Disputa sulle isole del Mar Cinese: un punto di vista controcorrente

Come al solito mi devo sempre far riconoscere per quello che va contro corrente. Non ce la faccio, devo fare l’avvocato del diavolo per la Cina anche questa volta. Il problema è che le notizie vengono filtrate e copia-incollate all’infinito dai media occidentali senza contradditorio. Nessuno che si chieda quali siano le ragioni dell’altra parte soprattutto quando ci sono di mezzo gli USA. Non solo, ma i media occidentali semplicemente riportano solo le reazioni dei paesi alle azioni degli USA senza chiedersi perché un paese fa qualcosa del genere di punto in bianco. Esempio classico sono i test missilistici della Nord Corea. Ogni volta che questi avvengono è per reazione a qualche attività americana o sudcoreana, SEMPRE. Mai la Nord Corea si è messa a fare un test di punto in bianco. A volte diventa una sorta di teatrino dove le due parti sanno cosa fare e come reagire. Per esempio ogni anno gli USA con la Sud Corea organizzano esercitazioni militari al confine con il Nord. Il giorno dopo immediatamente la Nord Corea ordina un nuovo test missilistico. Cosa si vede nei giornali occidentali? Kim minaccia il mondo con i suoi missili!

È della settimana scorsa la decisione di Obama di imporre sanzioni economiche verso la Nord Corea (come se queste avessero mai funzionato prima) e di posizionare missili americani in Sud Corea, di fatto come giustamente ha detto la Nord Corea facendo una palese dichiarazione di guerra alla Nord Corea. Kim come da copione spara i suoi missili in aria. Cina e Russia protestano di conseguenza perché si sentono circondate.

Ora la stessa cosa ma in grande sta avvenendo con il Mare meridionale cinese. È da anni ormai che gli USA stanno stuzzicando la Cina nel suo territorio d’influenza, creando basi militari in paesi limitrofi e addirittura navigando a 12 miglia dal territorio cinese: quando lo fa Putin lo chiamano bullismo, quando lo fanno gli USA “contenimento”. O vogliamo parlare del TransPacific Partnership (TPP) forzato dagli USA a tutti i paesi del Pacifico a parte la Cina? Praticamente un atto di guerra economica bello e buono per escludere la Cina dal commercio con i paesi asiatici.

Ma veniamo al punto delle Spratly Islands. Non c’è dubbio che la Cina si sia appropriata con la forza di alcune di queste e che usi il mito imperiale mai sopito per giustificare annessioni illegali, ma nessuno, dico nessuno nei media occidentali ha mai accennato al fatto che la Cina si è messa ad ingrandire questi atolli artificialmente solo dopo che Vietnam, Filippine, Malesia e Taiwan hanno fatto lo stesso? Delle decine di atolli e isolotti delle Spratly Islands 43 sono occupati da questi paesi (nell’ordine 29, 5, 8 e 1) e solo 7 dalla Cina. Vietnam ha costruito basi militari, aeroporti e Filippine pure resort turistici e spostato popolazioni a bella posta per occuparle. La Cina, messa all’angolo si è messa a fare lo stesso, preoccupata che la misura a tanaglia degli USA gli potesse bloccare l’accesso a Malacca.

Questo dal punto di vista geopolitico, ora vediamo dal punto di vista legale. La Cina non ha mai detto che non vuole avere negoziazioni con i paesi confinanti. La Cina he sempre detto che non vuole che siano gli USA a condurre le negoziazioni come arbitro imparziale (che fa ridere ai polli sinceramente visto che gli USA hanno enormi interessi nella regione). USA che hanno forzosamente invitato Giappone e India al tavolo di negoziazione quando questi paesi non hanno niente a che vedere con la disputa e storicamente avversari della Cina. La Cina ha sempre chiesto di avere negoziati tra paesi singoli, non utilizzando tribunali internazionali. E non c’è motivo di dubitarne visto che nei passati 30 anni la Cina ha sempre risolto tutti i contenziosi con i suoi paesi confinanti dando concessioni anche importanti quando trattati da pari (12 contenziosi risolti su 14 con paesi confinanti). La Cina si sente messa all’angolo da un bullo di periferia che non ha niente a che fare con la sua sfera d’influenza. Il suo comportamento è sempre stato sulla difensiva (la dottrina del non intervenzionismo negli affari esterni alla Cina ormai regge da decenni, non si può dire lo stesso degli USA ovviamente) e non può che reagire quando stuzzicata in questo modo. Un bullo che quando gli fa comodo non accetta di far parte di tribunali internazionali per le proprie dispute ma quando lo fanno altri paesi li accusa di non accettare le regole internazionali (vogliamo ricordare che nell’84 gli USA furono denunciati dal Nicaragua all’International Court of Justice (ICJ) e Reagan per protesta fece uscire gli USA dall’ICJ?; oppure vogliamo parlare del fatto che gli USA non aderiscono all’United Nations Convention on the Law of the Sea però pretendono che la Cina ne rispetti le regole?)

La Cina è una presenza ingombrante nella regione non c’è dubbio, e il partito comunista governa con mano di ferro il paese ma se siamo giunti a questa impasse militare è perché si sono preferiti metodi militari a quelli diplomatici da parte degli USA per provocarla e isolarla. La storia insegna che la Cina ha sempre risolto quasi tutte le sue dispute diplomaticamente e quando trattata da pari ha mantenuto le sue promesse in linea con la dottrina del “China’s peaceful rise”.

5 commenti

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5 risposte a “Disputa sulle isole del Mar Cinese: un punto di vista controcorrente

  1. andream

    onestamente… tra cinesi e americani non saprei davvero indicare il male minore

  2. analisi perfetta!

  3. Kirbmarc

    Mi chiedo cosa pensi di Donald Trump, che sembra abbastanza isolazionista. Il male minore (in politica estera, almeno) rispetto alla Clinton?

  4. Premettendo che le proposte di Trump fanno venire i brividi da quanto sono fasciste io la penso così: se Clinton vince la guerra con la Russia è quasi certa, con Trump invece le possibilità sono minori. Trump farà politiche repressive interne e guerre commerciali con Cina e altri ma credo che sarà abbastanza isolazionista. Hillary Clinton sarà abbastanza liberale internamente ma sarà un disastro in politica estera. Per noi europei è meglio Trump, per gli americani è meglio Hillary. In più se Trump sale al poetere le sinistre di tutto il mondo scenderanno in piazza ogni dì contro la guerra e il razzismo e lo stato di polizia. Se sale Hillary al potere nessuno dirà niente quando bombarderà il prossimo paese. Un po’ come quando ci fu Bush.

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