli idraulici inglesi che perdono il lavoro a causa della concorrenza degli idraulici polacchi che lavorano per molto meno hanno avuto un certo effetto (e come biasimarli), ma la questione della mancanza di integrazione degli islamici e della cattiva gestione dei flussi migratori dei “rifugiati” (molti dei quali, come hai scritto anche tu, sono in realtà immigrati per ragioni economiche) è stato uno dei punti fondamentali della discussione politica.

    “Perché io a Londra ci sono stato molte volte, mia sorella ci ha vissuto (nell’isolato prevalentemente pakistano di un quartiere multietnico, con un minareto nella stessa strada), e conosco un sacco di gente che ci vive e per nessuno di loro sente la sharia police come non dico IL problema, ma neanche un problema pressante.”

    La sharia police è un sintomo del problema, non il problema in sé. Il problema è la mancanza di integrazione, la creazione di stati nello stato. Il fatto stesso che si debba parlare di sharia police, sia pure come un fatto isolato e non istituzionale (per ora: in Germania cercano già di farsi legittimare) è un campanello d’allarme, una bandierina rossa che segnala un problema sommerso e meno visibile ma esistente, ovvero la creazione di una società parallela che si crea regole proprie.

    “a volerla vedere cinicamente in buona parte consiste con un’immigrazione economica estremamente poco qualificata di persone sbandate e a rischio radicalizzazione e disagio psico-sociale (afghani e pakistani del nord nella rotta balcanica, varie popolazioni africane in quella mediterranea): solo che rispetto alle proposte delle destre populiste (cioè: scaricare il problema al paese vicino) mi tengo la Merkel, la Boldrini, Soros e tutte le elìte di questo mondo tutta la vita.”

    Direi che è una visione realistica più che cinica. Non abbiamo strutture in grado di gestire questi problemi sociali e religiosi, e più il problema diventa grave più le nostre istituzioni, già poco attrezzate, si ingolfano e creano problemi. I rifugiati vivono in campi profughi che non sappiamo gestire, creano società che non possiamo controllare, sono praticamente allo sbando e vengono co-optati dalle istituzioni parallele islamiche, settarie e separatiste, create spesso con fondi dei paesi del Golfo Persico, in cui si sentono più a loro agio (è abbastanza naturale capire perché).

    La soluzione di Merkel e della Boldrini non è una soluzione, è l’equivalente dello spazzare la polvere sotto il tappeto e fare finta che non esista, non si risolvono i problemi con l’islam censurando i post razzisti così come le critiche “ciniche” su facebook o twitter, facendo di tutto un gran calderone di “deplorables” (come se le élites fossere esseri superiori) e ignorando i votanti.

    La “Wilkommenkulture” ha fallito e le destre populiste guadagnano punti, persino la Merkel è stata costretta ad ammettere che ci vorranno più espulsioni e ha proposto idee ridicole come il proibire il burka (come se fosse quello il vero problema) pur di recuperare voti. I partiti di estrema destra rischiano di governare l’Europa, la sinistra e la destra moderata per evitarlo devono creare coalizioni estese. questa situazione sarebbe stata inconcepibile fino a qualche anno fa, e il problema è e resta l’islam.

    Per evitare di avere un governo di fascio-nazi (cosa che non piacerebbe per niente neanche a me) le sinistre e le destre moderate devono ammettere che le narrative sulla “religione di pace” e l'”ISIS che non c’entra nulla con l’islam” sono stronzate, che l’islam è una religione intollerante e reazionaria e gli islamici non possono pensare di creare una società parallela ma devono accettare la nostra società, e non solo i principi in termini astratti come la libertà di pensiero e i diritti delle donne, ma anche i fattori pratici come le classi miste, le donne vestite come gli pare, i loro figli che possono non sposare chi hanno scelto i genitori ma chi decidono loro, la gente che beve alcool, le vignette su Maometto, la critica anti-islamica e anche il porn su internet, insomma tutto ciò che gli imam barbuti e bercianti chiamano “decadenza occidentale” ed è invece frutto delle nostre libertà (anche se i reazionari nostrani vorrebbero liberarsene).

    Serve la creazione di strutture che possano veramente integrare chi è già cittadino invece di dare appoggio a a dei leader religiosi reazionari.

    Ma per fare in modo che queste strutture funzionino serve un freno all’immigrazione, in modo che si possano gestire i numeri dell’integrazione in maniera efficiente invece di avere esodi biblici.

    “quanti siriani emigravano prima dell’attuale situazione? Quanti siriani avevi conosciuto in Italia o in Europa? C’erano piccole comunità in Nord Europa e Regno Unito e basta. Mi pare che per la maggioranza siano profughi ‘veri’ in fuga dalla guerra, che poi qualcuno di questi sia un jihadista è un altro discorso.”

    Il problema non è tanto il jihadista di turno che si può eventualmente isolare e nel caso espellere (come già si fa in Italia). Gli attentati sono fonte di tensioni e le comunità islamiche non collaborano o collaborano poco, ma i violenti tendono a farsi notare e danneggiano più il morale medio dell'”occidente” liberal-democratico che le sue istituzioni. Gli attentati fanno notizia ma nel lungo periodo possiamo come società sopravvivere ai fanatici.

    Il problema è che questi immigrati arrivano da paesi per lo più islamici in paesi dove ci sono già istituzioni isolate di islamici e ovviamente si attaccano a queste istituzioni, diventano parte della masse da cui traggono potere le varie “associazioni” di comunità islamiche dominate da gruppi intregralisti come la Muslim Brotherhood o i vari gruppi salafiti. Non esiste un sistema di integrazione valido e la pressione degli arrivi sta ingolfando anche quel poco che già esisteva.

    Stiamo spendendo soldi per fare arrivare delle persone che non si integrano, con un mutuo danno sociale per gli ospitati e gli ospitanti. Forse sarebbe meglio spendere soldi per evitare il problema.

  17. Kirbmarc

    Insomma serve una combinazione del modello di immigrazione australiano (con regole sulle quote e sulle skill per chi vuole immigrare) e del modello di integrazione svizzero (dove la cittadinanza non è automatica dopo un certo numero di anni ma è legata all’integrazione, all’accettazione della e nella società ospitante).

    Altrimenti se si continua a volere perseguire il modello della Merkel o della Boldrini, con le porte più o meno aperte e con la cittadinanza automatica dopo un certo numero di anni, si creeranno situazioni di disagio, di tensione sociale che rischieranno di sfociare in guerre civili oppure nell’ascesa dei partiti della destra estrema.

  18. Secondo me il problema è alla base, cioè nel credere che esista un modello di immigrazione (cioé: che la Boldrini o chi per lei sia effettivamente determinante per ciò che succede ora) e in genere che l’immigrazione dipenda da scelte politiche deliberate. A questo volevo arrivare con la mia archeologia sui nord africani in Francia e i pakistani in Inghilterra. Lasciando perdere la Francia che conosco di meno (e so bene che la Turchia non era una colonia tedesca: il fatto è che i turchi li hanno chiamati loro – come gli italiani in Belgio – e mica per ricercare il multiculturalismo), dopo il crollo dell’impero britannico è rimasta una cosa che si chiama Commonwealth. Ora, la legislazione è complicata e non fingo di conoscerla bene ma TUTTORA un pakistano o un nigeriano, ad esempio, ha notevoli facilitazioni nell’emigrare in Regno Unito.

    Quello che voglio dire in generale è che la presenza di comunità musulmane nei paesi europei è il frutto di una serie di circostanze economiche, legali, storiche ed è il sottoprodotto della globalizzazione in tutti i suoi aspetti.

    OK, tu dici: è andata così, ora cerchiamo di non peggiorare il problema. Limitiamo l’immigrazione. Va bene. Però confronti mele con arance: le regole sulle quote e sulle skill dell’Australia (immigrazione economica) c’entrano poco con la valutazione di immigrati che richiedono l’asilo politico. Non è che l’Italia offre un permesso di soggiorno a chiunque perché siamo più stupidi degli australiani*, il problema è che loro abitano un’isola un tantino più lontana dalla terra ferma della distanza tra Lampedusa e la Tunisia, e a noi le persone arrivano letteralmente in casa se non a nuoto poco via.

    Ora passo un attimo alla realtà locale che conosco bene (Trieste) e provo a farti capire con un esempio reale la complessità del problema. Attualmente qui stazionano quasi mille richiedenti asilo, la maggior parte dei quali afghani e pakistani** (più qualche siriano e iraqeno e varie ed eventuali), provenienti dalla rotta balcanica. Diciamo che domani l’Italia si sveglia e dice: basta buonismo, chiudiamo Schengen. Queste persone invece di venire raccolte e identificate vicino alla stazione dei treni si presentano una a una alla frontiera con la Slovenia (dove si creerà il bravo campo profughi ufficioso). Le ipotesi allora sono due: o gli ufficiali di frontiera italiana li identificano uno a uno (e quindi bisogna valutare la loro richiesta di asilo, e la situazione è uguale) oppure, più probabilmente, dicono: guardate che la Slovenia fa parte della convenzione di Dublino, potete farvi identificare là. La Slovenia (staterello di due milioni di abitanti) contentissima, anche perché loro secondo Dublino non possono rispedirli in Serbia. Ma anche ammesso che potessero, il problema sarebbe semplicemente spostato di un paese. Eccetera eccetera eccetera.

    Tutto questo per dire: l’ondata migratoria è un processo su cui abbiamo pochissimo potere. I populisti non hanno nessun interesse a trovare una soluzione: a loro basta rimandare i migranti in un altro paese (o meglio: fare finta di lottare a questo scopo). La retorica anti-musulmana ha lo stesso livello di utilità, perché tanto non è che un miliardo e rotti di musulmani da oggi a domani diventeranno cristiani o atei o libertari: dire che il terrorismo islamico è consequenziale al Corano può essere vero o falso (non essendo un’affermazione falsificabile popperianamente uno potrebbe anche dire che non ha senso disquisirne) ma strategicamente portare avanti questa idea non mi pare intelligentissimo, magari a forza di dire che l’Islam è una religione di pace qualcuno ci crederà.

    E per finire: il modello britannico di integrazione (ognuno si fa gli affari suoi, con conseguenti ghetti) può essere discutibile, ma confrontarlo con i successi di quello francese spinge a rivalutarlo.

    Ah e qua chiudo: mica gli idraulici polacchi mandano in fallimento quelli inglesi perché costano di meno, ma perché sono molto, molto più bravi. E comunque chiamasi libera concorrenza. Non ci piace più?

    * poi ci sarebbe da parlare di tutti i soldi che spendono in accordi con paesi terzi per evitare l’immigrazione, come noi abbiamo fatto in passato – e ci sarebbe da parlarne – con la Libia. Buona fortuna ora a trovare un accordo con il governo libico, o anche semplicemente a trovare il governo libico.

    ** che, poverini, sono anche bravi ragazzi. Qualcuno scapperà veramente dai talebani, qualche altro spera di ottenere non si sa che cosa. Bighellonano, qualcuno spaccia, qualcuno (per PTSD o stress o patologie psichiatriche precedenti) scappotta, ci sono ogni tanto risse. I triestini non sono entusiasti, posso dire per cognizione di causa che il disagio non è tremendo – ma è molto visibile.

  19. Kirbmarc

    “Quello che voglio dire in generale è che la presenza di comunità musulmane nei paesi europei è il frutto di una serie di circostanze economiche, legali, storiche ed è il sottoprodotto della globalizzazione in tutti i suoi aspetti.”

    Il problema è che la situazione sta degenerando. Le politiche sul welfare per tutti, le quote, l’influenza dei gruppi religiosi stanno creando delle lobby islamiche sempre più potenti e influenti. Gli stati finanziano luoghi di culto dove vengono predicate idee sovversive e antidemocratiche, continuiamo ad essere alleati ai paesi del Golfo Persico che diffondono e incrementano queste idee e a spedire loro armi che finiscono dritte nelle mani dei vari gruppi salafiti, la politica assurda americana di destabilizzare il medio oriente (Iraq, Libia, ora la Siria) ha creato crisi a catena che creano colonne di profughi.

    Il sistema è al collasso, non abbiamo più i mezzi per dare accoglienza in maniera sostenibile e queste creerà tensioni e rivolte.

    “OK, tu dici: è andata così, ora cerchiamo di non peggiorare il problema. Limitiamo l’immigrazione. Va bene. Però confronti mele con arance: le regole sulle quote e sulle skill dell’Australia (immigrazione economica) c’entrano poco con la valutazione di immigrati che richiedono l’asilo politico. Non è che l’Italia offre un permesso di soggiorno a chiunque perché siamo più stupidi degli australiani*, il problema è che loro abitano un’isola un tantino più lontana dalla terra ferma della distanza tra Lampedusa e la Tunisia, e a noi le persone arrivano letteralmente in casa se non a nuoto poco via.”

    L’Australia ha l’Indonesia molto vicina e controllano le acque territoriali respingendo i clandestini invece di accoglierli, in realtà il motivo per cui accogliamo tanti immigrati è che fanno comodo alle lobby come bassa manovalanza che deprime il prezzo del lavoro e che cerchiamo di lisciare le piume ai potentati islamici del Medio Oriente e ai Turchi, che stanno diventando una minaccia ma che dobbiamo continuare a sostenere per fare piacere alle lobbies del petro-dollaro.

    “Ma anche ammesso che potessero, il problema sarebbe semplicemente spostato di un paese. Eccetera eccetera eccetera.”

    Infatti non si sarebbe proprio dovuto incitare l’arrivo di profughi come ha fatto la Merkel, è stato un piano dei tedeschi per avere braccia lavoratrici a costo zero o quasi ma ormai il piano è fallito, si deve cercare di trovare una soluzione alla guerra in Siria, possibilmente con un governo non affiliato con i salafiti (quindi Assad) e cercare di rimpatriare profughi il più possibile.

    “Tutto questo per dire: l’ondata migratoria è un processo su cui abbiamo pochissimo potere. I populisti non hanno nessun interesse a trovare una soluzione: a loro basta rimandare i migranti in un altro paese (o meglio: fare finta di lottare a questo scopo). La retorica anti-musulmana ha lo stesso livello di utilità, perché tanto non è che un miliardo e rotti di musulmani da oggi a domani diventeranno cristiani o atei o libertari: dire che il terrorismo islamico è consequenziale al Corano può essere vero o falso (non essendo un’affermazione falsificabile popperianamente uno potrebbe anche dire che non ha senso disquisirne) ma strategicamente portare avanti questa idea non mi pare intelligentissimo, magari a forza di dire che l’Islam è una religione di pace qualcuno ci crederà.”

    Questa è una pia illusione alla meglio e alla peggio una cretinata. L’islam non sarà mai una “religione di pace”, nessuna religione è una religione di pace e tantomeno una basata su un libro violentissimo come il Corano. L’islam invece di essere protetto a spada tratta dalle sinistre terzomondiste dovrebbe cambiare, modernizzarsi, e alla svelta, o subirne le conseguenze. Continuare a creare delle scuse per il barbarismo islamico è solo appeasement che ci fa sembrare deboli e ridicoli.

    “Ah e qua chiudo: mica gli idraulici polacchi mandano in fallimento quelli inglesi perché costano di meno, ma perché sono molto, molto più bravi. E comunque chiamasi libera concorrenza. Non ci piace più?”

    In un sistema non-libero nessuna mossa è veramente libera concorrenza, i lavoratori inglesi sono legati al salario minimo e dipendono da un welfare che sta esplodendo (anche per le politiche dissennate di welfare esteso a chiunque lo chieda, da dovunque venga), inoltre sono gravati di tasse e da regole che invece il mercato nero del lavoro immigrato aggira impunemente. In questa situazione non c’è una vera concorrenza nel campo del lavoro.

    “Buona fortuna ora a trovare un accordo con il governo libico, o anche semplicemente a trovare il governo libico.”

    Ringraziamo Hillary Clinton e le cricche del petro-dollaro per avere eliminato Gheddafi. Complimenti, hanno creato un paese fallito dove imperversano bande di salafiti. Non è il caso che diventi così anche la Siria, meno male che ha vinto Trump che è pronto a lasciare il campo libero ad Assad e Putin, che in questo momento sono il male minore.

    “che, poverini, sono anche bravi ragazzi. Qualcuno scapperà veramente dai talebani, qualche altro spera di ottenere non si sa che cosa. Bighellonano, qualcuno spaccia, qualcuno (per PTSD o stress o patologie psichiatriche precedenti) scappotta, ci sono ogni tanto risse. I triestini non sono entusiasti, posso dire per cognizione di causa che il disagio non è tremendo – ma è molto visibile.”

    Anche i mafiosi e i picciotti sono anche bravi ragazzi, il problema non è dell’individuo singolo ma dell’effetto deleterio della cultura islamica (come l’effetto deleterio della cultura mafiosa in Sicilia).

  20. Kirbmarc

    Giovanni Sartori, fiorentino, 91 anni (quasi 92), considerato fra i massimi esperti di scienza politica a livello internazionale, da anni è attento osservatore dei temi-chiave di oggi: immigrazione, Islam, Europa.
    Professore su queste parole si gioca il nostro futuro.
    «Su queste parole si dicono molte sciocchezze».

    Su queste parole, in Francia, intellettuali di sinistra ora cominciano a parlare come la destra. Dicono che il multiculturalismo è fallito, che i flussi migratori dai Paesi musulmani sono insostenibili, che l’Islam non può integrarsi con l’Europa democratica…
    «Sono cose che dico da decenni».

    Anche lei parla come la destra?
    «Non mi importa nulla di destra e sinistra, a me importa il buonsenso. Io parlo per esperienza delle cose, perché studio questi argomenti da tanti anni, perché provo a capire i meccanismi politici, etici e economici che regolano i rapporti tra Islam e Europa, per proporre soluzioni al disastro in cui ci siamo cacciati».

    Quale disastro?
    «Illudersi che si possa integrare pacificamente un’ampia comunità musulmana, fedele a un monoteismo teocratico che non accetta di distinguere il potere politico da quello religioso, con la società occidentale democratica. Su questo equivoco si è scatenata la guerra in cui siamo».

    Perché?
    «Perché l’Islam che negli ultimi venti-trent’anni si è risvegliato in forma acuta – infiammato, pronto a farsi esplodere e assistito da nuove tecnologie sempre più pericolose – è un Islam incapace di evolversi. È un monoteismo teocratico fermo al nostro Medioevo. Ed è un Islam incompatibile con il monoteismo occidentale. Per molto tempo, dalla battaglia di Vienna in poi, queste due realtà si sono ignorate. Ora si scontrano di nuovo».

    Perché non possono convivere?
    «Perché le società libere, come l’Occidente, sono fondate sulla democrazia, cioè sulla sovranità popolare. L’Islam invece si fonda sulla sovranità di Allah. E se i musulmani pretendono di applicare tale principio nei Paesi occidentali il conflitto è inevitabile».

    Sta dicendo che l’integrazione per l’islamico è impossibile?
    «Sto dicendo che dal 630 d.C. in avanti la Storia non ricorda casi in cui l’integrazione di islamici all’interno di società non-islamiche sia riuscita.

    Quindi se nei loro Paesi i musulmani vivono sotto la sovranità di Allah va tutto bene, se invece…Pensi all’India o all’Indonesia».
    «…se invece l’immigrato arriva da noi e continua ad accettare tale principio e a rifiutare i nostri valori etico-politici significa che non potrà mai integrarsi. Infatti in Inghilterra e Francia ci ritroviamo una terza generazione di giovani islamici più fanatici e incattiviti che mai».

    Ma il multiculturalismo…
    «Cos’è il multiculturalismo? Cosa significa? Il multiculturalismo non esiste. La sinistra che brandisce la parola multiculturalismo non sa cosa sia l’Islam, fa discorsi da ignoranti. Ci pensi. I cinesi continuano a essere cinesi anche dopo duemila anni, e convivono tranquillamente con le loro tradizioni e usanze nelle nostre città. Così gli ebrei. Ma i musulmani no. Nel privato possono e devono continuare a professare la propria religione, ma politicamente devono accettare la nostra regola della sovranità popolare, altrimenti devono andarsene».

    Se la sente un benpensante di sinistra le dà dello xenofobo.
    «La sinistra è vergognosa. Non ha il coraggio di affrontare il problema. Ha perso la sua ideologia e per fare la sua bella figura progressista si aggrappa alla causa deleteria delle porte aperte a tutti. La solidarietà va bene. Ma non basta».

    Cosa serve?
    «Regole. L’immigrazione verso l’Europa ha numeri insostenibili. Chi entra, chiunque sia, deve avere un visto, documenti regolari, un’identità certa. I clandestini, come persone che vivono in un Paese illegalmente, devono essere espulsi. E chi rimane non può avere diritto di voto, altrimenti i musulmani fondano un partito politico e con i loro tassi di natalità micidiali fra 30 anni hanno la maggioranza assoluta. E noi ci troviamo a vivere sotto la legge di Allah. Ho vissuto trent’anni negli Usa. Avevo tutti i diritti, non quello di voto. E stavo benissimo».

    E gli sbarchi massicci di immigrati sulle nostre coste?
    «Ogni emergenza ha diversi stadi di crisi. Ora siamo all’ultimo, lo stadio della guerra – noi siamo gli aggrediti, sia chiaro – e in guerra ci si difende con tutte le armi a disposizione, dai droni ai siluramenti».

    Cosa sta dicendo?
    «Sto dicendo che nello stadio di guerra non si rispettano le acque territoriali. Si mandano gli aerei verso le coste libiche e si affondano i barconi prima che partano. Ovviamente senza la gente sopra. È l’unico deterrente all’assalto all’Europa. Due-tre affondamenti e rinunceranno. Così se vogliono entrare in Europa saranno costretti a cercare altre vie ordinarie, più controllabili».

    Se la sente uno di quegli intellettuali per i quali la colpa è sempre dell’Occidente…
    «Intellettuali stupidi e autolesionisti. Lo so anch’io che l’Inquisizione è stata un orrore. Ma quella fase di fanatismo l’Occidente l’ha superata da secoli. L’Islam no. L’Islam non ha capacità di evoluzione. È, e sarà sempre, ciò che era dieci secoli fa. È un mondo immobile, che non è mai entrato nella società industriale. Neppure i Paesi più ricchi, come l’Arabia Saudita. Hanno il petrolio e tantissimi soldi, ma non fabbricano nulla, acquistano da fuori qualsiasi prodotto finito. Il simbolo della loro civiltà, infatti, non è l’industria, ma il mercato, il suq».

    Si dice che il contatto tra civiltà diverse sia un arricchimento per entrambe.
    «Se c’è rispetto reciproco e la volontà di convivere sì. Altrimenti non è un arricchimento, è una guerra. Guerra dove l’arma più potente è quella demografica, tutta a loro favore».

    E l’Europa cosa fa?
    «L’Europa non esiste. Non si è mai visto un edificio politico più stupido di questa Europa. È un mostro. Non è neppure in grado di fermare l’immigrazione di persone che lavorano al 10 per cento del costo della manodopera europea, devastando l’economia continentale. Non è questa la mia Europa».

    Qual è la sua Europa?
    «Un’Europa confederale, composta solo dai primi sei/sette stati membri, il cui presidente dev’essere anche capo della Banca europea così da avere sia il potere politico sia quello economico-finanziario, e una sola Suprema corte come negli Usa. L’Europa di Bruxelles con 28 Paesi e 28 lingue diverse è un’entità morta. Un’Europa che vuole estendersi fino all’Ucraina… Ridicolo. Non sa neanche difenderci dal fanatismo islamico».

    Come finirà con l’Islam?
    «Quando si arriva all’uomo-bomba, al martire per la fede che si fa esplodere in mezzo ai civili, significa che lo scontro è arrivato all’entità massima».

  21. cachorroquente

    ‘L’Australia ha l’Indonesia molto vicina e controllano le acque territoriali respingendo i clandestini invece di accoglierli, in realtà il motivo per cui accogliamo tanti immigrati è che fanno comodo alle lobby come bassa manovalanza che deprime il prezzo del lavoro e che cerchiamo di lisciare le piume ai potentati islamici del Medio Oriente e ai Turchi’

    Se ai potentati islamici del Medio Oriente (intendo sauditi e vari Emirati) fregasse qualcosa di cosa facciamo degli immigrati se li prenderebbero loro, invece nisba, sono tutti in Libano, Giordania (paesi internazionalmente non determinanti) e Turchia (e non penso che a nessuno faccia comodo che si prendano ancora più profughi, con una situazione che sta già per esplodere).

    Detto questo: stiamo di nuovo confondendo cose diverse. Le ‘lobby’ (le cugine delle ‘elite’) dei pakistani o dei senegalesi che richiedono asilo non se ne fanno niente (salvo per il caporalato nell’agricoltura del Sud Italia, ma spero che abbia poca influenza sulle scelte in politica estera). Naturalmente, ai datori di lavoro (che non sono una ‘lobby’ ma una categoria sociale: mi stupisce di doverlo dire io in questa sede) fa comodo avere quote più larghe per l’immigrazione economica (che con quelli che arrivano coi barconi, o a piedi attraverso i Balcani, non hanno niente a che fare), mentre per i lavoratori dipendenti è meglio avere meno concorrenza. Che poi i polacchi in Regno Unito facciano concorrenza sleale a quelli britannici (proverbialmente pigri e incapaci) perché lavorano in nero (è Tusk o Juncker a dare loro questo privilegio?) mi risulta nuova. Anche il principio secondo cui, poiché non viviamo in un paradiso liberale, la libera concorrenza non serve a niente. Ridurre l’immigrazione (cioè rilasciare meno permessi di soggiorno lavorativi) è un’azione simile al protezionismo commerciale; il vantaggio in più è che si evita l’immigrazione di persone poi difficili da integrare (ma, di nuovo: gli inglesi si lamentano anche per i polacchi e gli italiani), lo svantaggio è che probabilmente aumenteranno il numero di lavoratori clandestini (di quelli che arrivano col permesso turistico e rimangono qua, oppure persone con un permesso lavorativo scaduto). Nuovamente: i barconi e la rotta balcanica non c’entrano niente.

    ‘Ringraziamo Hillary Clinton e le cricche del petro-dollaro per avere eliminato Gheddafi. Complimenti, hanno creato un paese fallito dove imperversano bande di salafiti. Non è il caso che diventi così anche la Siria, meno male che ha vinto Trump che è pronto a lasciare il campo libero ad Assad e Putin, che in questo momento sono il male minore.’

    Questa è esattamente la mentalità che ci ha portati fin qua. Assad è il male minore. Gheddafi era il male minore. Mubarak era il male minore. Saddam Hussein era… ah no, lui non era il male minore (non si è capito poi perché). Non è che possiamo sperare che i dittatori ‘laici’ (che poi sia Assad che Gheddafi hanno finanziato il terrorismo) sopravvivano all’infinito per liberarci dell’incomodo del Medio Oriente. Magari va meglio a noi, sicuramente va meglio alle minoranze religiose di quei paesi, ma non è una prospettiva realistica.

    A parte che non è che se non intervenivano in Libia Gheddafi era proprio saldissimo; probabilmente si sarebbe incancrenita la guerra civile e la Libia sarebbe stata instabile e divisa in due esattamente com’è ora. A parte che Trump ha detto che vuole rubare il petrolio in Siria e in Iraq per ripagare l’intervento e bombardare a tappeto l’ISIS, però chissà perché nella vulgata appare quello ragionevole e pragmatico. Ma questo è un altro discorso.

    ‘L’islam invece di essere protetto a spada tratta dalle sinistre terzomondiste dovrebbe cambiare, modernizzarsi, e alla svelta, o subirne le conseguenze.’

    Abbiamo gli strumenti per far pagare all’Islam ‘le conseguenze’? Io non credo proprio. Le minacce vuote sono peggio dell’appeasement. A me pare che tutte le parole di Sartori e di chi pensa come lui valgano zero perché non hanno nessun tipo di ricaduta pratica. Noi non possiamo pensare che, in un mondo in cui si può andare in Giappone con lo stesso incomodo con cui un tempo si andava da Milano a Busto Arsizio, le persone se ne rimangano buonine nei loro paesi miserabili. Fermare l’immigrazione è impensabile. Credere che sia possibile è pericoloso. Se vogliamo possiamo rinunciare (la storia ci giudicherà…) al diritto di asilo politico e rimandare indietro tutti i rifugiati senza pietà: gli immigrati arriveranno in altro modo. Nella tanto decantata Australia un cittadino su tre è nato all’estero. Uno su tre.

  22. x cachorroquente
    > Mi pare che qui siamo sotto l’incanto di un sogno autarchico.

    No.
    Non e’ un incanto.
    Sono misure, dati.
    In realtà Rees e Wackernagel escludono dal loro conto vari fattori problematici nell’impatto della popolazione umana sulla terra.
    La realtà ha più rosso e meno verde di quanto non sia presente nella mappa.

    > l’Italia ha le risorse per sostenere i consumi della propria popolazione?
    Ho scritto per caso che l”Italia sia una paese virtuoso, dal punto di vista della sostenibilità?!?!

    > Dire che le isole britanniche (o l’Italia, o la Siria, o Singapore) sono sovraffollate è un’affermazione che non ha praticamente significato.

    Allora, se vogliamo confrontarci e non passare al “è giusto perché lo dico io e voi non siete un …” mi fornisci un metodo di misura della popolazione alternativo e poi li confrontiamo.
    Quindi, poni una tua teoria che sia migliore e dimostra che sia tale.

    > Che poi la guerra civile della Siria sia stata causata dal sovraffollamento mi pare un’ipotesi apodittica
    Non è che ti pare o non ti pare.
    Ora c’è un ampia letteratura sul collasso delle culture e sulle cause di tali collassi.

    Prima di citare studi e documenti che, in genere non servono a nulla a chi continua a volere credere o si rifiuta di prendere atto, potrei tornare al livello di un problema/INVALSI della terza elementare.

    Il campo aveva prodotto quest’anno 250 quintali di patate rosse.
    Quest’anno, parte del campo è stata utilizzata per costruire una nuova casa e la strada di accesso. La produzione prevista scenderà a 200 q.li.
    L’anno scorso il prodotto fu venduto come segue
    o – famiglia Regno Unito 50 q.li
    o – famiglia Siria 3 q.li
    o – famiglia Persia 20 q.li
    o – famiglia Italia 12 q.li
    eccetera eccetera.
    NON furono soddisfatte le richieste di
    o – famiglia Canada 3 q.li
    o – famiglia India 60 q.li
    eccetera eccetera.

    Quest’anno varie famiglie hanno prenotato l’acquisto di patate con una crescita complessiva delle patate richieste del 5% ovvero di 12.5 q.li in più.
    Cosa succederà?
    A – tutte le famiglie riceveranno un 5% in più di prodotto
    B – alcune richieste rimarranno inevase
    C – non è un problema, come siete autarchici, mangiate brioche!

    Se si è incapaci di osservare che
    o – il pianeta è finito (quindi “autarchico”)
    o – che non è possibile che sempre più paesi prendano risorse dall’esterno e non siano in grado di biodegradare i propri rifiuti

    non stiamo a discutere di nulla perché non sono l’aritmetica e il raziocinio a condurre il ragionamento ma insiemi vari di credenze.

    > non c’è più violenza a Macao o nel principato di Monaco?
    Prego, osservare cosa succederebbe al Principato di Monaco se non riuscisse più a recuperare le risorse di cui abbisogna e/o non possa scaricare i propri rifiuti dallo/all’esterno.

  23. amleta

    Ho vissuto a Londra ed ero contenta e felice. A 18 anni lavoravo, studiavo, mi divertivo e mi sentivo apprezzata e valorizzata. A lavoro ero premiata, portata avanti per le capacità che avevo e non dovevo chiedere favori o darla a nessuno per fare carriera. Ecco la mia esperienza! Quindi che si dica tutto il peggio su UK, ok, ed io stessa odio la questione monarchia ancora presente, anche se in forma solo turistica e da gossip, però a me ha dato quel periodo di vera felicità e apprezzamento e non me lo scorderò mai.

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